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Le architetture impossibili tra mondi digitali e intelligenze artificiali
Liberland Metaverse, Zaha Hadid Architects
Il mondo digitale, disegnato da Patrik Schumacher e team, è un metaverso “high-fidelity e fotorealistico” destinato a “ospitare spazialmente i cittadini e i collaboratori di Liberland, in previsione della sua realizzazione fisica”. ZHA ha progettato “il gruppo iniziale di edifici che comprende una sala congressi, una piazza dedicata all’arte digitale (NFT plaza), una serie di gallerie, spazi per uffici finanziari decentrati (DeFi plaza), e un incubatore di start-up”.
Liberland Metaverse, Zaha Hadid Architects
Vai all'articoloArchitecting the metaverse, Zaha Hadid Architects e Refik Anadol Studio
Quest’anno, mentre le immagini generate con software TTI invadevano i nostri feed sui social, tra critiche sul copyright e dibattiti su bias e censura, con il progetto “Architecting the metaverse”, ZHA in collaborazione con Refik Anadol Studio stava utilizzando il suo accesso pre-pubblico a Dall-E 2 per sperimentare il prompt engineering e automatizzare parzialmente il processo di interpretazione delle immagini 2D generate in scene spaziali 3D.
Architecting the metaverse, Zaha Hadid Architects e Refik Anadol Studio
Vai all'articoloThe Row, Every Realm
The Row è un progetto di Every realm, un ambiente in cui artisti come Daniel Arsham, Alexis Christodoulou, Misha Kahn, Andrés Reisinger, Six N. Five, Hard, sono stati invitati a immaginare strutture architettoniche e artistiche in un mondo senza limitazioni fisiche: “niente gravità, niente clima, nessun materiale da costruzione”. La sola legge di The Row pare essere quella della vendita.
The Row, Every Realm
Vai all'articoloThe Shipping, Andrés Reisinger
Il designer argentino Andrés Reisinger aveva già sperimentato qualcosa di simile quando nel 2021 aveva venduto dieci mobili virtuali dal design surreale e impossibile in un’asta online di NFT intitolata “The Shipping”. I mobili, erano venduti sottoforma di .obj e erano dunque collocabili in un qualsiasi spazio virtuale 3D condiviso o metaverso.
Viceverse BIG, Bjarke Ingels Group
BIG, Bjarke Ingels Group, ha disegnato per il Vice Media Group una nuova sede virtuale su Decentraland, che prende il nome di “viceverse”. L’iniziativa è uno dei tanti progetti sperimentali di Virtue Futures, il reparto innovazione all'interno di Virtue l’agenzia creativa di Vice. L’edificio bianco e sinuoso è stato progettato per fungere da laboratorio virtuale di innovazione e sperimentazione delle tematiche NFT, DAO e web 3.0 per i team dell’agenzia che ad oggi sono distribuiti in 25 paesi diversi.
Viceverse BIG, Bjarke Ingels Group
Vai all'articoloWired Next Fest, Monogrid
L’esplosione nella richiesta di ambienti digitali ha dato la possibilità anche a realtà “profane” di esplorare il mondo della progettazione architettonica. Così è successo allo studio di interaction design italiano Monogrid, durante la realizzazione del Virtual Showroom per DMAT e della venue digitale che ha ospitato il WIRED NEXT FEST 2022. Durante il lavoro lo studio ha colto “l’opportunità di esprimere una visione degli spazi virtuali slegata dai limiti e dalle restrizioni che la fisica impone alle architetture offline”.