Boldini, De Nittis et les italiens de Paris

Una mostra piena di fascino ed eleganza che spiega e analizza un periodo storico senza eguali: La Belle Époque. Da Boldini a De Nittis, da Corcos a Mancini. Al Castello di Novara, dal 4 Novembre al 7 Aprile 2024, si schiudono le porte della bellezza italiana a Parigi.

Un’immersione a tutto tondo nella bella Epoque parigina, una storia, un momento, un percorso ben studiato: “Boldini, De Nittis et les italiens de Paris”.

Al Castello di Novara, il 4 di Novembre la bellezza è entrata in scena.
Una mostra delicata, affascinate, colta, che sperimenta e poi svela.

Articolata in otto sale, l’esposizione racconta i pittori e la società del XIX secolo, “una società mondana, allo stesso tempo frivola ed estetizzante, sensibile alle mode della Belle Époque, insensibile a chi non la tocca direttamente. Non nasconde nulla delle vanità, delle bugie, degli errori, dell’astuzia, delle perversità, delle generosità, dei mali segreti dei suoi personaggi, dei quali crediamo oggi di conoscere i modelli. Fustiga i cuori e le anime con fredda delicatezza, porta lo stesso oggettivo rispetto per il ridicolo e per il pathos, si concede, come il bambino che si nasconde per essere visto, celandosi dietro il romanzo” come scrive Maurice Denuzière.

Confronti e paragoni continui tra lo stile, le tematiche, i ritratti e le vedute di un gruppo di pittori italiani fuggiti a Parigi per inseguire un sogno artistico,

Nella prima sala fanno da intro maestri come Alberto Pasini, Domenico Morelli, Paolo Michetti, con una serie di opere magnifiche interrotte da un nome altisonante: Telemaco Signorini con la sua Processione a Firenze, artista fondamentale per la crescita artistica di Boldini.

Antonio Mancini, Scugnizzo con chitarra (Joueur de guitare), 1877. Olio su tela, 75 x 62 cm

“I ritratti si son fatti fin qui con una massima sola, cioè dovevano avere un fondo unito il più possibilmente per fare staccare e non disturbare la testa del ritrattato; precetto ridicolo, e lo dice il sii. Boldini coi suoi ritratti che hanno per fondo ciò che presenta lo studio, di quadri, stampe ed altri oggetti attaccati al muro, senza che per questo la testa del ritrattato ne scapiti per nulla”. Scriveva in una recensione del 1867 lo stesso Signorini.

Giovanni Boldini, La Contessa Speranza, 1899. Olio su tela, 220 x 112 cm

Nella seconda sala trionfa lo splendore e la lucentezza della biacca, ovvero il colore bianco e brillante di cui Boldini si fa maestro. De Nittis lo sostiene e lo segue dando al colore però un significato diverso, quasi decorativo.

Berthe esce di casa per una passeggiata (1874), Berthe legge la dedica su un ventaglio (1878), Berthe e ancora Berthe, una figura, quella della giovane e bionda donna, modella e amante del maestro ferrarese, che verrà sostituita in in seguito dalla mora e seducente Gabrielle de Rasty, moglie del conte Constantin de Rasty.

La contessa Gabrielle de Rasty su un divano (1878) è un’opera di straordinaria bellezza, dove Boldini cambia in qualche modo la sua cifra. Un fondo nero, senza dettagli, senza elementi circonda la giovane donna, tutto si concentra su di lei, sulla sua bellezza, sulla sua sensualità. Una giacca scura, una gonna rossa, tutti elementi che portano l’attenzione solo sulla bellezza, sul suo essere donna, provocante e seducente.

Vittorio Matteo Corcos, Le istitutrici ai Campi Elisi, 1892. Olio su tela 171 x 140 cm. Carpi, Palazzo Foresti

De Nittis si presenta durante il percorso espositivo come un vero maestro parigino, simile a Boldini e diverso al contempo. Ricorda più Degas, Manet e tutti quegli artisti che si sentivano più a loro agio fuori dai salotti borghesi e che tentano di riprodurre la loro epoca guardando anche al di fuori da questi.

Nella terza sala il tema cambia, cambia musica, scenario, registro, ritmo.

Antonio Mancini il protagonista. Dimenticato dalla critica, il maestro napoletano s’inserisce nel percorso espositivo quasi a gamba tesa. La mostra lo esalta e lo rivela. Una malinconica allegria data dai suoi soggetti preferiti: i saltimbanchi. Una pittura attenta, sofisticata, minuziosa, reale, un poeta, un maestro, interprete di una società lontana sia da quella narrata nelle sale precedenti che da quelle che lo seguono.

Giuseppe De Nittis, Westminster 1878 ca. Olio su tela, 110 x 192 cm

Nella quarta sala arrivano le città, le due più grandi città artistiche dell’epoca: Parigi e Londra. Le opere di Boldini e De Nittis vengono messe a confronto marcando le differenze stilistiche e sentimentali dei due.

In una sala di passaggio, quasi nascosta, potremmo dire più riservata, la quinta, arrivano i nudi. Soavi esercizi pittorici, leggere pennellate che delineano la meraviglia dei corpi femminili. La delizia allora esplode, si concentra, stupisce. 

Zandomeneghi e Corcos con le sue Istitutrici ai Campi Elisi (1859) dialogano ancora con Boldini e De Nittis nelle ultime sale.

Una mostra ben ideata, con didascalie perfette, che illuminano e spiegano al grande pubblico ogni passaggio tematico e pittorico. Novanta opere che nulla lasciano al caso argomentando perfettamente la vita dell’epoca.

Scrive Zola nel 1860: “Parigi offre, inoltre, un vantaggio che non potresti trovare altrove, quello dei musei in cui si possono studiare i maestri. Dalle undici fino alle quattro. Ecco come potresti organizzare il tuo tempo. Dalle sei alle undici andrai in un atelier a dipingere da un modello vivente; pranzerai, poi dalle undici alle quattro copierai i capolavori che più ti piacciono, sia al Louvre, sia al Luxembrug. In tutto nove ore di lavoro; credo sia sufficiente e che non puoi tardare a fare bene con tale regime (…). D’altra parte qui potrai crearti qualche risorsa. Gi studi fatti negli atelier, sopratutto le copie del Louvre, si vendono molto bene; e anche se le farai solo per un mese, potrai arrotondare la somma per i piccoli piaceri (…)”

Eccolo l’800, il XIX secolo, Ecco la Belle Époque.

Immagine di apertura: Giuseppe De Nittis, Passeggiata con i cagnolini, 1874. Olio su tela 31 x 42 cm 

Mostra:
Boldini, De Nittis et les italiens de Paris
Dove:
Castello di Novara, Piazza Martiri della Libertà 3
Date:
dal 4 novembre 2023 al 7 aprile 2024
Curata da:
Elisabetta Chiodini

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