L’architettura che libera i corpi come soluzione per la progettazione post-pandemica

Alle origini del modernismo c'era anche l'intenzione di promuovere uno stile di vita sano e avvicinare l'uomo alla natura, anche con il naturismo. Una lezione dimenticata e da recuperare, se vogliamo mettere la salute al centro della progettazione.

Il bagno di sole è un tipo di elioterapia: ci si stende al suolo, preferibilmente in un bosco, senza vestiti. Tuttavia, se il sole è molto forte, i neofiti devono proteggersi dalle scottature coprendosi con tessuti porosi, o meglio ancora con foglie fresche e ramoscelli.

RITORNO ALLA NATURA!
Il vero Metodo Naturale per Guarire e Vivere, e La Vera Salvezza dell’Anima.

Paradiso Riconquistato, Adolf Just, 1903

Al termine della Prima guerra mondiale, con l’avvento dell’architettura moderna, gli architetti presentarono un rimedio estetico alle terribili pandemie che stavano devastando l’Europa e le Americhe come l’influenza spagnola e la tubercolosi. Probabilmente, l’architettura modernista venne universalmente accettata per il suo stile pulito, essenziale e antisettico: un anticorpo all’architettura ornamentale, antiquata ed eclettica che aveva invece caratterizzato il periodo prebellico.

Questa nuova architettura puntava a sfruttare al massimo il sole, l’aria e l’igiene per creare uno stile antibatterico che valorizzasse la salute e la vita all’aperto: la prima fase dell’architettura modernista aveva infatti come principale obiettivo proprio quello di migliorare la salute delle persone. Tuttavia, questo aspetto venne per lo più ignorato e conseguentemente dimenticato dagli studiosi di storia dell’architettura, i quali analizzarono questa corrente architettonica e i suoi protagonisti in maniera fin troppo formale e tecnica. Oggi, nel bel mezzo di un’altra pandemia, dovremmo ripensare a questo periodo in cui la salute era più importante della forma, e trarne qualche utile suggerimento.  

Possiamo facilmente ricondurre i primi esempi di architettura modernista in California a queste nozioni. Rudolf Schindler (Lovell Beach House) e Richard Neutra (Lovell Health House) lavorarono a dei progetti per l’eccentrico guru della salute Philip Lovell: entrambi si concentravano particolarmente sulla creazione di architetture che promuovessero uno stile di vita sano. Lovell, un medico naturopata che da New York si era trasferito a Los Angeles, conduceva un programma radiofonico su salute e stili di vita, ed era il colonnista della rubrica “Cura del corpo”, la quale, nei primi anni ’20, veniva pubblicata sul Los Angeles Times e trattava di medicina e stili di vita alternativi. Promuoveva anche l’abbronzatura integrale, il consumo di cibi naturali, l’esercizio fisico e il sonno a cielo aperto.

Rudolf Schindler, Lovell Beach House, Newport Beach, Los Angeles, 1926. Immagine originariamente pubblicata su Domus 454. Foto Herman Hertzberger

Lovell invitò l’architetto Rudolf Schindler a scrivere svariati articoli che approfondissero il rapporto tra salute, arredamento e architettura. Il messaggio principale era che la Casa e l’Abbigliamento del futuro sarebbero stati sempre più in sintonia con la natura, in modo da far entrare il mondo esterno, e liberare il corpo nudo: avrebbero ripristinato il controllo sull’ambiente, senza tuttavia interferire con la nostra nudità mentale e fisica. Le stanze si sarebbero abbassate al livello del terreno, il giardino sarebbe diventato parte integrante della casa, e la distinzione tra l’interno e l’esterno sarebbe scomparsa. Le pareti sarebbero state poche, sottili e rimovibili. Le stanze sarebbero diventate parte di un’unità organica, anziché sembrare piccole scatole con spioncini per far entrare qualche spiraglio di luce.

Queste nozioni non hanno tuttavia avuto origine nella California degli anni Venti, ma piuttosto nella Germania di fine Ottocento, dove allora proliferavano i movimenti volti a promuovere stili di vita sobri e attenti alla salute. I costanti flussi migratori dall’Europa fecero sì che questi movimenti ispirassero anche gli abitanti della soleggiata California.

Sebbene Benjamin Franklin e Henry David Thoreau fossero stati i primi sostenitori del bagno nudista e delle passeggiate nella natura, il naturismo non prese veramente piede negli Stati Uniti finché questi riformatori tedeschi non raggiunsero la California del Sud. Il movimento culturale per la salute conosciuto come Lebensreform fu anche un movimento politico molto diversificato: centinaia di gruppi in tutta la Germania si dedicavano agli ideali dell’ecologia e dell’agricoltura biologica, del vegetarianesimo, del naturismo (Freiekörperkultur o FKK) e dell’astinenza da alcool e tabacco. Il movimento non era politicamente monolitico: socialisti devoti e liberi pensatori impegnati nel sociale si mescolavano con apolitici, elettori di destra e nazionalisti. Su questi temi sono state pubblicate decine di riviste, libri e opuscoli. Gli insegnamenti teosofici di Rudolf Steiner, raccolti sotto la rubrica del movimento Wandervögel (Uccelli vagabondi in tedesco), sono emersi dalla riscoperta delle leggende teutoniche e delle vecchie leggende tedesche che promuovevano un rinnovato legame con la natura, in netto contrasto con le città moderne, altamente industrializzate, densamente popolate e piene di fumo. Dopo la Prima guerra mondiale, i Traveling Nature Apostles viaggiavano per il mondo predicando il vegetarianesimo, gli stili di vita alternativi e il pacifismo.

Rudolf Schindler, Kings Road House, West Hollywood, Los Angeles, 1921-22. Immagine originariamente pubblicata su Domus 746. Foto Julius Shulman

Philip Lovell era sicuramente stato influenzato da questi movimenti: nelle sue numerose rubriche e durante le sue conferenze promuoveva il nudismo e la vita sana, chiedendo a gran voce che l’aria, il sole e il dormire in stanze ben ventilate e con molta luce naturale diventassero la priorità della nuova architettura modernista californiana. Fu un frequente mecenate dell’Eutropheon, il primo ristorante live-food di Los Angeles, fondato da John e Vera Richter nel 1917, che promuoveva le filosofie Naturmensch (Amante della natura) e Lebensreform, le quali ispirarono anche il movimento hippie e controcultura degli anni Sessanta. Lovell aveva sicuramente letto Ritorno alla natura, il libro di Adolf Just che già nel 1903 proclamava che “... presto vedremo come dormire sulla nuda terra sia una pratica particolarmente naturale e salutare. Vorrei anche far notare che le case a telaio leggero sono più sane di quelle costruite con materiali più massicci. Si dovrebbero costruire case più piccole, possibilmente circondate da giardini e alberi. Le nostre attuali case enormi, così simili a baracche, con spessi muri di pietra, che sorgono su strade strette e soffocanti, non fanno certamente bene alla nostra salute”.

Schindler studiò a fondo la vita naturale, e la sperimentale Kings Road House, costruita nel 1921, è un esempio perfetto. Prima di dedicarsi totalmente al progetto, Schindler trascorse alcune settimane in tenda nei boschi del parco nazionale di Yosemite, facendo lunghe passeggiate e bagni nel fiume totalmente nudo. Creò dei nidi per dormire all’aria aperta al posto delle normali camere da letto, e indossò abiti confortevoli come camicie e tuniche senza colletto in cotone naturale. Prima del loro esperimento di edilizia residenziale, Pauline Schindler, la sua moglie socialista e attivista, sognava “di poter vivere, un giorno, in un piccolo bungalow ai margini del bosco e delle montagne, vicino a una città affollata, che fosse aperto come il cuore di alcune persone per ospitare amici di ogni classe e tipo”. Nella casa, organizzava spesso incontri per promuovere la giustizia sociale, ascoltare musica sperimentale e praticare la danza balinese nuda, con grande disappunto dei suoi vicini conservatori e persino di Richard Neutra, che ai tempi viveva con la coppia.

Aalvar e Aino Aalto, Sanatorio di Paimio, Paimo, Finlandia, 1929-1933

Possiamo trovare un filo conduttore che collega Schindler ai modernisti successivi, i quali introdussero il tema della salute e della vita sana nelle loro architetture, esprimendolo attraverso una nuova estetica pulita e igienizzata. Le Corbusier, noto eliofilo e amante dei bagni di sole, si riferiva alla Casa come “la figlia del sole”.  La scuola all’aperto di Johannes Duiker ad Amsterdam e il sanatorio Zonnestraal (Raggio di sole) a Hilversum aprirono la strada al sanatorio di Paimio, il sanatorio per la cura della tubercolosi che Alvar Aalto progettò insieme alla moglie Aino. Il sanatorio era dotato di una grande terrazza sul tetto con una bellissima vista sulla foresta: gli infermieri vi trasportavano spesso i pazienti costretti a letto al fine di fargli prendere un po’ di aria fresca ogni giorno. L’ospedale fu progettato con sentieri tortuosi e giochi d’acqua per incoraggiare i pazienti a fare qualche passeggiata. Alla fine di ogni piano di degenza c’era un balcone soleggiato, esposto totalmente a sud, per permettere ai malati di prendere più luce naturale possibile. I Sunbox – delle piattaforme rotanti orientabili in base alla luce del sole – diventarono presto molto popolari nell’emisfero settentrionale, basti pensare a George Bernard Shaw.

Forse, ora che ci troviamo nel bel mezzo di un’altra pandemia, dovremmo tornare a concentrarci su questi principi, i quali mettono in primo piano il sole, la vita naturale e la cura del corpo, per costruire un’architettura che non ci faccia ammalare. Aria condizionata, vita in quota e alta densità abitativa dovranno essere riconsiderati nella progettazione di un’architettura post-pandemica. La pandemia promuoverà un’architettura che prende spunto dall’ambiente, piuttosto che dall’arte o da principi estetici estremi. Si prevede che ci sarà un grande esodo dalle città, e ormai è dato per certo che presto la crescita della popolazione umana si fermerà. Dovremmo concentrare la nostra attenzione su una pianificazione urbanistica a bassa densità e a basse altitudini che non sia né suburbana né urbana, ma che si concentri soprattutto sulla natura e, naturalmente, sulla nudità.

Mark Mack, professore emerito all’UCLA, ex architetto presso MACK Architect(s), Residente a Venice Beach e aspirante DJOrangela.

Per maggiori informazioni sul tema dell’architettura del sole, della salute e della vita naturale, consultate il libro Sun Seekers di Lyra Kilston (Atelier Editions), e Children of the Sun di Gordon Kennedy (Nivaria Press). Il nudismo ha influenzato direttamente la mia vita grazie al Turn Verein, un club sportivo tedesco che praticava il nudismo ogni volta che poteva. Le saune, nuotare nei fiumi e nei laghi e i bagni di sole all'aria aperta venivano sempre fatti senza vestiti, e senza separazioni per sesso. Per tutta la vita, la mia comprensione del “vestirsi in modo appropriato” è stata quindi in qualche modo strettamente collegata alla libertà di non vestirsi, a volte con il dispiacere dei miei familiari più stretti. Il nudismo e l’architettura mi hanno accompagnato per tutta la mia carriera di architetto: sono infatti stato un collaboratore di WET, la rivista sul Gourmet Bathing o “bagno gourmet”, e ho lavorato alla progettazione di una Solar Nudist Colony, una colonia naturista, alla fine degli anni Settanta.

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