Architetture da brivido: 8 case dell’orrore

Un viaggio tra icone dell’architettura del cinema horror, esempi perfetti di come un tranquillo focolare domestico si può trasformare nell’incubo peggiore.

Da sempre il cinema intreccia relazioni con l’architettura, che può entrare nel linguaggio filmico in vari modi: come semplice sfondo scenico o come protagonista principale del racconto. In particolare nei film noir, thriller e cosiddetti “dell’orrore”, questa relazione tra narrazione e spazio dà adito ad un disturbante squilibrio, soprattutto quando ad essere fonte e teatro di alienazione e panico è la “casa”, il luogo per eccellenza dove, in teoria, trovare un riparo sicuro non solo dai pericoli del mondo ma anche dai propri incubi.

E così i film horror si arricchiscono di ambientazioni domestiche che si prestano ad ospitare vicende sinistre: è il caso dei plumbei e mortiferi edifici in stile eclettico e Art Nouveau che hanno accolto le scene dei film di Polanski, Amenábar, Argento, o degli austeri e apparentemente rassicuranti edifici dal sapore vernacolare che sono stati luoghi di ripresa dei film di Kubrick, Avati e Murphy. Ma anche la storia dell’architettura a volte entra nel copione: è il caso di opere di grandi Maestri che, con alcune loro insolite realizzazioni, vagamente evocative di rituali sacrificali precolombiani (Wright) o di dischi volanti alieni (Lautner), hanno offerto al regista (Ulmer, De Palma) ambientazioni intenzionalmente inquietanti: chissà poi se chi ci ha veramente vissuto ha mai avuto qualche brutto sogno.      

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