Addio brainstorming: il Clay Storming in 5 lezioni veloci

Domus ha trascorso una settimana con l’architetta Anna Heringer per imparare i segreti di un brainstorming sostenibile e altamente efficace. Ecco una guida pratica, per tutti.

Clay Storming, photo Martina Orska

“Compito per oggi: pensate al vostro rifugio preferito dove giocavate quando avevate circa 5 anni.” A detta dell’architetta Anna Heringer – nota per i suoi edifici sostenibili in terra –, questo è il primo passo per progettare in modo sensato.

La risposta degli oltre dieci partecipanti al suo workshop durante Boisbuchet 2019 (Domus compresa) è stata più o meno la stessa, a prescindere dall’età, dall’origine o dal sesso: una nicchia dove nascondersi, dove avere il controllo dello spazio senza essere visti, con una luce morbida e filtrata, possibilmente in natura – in alto su un albero o in basso sotto un tavolo.

Se queste erano le nostre esigenze di quei tempi – quando la nostra mente era sgombra da sovrastrutture – dovrebbero essere quelle a cui guardare quando progettiamo uno spazio da abitare.

Detto questo, scopriamo i passi fondamentali del “Clay Storming”, il metodo di Heringer aperto a tutti, bambini compresi. Non c’è bisogno di carta, matite, Autocad, SketchUp o Rhino, solo di mani e argilla.

1. Chiudi gli occhi

Dopo aver mescolato e ammorbidito l’argilla, prendetene un pezzo e provate a fare una tazza usando il pollice a partire da una forma sferica. Probabilmente nel farlo applicherete in modo severo i vostri canoni estetici, costringendovi ad assecondare una forma ‘in generale’ considerata bella. Ora, prendete un altro pezzo, chiudete gli occhi, e modellate un’altra tazza.

Questo permette di concentrarsi su alcuni aspetti molto importanti che includono l’esperienza tattile: equilibrio, peso, superficie e forma. Quando riaprirete gli occhi, il risultato vi sorprenderà. L’ultimo passo è quello di combinare entrambe le tecniche, iniziando con gli occhi chiusi. Quando sentirete che l’oggetto avrà raggiunto una buona forma li riaprirete per apportare le correzioni richieste dalla vostra razionalità. L’importante è non essere troppo severi con sé stessi e fidarsi di ciò che viene dal didentro.

2. Modella il tuo spazio ideale

Passiamo alla fase di progettazione. Il vostro spazio ideale dovrebbe includere alcune delle caratteristiche individuate nel meditare sui vostri luoghi del cuore dell’infanzia. Prendetevi del tempo per modellarlo a mano e se necessario potete aiutarvi con semplici utensili per tagliare, modellare, pressare e punzonare. A differenza del cartone e del legno, i modelli in argilla possono essere rimodellati e modificati in qualsiasi momento: non abbiate paura di fare un cambiamento se vi rendete conto di aver fatto una cattiva scelta, piuttosto scattate delle foto per archiviare i vari passaggi.

Step 2: fai agire Shiva. Foto Martina Orska

3. Fai agire Shiva

Dopo un’ora buona di lavoro, in cui avrete messo anima e corpo nel vostro modellino architettonico, chiedete a qualcuno di distruggerlo con vigore. Sì, distruggerlo. Questo è Shiva, il dio indiano distruttore di mondi ma che li rigenera anche. A volte il caos può portare risposte creative e ispirazioni inaspettate. Abbracciare questa forza potrebbe mettervi di fronte a nuove e sorprendenti possibilità. Quello che avete attentamente modellato in precedenza ora probabilmente è più simile a una montagna organica.

Continuate a progettare il vostro spazio ideale partendo da lì: l’immaginazione farà il resto e sarà un sollievo, soprattutto se eravate bloccati in un’impasse creativa. Mentre lavorate al vostro nuovo modello marcato Shiva, annotate mentalmente tutte le novità che incontrate, da usare per i vostri progetti futuri.

4. Modella con il tuo team, ma anche con il cliente

Mettetevi intorno al tavolo con il vostro team, ma anche con i soggetti rilevanti del progetto, si tratti del cliente, o dei futuri fruitori dello spazio. Per prima cosa, bisogna modellare il paesaggio in cui è posizionato. Cercate di lavorare il più possibile per sottrazione e non per addizione. Potete farlo gettando dell’argilla sul piano per poi rimuovere il materiale e scolpirlo. Potrete selezionare la scala più appropriata utilizzando un’unità di riferimento rappresentata da una figura umana o da un cubo indicativo, tenendo presente che questa può cambiare a seconda di come procede la modellazione. Siate liberi di immaginare lo spazio, i suoi interni e i suoi esterni. Basta ricordare che tutto può essere cambiato, spostato e rimosso.

5. Cammina attorno e cambia punto di vista

Mentre modellate insieme, provate a cambiare posizione ogni 10/15 minuti, spostandovi intorno al tavolo e lavorando alla porzione in cui stava lavorando qualcun altro poco prima.  Questo permette di cambiare prospettiva e di comprendere meglio le visioni e le esigenze altrui. Inoltre, favorisce una visione più chiara d’insieme, mantenendo il design equilibrato. Questo modo di lavorare significa rinunciare a un po’ di ego e possessività delle idee, lasciando che gli altri intervengano e modifichino qualcosa fatto da voi in precedenza, e viceversa. È un esercizio di fiducia. Così si possono prendere molte decisioni insieme, a patto che la discussione arrivi solo dopo la modellazione.

Clay Storming. Foto Martina Orska

The Clay Storming method is deeply effective is it helps to understand a project in every single aspect, without the limits of a 2D surface (paper or computer). It can be easily applied in groups and it allows to walk around, look through, see how the light interacts with the architecture, how patterns and surfaces change the character of the space, balancing voids and fulls. Once it is completed, the model can be later photographed and used to develop professional drawings, if required.  

Workshop:
Clay Storming
Architetto:
Anna Heringer
Dove:
Boisbuchet 2019
Luogo:
Domaine de Boisbuchet, Francia
Partecipanti:
William Smith, Minttu Peltonen, Solveig Gubser, Maria Manrique, Alba Rodríguez Illanes, Sima Refae, Nona Tsekova, Ko Tsan Chin, Frederick Desimpel, YAN-TING WU, Nicolás Jaime Gemelli, Giulia Rosa, Mügue Yilmaz, Abel Mbaki, Marianna Guernieri

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