Franco Purini diceva che l’architettura è la forma fisica e insieme simbolica delle società e nello stesso tempo la società stessa è il prodotto primario dell’architettura. Se si assume come vera la corrispondenza biunivoca tra spazio (nel senso di ambiente costruito) e tempo (nel senso di epoca storica), e le loro reciproche influenze, l’architettura è forse una chiave di lettura per decifrare non solo la complessità del presente ma anche la direzione futura che questo potrà verosimilmente intraprendere.
Domus ha selezionato dieci opere che registrano le gradi sfide di questo primo quarto di XXI secolo tentando, con linguaggi e in contesti diversi, di darvi risposta: dalla rigenerazione del patrimonio storico (Herzog e De Meuron, Tate Modern; Oma, Garage Museum), alle strategie di marketing territoriale attraverso la cultura (Sanaa, Louvre Lens; Zaha Hadid Achitecs, Heydar Aliyev Center); dalla sostenibilità ambientale (Renzo Piano Building Workshop, California Academy of Sciences), alla lotta alle disuguaglianze sociali attraverso la conquista del diritto alla qualità abitativa (Mvrdv, Mirador; Lacaton&Vassal, Grand Parc), ai servizi (Paulo Mendes Da Rocha + Mmbb Arquitetos, Sesc 24 de Maio), all’istruzione (Francis Kéré, Gando primary school e annessi), e attraverso la costruzione di un senso di comunità, per quanto sempre più sfumata e variegata essa sia (Big, Superkilen).