Dal basilico alla cannabis agli ogm, guida alle colture idroponiche in città

I giardini idroponici ricreano ambienti naturali al chiuso per la produzione di cibo o semplicemente a fini decorativi e grazie alle nuove tecnologie, si coltiva in spazi poco luminosi e senza bisogno di particolari cure.

Un rinnovato senso del verde e una connessione più profonda con l’ambiente naturale ci stanno invitando sempre più a fare della natura un elemento essenziale dei nostri spazi. Innovative tecniche di coltivazione e manutenzione dei germogli rendono sempre più agile e piacevole ricreare ambienti naturali anche nelle nostre case e nei luoghi di aggregazione.

L’idroponica è una disciplina che si muove in questa direzione da molti anni. Si basa su tecniche di coltivazione che non necessitano l’uso del terriccio e che generalmente hanno un'ottima applicazione anche in spazi molto più ridotti, ma semplicemente creando un ambiente favorevole per la crescita dei vegetali.

Foto Hydroinvent.

Benefici e vantaggi dell’idroponica

Il segreto sta nell’uso dell’acqua e di sostanze nutritive come il classico NPK (azoto, fosforo, potassio) ma anche calcio, solfato e magnesio. “Le coltivano le colture trovano le sostanze nutritive che supporteranno le radici della pianta direttamente nell’acqua”, ci spiega Pedro Brito, responsabile delle vendite di Tregren, uno store per giardinaggio d’interni. “Nel nostro caso utilizziamo i baccelli di cocco”. In altri casi si possono utilizzare altri tipi di substrati come conduttori della sostanza nutritiva quali perlite, sabbia o argilla.

Come evidenzia Brito, “Le piante che crescono in un sistema idroponico ben gestito vivono una vita eccellente”. Poiché le loro radici sono immerse in tutti i nutrienti di cui hanno bisogno, impiegheranno meno tempo ed energia a sviluppare grandi sistemi di radici nel terreno per cercare il loro nutrimento, dedicandoli invece a crescere in superficie. “I tassi di crescita variano in base al tipo di sistema e alla qualità delle cure, ma con i nuovi prodotti abbiamo visto tassi di crescita fino a tre volte più veloci in alcune erbe rispetto ai sistemi di coltivazione tradizionali”, aggiunge.

Le tecniche idroponiche, che si possono applicare su vari tipi di coltivazioni, dai fiori decorativi alle erbe da cucina fino a veri e propri orti da interni, consentono di produrre raccolti maggiori in qualsiasi momento dell’anno, in qualsiasi parte del mondo e utilizzando meno risorse. Uno dei vantaggi infatti è la possibilità di creare un rigoglioso giardino idroponico in qualsiasi spazio disponibile, anche se ridotto o poco luminoso, come un comune ambiente domestico. Inoltre, non richiedono particolare esperienza o conoscenze pregresse e un impegno minimo di 15 minuti al mese per prendersi cura del dosaggio delle sostanze necessarie.

“Tutto ciò che bisogna fare è cambiare l’acqua, aggiungere le sostanze nutritive e pulire il giardino quando necessario, ogni 3-4 settimane circa”, spiega Brito. Tregren si è poi spinta ancora più nel facilitare la cura del proprio raccolto con l’introduzione di un’app che monitora il giardino stesso innaffiando automaticamente le piante e regolando la luce in base alle esigenze. Ogni volta che è l’utente dovrò eseguire un’operazionedi persona invece, l’app glielo farà sapere tramite una notifica.

Foto Tregren.

Innumerevoli applicazioni

Anche in Italia il settore è in continua espansione, fra i leader di riferimento nell’ambito, Hydroinvent installa impianti idroponici sia per l’hobbistica che su scala industriale. “Uno degli ultimi progetti a cui abbiamo lavorato è una vertical farm all'interno di un ristorante”, ci racconta Stefano Sergiani, responsabile tecnico di Hydroinvent Group. “I clienti quindi vedono sulla parete la fase di crescita del cibo che poi si ritrovano nel piatto. Questo specifico genere di coltivazioni impiega davvero pochissimo spazio in proporzione al prodotto finale e può svilupparsi anche ad un’altezza di 3-5m”.

Impianti di questo tipo innalzano la qualità degli ambienti, rendendoli più verdi e piacevoli trasformandoli in una sorta di polo educativo dove si può letteralmente toccare con mano le coltivazioni e assistere al loro processo di crescita. “Nei centri abitati se ne vedranno sempre di più”, commenta Sergiani.

Il responsabile tecnico spiega che anche in un piccolo nucleo familiare un giardino idroponico potrebbe offrire ortaggi freschi con vantaggi non indifferenti. “Le piante sono più rigogliose, si ammalano meno e non hanno necessità di particolari trattamenti, offrono ergonomia di lavoro perchè non ci si deve più abbassare sul terreno, consumano quantitativi di acqua e fertilizzanti notevolmente inferiori, sono meno soggette agli attacchi dei parassiti e non esistono più le così tanto temute erbacce”.

Le installazioni di Hydroinvent hanno poi avuto moltissimi altri impieghi, dall'inserimento in container per il trasporto di frutta e verdura fresca verso le zone complicate da raggiungere a scopi didattici per scuole agrarie fino alle collaborazioni con università e centri di ricerca per sviluppare piante OGM di riso e tabacco che generano farmaci per la cura di patologie rare.

Foto Hydroinvent.

Idroponica e cannabis

Il mondo dell’idroponica ottimizza anche un altro tipo di coltivazione molto diffuso, più all’estero che in Italia, quello della pianta della cannabis. La pianta viene adottata per varie applicazioni, fra cui alimentari, farmaceutiche, ricreative e industriali, in particolare nei tessuti, nella carta e nella bioedilizia. Viste alcune necessità specifiche per la sua crescita, le tecniche idroponiche sono particolarmente favorevoli alla coltura di questa pianta.

Winston Peki, ricercatore nel settore e fondatore di Herbonaut.com, un sito di informazione sulla cannabis e prodotti CBD, ci spiega che l'idroponica permette cicli di raccolta più rapidi rispetto alla coltivazione in terra passando alla fase di fioritura delle gemme più velocemente.

“Il sistema più comune e facile da avviare è quello di coltura in acque profonde”, dice Peki, “è molto economico e consiste nell'immergere le radici delle piante in un contenitore di acqua ricca di sostanze nutritive e ossigenata. Altri sistemi idroponici come un sistema di gocciolamento dall'alto, e in particolare l’aeroponica, sono più difficili da impostare e mantenere correttamente”.

L’esperto chiarifica che per produzioni più curate vanno implementate una serie di accorgimenti sul livello di pH dei nutrimenti, la temperatura dell'acqua e l’umidità dell’aria circostante, a dimostrazione che le tecniche idroponiche applicate alla cannabis sono particolarmente sviluppate e affinate ma anche complesse.

Foto Hydroinvent.

Avvicinare la produzione del cibo

In definitiva, che siano a scopi di ricerca, produzione, ricreativi o estetici, i giardini idroponici offrono incomparabili vantaggi rispetto a metodi tradizionali portando negli spazi urbani pratiche tipicamente relegate ad ambienti rurali.

Un tale approccio ha poi un riscontro dal punto di vista sociale, educativo e ambientale, con impatti su consumi, trasporto e sprechi. Infatti, rendere le pratiche di produzione del cibo più accessibili e comuni in città, sia nel pubblico che nel privato, aiuterebbe ad estendere la durata delle freschezza del prodotto, alleggerire la pressione sul settore agricolo, diminuire lo spreco alimentare e ridurre l’inquinamento degli spostamenti su strada.

Immagine di apertura: Photo Mick Haupt on Unsplash 

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