Quando si smontano le pareti in cartongesso e si staccano i faretti a led negli stand di miart, è lì che la Milano dell'arte comincia davvero. Perché se la fiera restituisce un’immagine compatta e patinata del mercato — seppur non senza contraccolpi, e funzionando soprattutto nella fascia di prezzo medio-bassa, come ha osservato Erica Roccella nel suo report di mercato per exibart — è nel tessuto urbano che si gioca la partita più interessante: quella delle aperture, dei riposizionamenti, dei nuovi arrivi. E di chi decide di scommettere sulla città in modo strutturale.
Tra i segnali più evidenti di questa nuova centralità, c'è l’arrivo a Milano della galleria Thaddaeus Ropac, già annunciato dal Financial Times l’8 gennaio 2025. Un evento anticipato dal centenario di Robert Rauschenberg — artista rappresentato dalla galleria — e celebrato dal Museo del Novecento di Milano con una mostra diffusa aperta fino al 29 giugno 2025, che propone un dialogo inedito tra le opere rivoluzionarie dell'artista e i capolavori del XX secolo parte della collezione.
La notizia di Ropac ha fatto eco alle precedenti dichiarazioni di Ben Brown — noto gallerista londinese con sedi attive a Londra, Hong Kong e Palm Beach — che già a novembre 2024 aveva anticipato ad Artsy la sua intenzione di aprire un nuovo spazio nella città lombarda.
Due mosse che anticipano quella che ad oggi sembra una vera e propria ricalibratura geografica del mercato dell’arte contemporanea. Ma perché proprio Milano?
Milano è crocevia d’Europa, l’Italia cuore pulsante del continente: un Paese che ha profondamente plasmato l'evoluzione dell'arte nel corso dei secoli.
Thaddeus Ropac

Una delle ragioni che spiegano l’interesse crescente verso Milano è il quadro fiscale favorevole che l’Italia offre ai privati ad alto patrimonio: a partire dal 2019, il “Regime dei nuovi residenti” ha attratto collezionisti, soprattutto da Regno Unito e Francia post-Brexit, incentivandone il trasferimento.
Resta però un limite strutturale: l’aliquota Iva sulle opere d’arte è ferma al 22% — la più alta in Europa — contro il 5,5% della Francia e il 7% della Germania. Una soglia che penalizza soprattutto il mercato primario, mentre sul fronte del secondario — grazie a una normativa meno vincolante rispetto ad altri Paesi — l’Italia sembra continuare a offrire una relativa agilità operativa.
A questo si aggiunge una concorrenza meno aggressiva rispetto a piazze mature e vicinissime come Parigi, dove il mercato è già saturo di sedi di mega-gallery e boutique locali con una solida base di collezionisti. A confermarlo, i nuovi ingressi registrati all’edizione 2025 di miart, che nella sezione Established ha accolto gallerie di peso come Ben Brown Fine Arts, The Breeder, Sadie Coles Hq, Massimodecarlo, Document, Maxwell Graham Gallery, Meyer Riegger, Victoria Miro ed Esther Schipper. Sempre nella stessa edizione, tre gallerie finora parte della sezione Emergent — Arcadia Missa, Sébastien Bertrand e Una — sono passate a Established, segnando un salto di fascia significativo.
Ma se è vero che il contesto si fa sempre più favorevole per gallerie e collezionisti, lo stesso non si può dire per gli artisti. Il sistema italiano resta fragile: poche strutture no-profit, sostegno pubblico limitato, scarsa accessibilità a studi e residenze. Ed è proprio in questo squilibrio che si apre un margine di crescita: a certe condizioni, l’arrivo di player internazionali potrebbe contribuire a rafforzare anche la scena locale.
Qualcosa, insomma, eppur si muove...
Scaramouche
Via Vezza d’Oglio 14, Milano

Ci troviamo nel distretto già votato all’arte nei pressi di via Orobia, tra Ica Milano e a due passi da Fondazione Prada. È qui che, tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025, ha aperto Scaramouche.
“Per sette anni abbiamo presentato un programma sperimentale nei nostri spazi del Lower East Side a New York”, racconta Daniele Ugolini, che ha scelto di tornare a Milano con una mostra manifesto dedicata a James Brown.
Limbo
Via Rosolino Pilo 14, Milano

Limbo nasce nel febbraio 2025 dall’esperienza di Anni Wu, maturata nel dipartimento di arte moderna e contemporanea di Sotheby’s a Milano. Il progetto si propone come uno spazio di attesa e riflessione: un territorio intermedio che accoglie l’incertezza e il cambiamento del presente.
La galleria è dedicata alla ricerca ultra-contemporanea e a pratiche che esplorano temi urgenti come ecologia, tecnologia e condizione umana, con un approccio curatoriale marcato e una predilezione per immaginari post-human.
Una
Via Lazzaro Palazzi 3, Milano

Tra le nuove aperture, a marzo 2025 si è distinto il nuovo progetto condiviso da Castiglioni e Una, due gallerie che hanno unito le forze con approcci complementari: da un lato, la necessità di Castiglioni di sviluppare progetti off-site e pop-up; dall’altro, la volontà di Una di aprire una seconda sede a Milano dopo la prima a Piacenza.
Fondata nel 2018 da Marta Barbieri e Paola Bonino, Una promuove artisti emergenti nati negli anni ’80 e ’90, con una curatela attenta ai temi del contemporaneo e una predilezione per l’installazione e i formati site-specific.
Castiglioni
Via Lazzaro Palazzi 3, Milano
Castiglioni nasce invece nell’aprile 2018, dopo l’esperienza del fondatore Luca Castiglioni come direttore di Boatos Fine Arts a San Paolo. La galleria si propone come ponte tra Europa e Sud America, con una programmazione innovativa che intreccia ricerca e scoperta.
Ropac
Palazzo Belgioioso, Piazza Belgioioso 2, Milano

L'inaugurazione più attesa è prevista per l’autunno 2025, nelle sale di Palazzo Belgioioso, lo storico edificio di Milano che in passato ha ospitato le sedi di Massimo De Carlo e Peres Projects, a pochi passi dalla Pinacoteca di Brera, dal Museo del Novecento e da Piazza del Duomo.
“Milano è crocevia d'Europa, l'Italia cuore pulsante del continente: un Paese che ha profondamente plasmato l'evoluzione dell'arte nel corso dei secoli”, ha dichiarato Thaddaeus Ropac. “Abbiamo sempre avvertito la mancanza dell’Italia nella nostra costellazione di gallerie europee, ritenendola importante per la nostra crescita internazionale e per lo sviluppo dei nostri artisti”.
A guidare la sede milanese sarà Elena Bonanno di Linguaglossa, che commenta: “Credo fermamente che Milano, da sempre luogo di grandi collezionisti e collezioni, e ora con una fiorente scena artistica, sia la scelta giusta per la galleria e i suoi artisti. Thaddaeus Ropac Milano darà un contributo significativo all'emergere della città come destinazione artistica internazionale di primo piano”.
Romero Paprocki

Con soli quattro anni di attività e numerosi progetti ambiziosi alle spalle, Romero Paprocki si è già affermata tra le gallerie emergenti più interessanti del panorama francese. Fondata da Guido Romero Pierini e Tristan Paprocki, ha esordito nel Marais con spazi dalla scala museale e una programmazione pensata per dare visibilità, sostegno e fiducia alle voci emergenti. Dopo aver consolidato il proprio profilo come incubatore di nuove energie, la galleria ha debuttato a Milano questa primavera, con la prima partecipazione a miart, e si prepara a portare in città nuovi progetti di talenti francesi e internazionali.
French Place
Il progetto di Romero e Paprocki aprirà dopo l’estate, condividendo gli spazi con la galleria londinese French Place. L’inaugurazione della sede milanese sarà accompagnata da una grande collettiva degli artisti rappresentati, anche se la data è ancora da definire.
Le due realtà si alterneranno nel corso della stagione espositiva, presentando una mostra ciascuna, con cadenza bimestrale: un modello che promette di portare nuovo dinamismo e una prospettiva internazionale alla scena milanese.