Il lago Rupanco segna i confini settentrionali della Patagonia, quella cuspide del Sud America dove il Cile si assottiglia sempre più per fare spazio all’Argentina. Siamo nella Región de Los Lagos, in una zona montuosa di origine vulcanica, che estende le Ande verso i laghi, èd è qui che lo studio di Ignacio Correa ha completato il suo ultimo progetto.
Forest House è una residenza estiva situata alle pendici delle montagne che circondano la sponda settentrionale del lago, su un altipiano coperto da una grande foresta di nocciole che si apre in grandi vedute là dove la vegetazione è meno fitta. La scelta stessa dell’ubicazione della casa prende le mosse da un’iniziale mappatura degli alberi di nocciolo valutati per posizione e dimensione al fine di preservare il bosco circostante.
“Il significato di questo lavoro ha a che fare con la visualizzazione del luogo in cui la costruzione del progetto è possibile e pertinente, cioè dove non interferisce con il paesaggio, ma anzi lo valorizza” scrive l’architetto nella relazione di progetto
La casa si sviluppa longitudinalmente sul margine meridionale del lotto, in modo da creare un contrasto tra la sua orizzontalità e l’altezza della foresta, e da mettere in relazione ciascuno degli spazi interni con la vista sul lago. Collocato su una piattaforma elevata di circa un metro dal terreno, si compone di un patio centrale che separa gli spazi collettivi – un’ampia zona giorno con cucina a vista – dagli spazi privati – due camere doppie e una camera matrimoniale – aprendosi allo stesso tempo su una piccola radura che domina il lago e la foce del fiume sottostante.
Il tetto è costituito da una copertura monofalda in lamiera che insiste su un sistema di piccoli pilastri in legno collocati nello spessore delle pareti. La casa è riconoscibile per i suoi due fronti tra loro opposti: verso nord – direzione da cui proviene il sole australe – il tetto si alza per cercare la luce del sole; verso sud, invece, la falda scende per incorniciare il panorama trasformando l’abitazione in una macchina per vedere il paesaggio.
La leggera torsione tra gli spazi collettivi e privati, che si manifesta sottilmente nella pianta, diventa un elemento di sorpresa che arricchisce l’esperienza degli spazi. Gli interni sono composti da pareti di listelli di legno chiaro giustapposti e grandi vetrate aperte sul paesaggio forestale che vengono contrastate nel patio da possenti pareti in calcestruzzo.
Anche l’immagine esterna dell’edificio, pur nella sua apparente semplicità, mette in luce un sapiente gioco di pieni e vuoti dato dalla equilibrata collocazione delle aperture, che permettono un continuo colloquio con il paesaggio.
Semplicità costruttiva e sensibilità paesaggistica si fondono cercando una riflessione sull’abitare in simbiosi con la natura, in cui ogni dettaglio è pensato per valorizzare la quiete e la potenza del paesaggio circostante
- Costruzione:
- Mauricio Urzúa