La sua ricca produzione ci regala ancora oggi oggetti realizzati da aziende come Artemide, Cassina, Danese ed è Klein & More che ancora produce il suo sinuoso orologio da tavolo. Quello che resta di un uomo sono il ricordo e le opere, e Mangiarotti non si è certo risparmiato. Qui riscopriamo e dimostriamo che oltre a manufatti di diversa scala, sapeva anche progettare storie.
Immagini pubblicate in origine su Domus 284 / luglio 1953
Testo pubblicato in origine su Domus 915 / giugno 2008
Posizione dell'architettura
Documentario cinematografico: 1953, 315 mt, 11 min.
Ideazione: Carlo Bassi e Angelo Mangiarotti
Direzione di produzione: Gian Carlo Tironi
Musica: Riccardo Malipiero
Testo: Alfonso Gatto
Fotografie: Remo Grisanti
Regia: Angelo Mangiarotti
"Come tutte le arti, l'architettura è scritta. Il pentagramma, il vocabolario, il colore hanno l'infinita possibilità di essere musica, poesia, pittura, ma in sé non son nulla; hanno bisogno di sintassi, di composizione, di ordine, cioè di confini.

È questa la premessa, intitolata Spazio e architettura, al documentario cinematografico che nel luglio 1953 Domus pubblica su dieci pagine in versione illustrata, con le riprese fotografiche di Remo Grisanti. Un'idea degli architetti Carlo Bassi e Angelo Mangiarotti "nella volontà di avvicinare alla comprensione del pubblico alcuni motivi fondamentali dell'architettura moderna italiana, attraverso l'illustrazione di un gruppo di significative opere moderne".
Le architetture che prestano le loro linee a questo esperimento - "ma potrebbero essere altre, di altri architetti che abbiano ugualmente chiaro nel cuore e nella mente il messaggio per la casa dell'uomo" - sono quattro esempi dell'operazione di filtro dei principi del Movimento Moderno da parte degli architetti italiani, con una raffinata ripresa della tradizione nella verità dei materiali, nella modulazione dei volumi, nel taglio e nel ritmo delle aperture.
La casa che Ignazio Gardella ha appena terminato ad Alessandria per gli impiegati della Borsalino "è un'architettura perché è una forma che esiste nello spazio; il suo sviluppo verticale, il suo sviluppo orizzontale, per forza stessa di struttura e di pianta, concordano a naturalizzarla sia all'interno sia all'esterno, verso il sole e l'aria, il paesaggio e la natura tutta". Tra quest'opera e la casa costruita dallo stesso architetto al Parco di Milano, realizzata con materiali più preziosi e in risposta a esigenze di committenti più ricchi e in un'area eccezionale per la città, "c'è una costante che non è solo data dal linguaggio proprio dell'architetto, ma da una posizione che è comune a tutta la vera architettura d'oggi e alla sua visione organica della casa dell'uomo".
Il destino di questa disciplina, alla ricerca di una verità comune per tutti gli uomini, è rivendicare la fondamentale libertà dello spirito





