Chiamato a volte la Toscana francese – non ce ne vogliano i cugini d’Oltralpe – il Luberon è uno dei dipartimenti francesi che meglio incarna un equilibrio felice tra natura, campagna antropizzata e aulici villaggi dominati dai tipici colori dell’ocra e del carta da zucchero. In questo contesto, l’architetto francese Marc Barani realizza nella tenuta di venti ettari Les Davids una cantina di oltre duemila metri quadri costruita secondo i presupposti del metodo gravitazionale, un approccio alla produzione vitivinicola che evita l’utilizzo di pompe per lo spostamento del mosto, favorendo invece un passaggio per gravità del vino in lavorazione dai piani più alti a quelli più bassi.

La struttura, costruita a ridosso della sommità di un piccolo pendio e affacciata direttamente sulle vigne, si ispirata alla tipologia architettonica della mastaba, tra le prime tombe della civiltà egizia di cui la cantina riesuma la presenza dei livelli ipogei, qui destinati alla lavorazione e stoccaggio del vino. La semplicità formale dell’edificio, un parallelepipedo compatto, si arricchisce solo di una lunga pensilina in cemento che media tra le vigne e la parete vetrata affacciata sulle botti in cemento, regalando un vasto spazio ombroso. Unico inserimento decorativo, il murales in ceramica opera dell’artista belga Yves Zurstrassen, visibile anche dalla cantina e ripreso con piccole citazioni nelle stanze dedicate agli uffici e alla sala per la degustazione.