Trasformazione

Nel padiglione degli Emirati Arabi Uniti alla Biennale di Venezia il tema dell’evoluzione della casa privata diventa esemplare di uno stile di vita lontano dagli abbaglianti miraggi di Dubai e Abu Dhabi.

Il tema “Reporting from the front” apre a molte possibili letture – lasciando ampio margine d’interpretazione ai curatori dei padiglioni nazionali – ma unisce tutti sotto il cappello di un pragmatico ritorno alle questioni centrali dell’abitare, dell’ambiente costruito e del suo riflesso anche sulle questioni di carattere identitario.

Nel caso del padiglione degli Emirati Arabi Uniti il tema è la casa, l’abitazione privata, o meglio la sua trasformazione a partire da un modello “aperto” che fa parte della cultura tradizionale degli Emirati Arabi e di un progetto introdotto a partire dal 1970. Si tratta di una modalità insediativa che nasce e si trasforma in parallelo alla forte spinta all’urbanizzazione di una popolazione di per sé non stanziale, che in un arco di tempo relativamente breve, parallelamente al costituirsi della nazione e dello spirito nazionale del paese, si è spostata a vivere nelle città.

Padiglione UAE, Biennale di Venezia, veduta dell'installazione

Lo schema dell’abitazione è a corte, la casa tradizionale dei climi caldi, dove il controllo climatico – o meglio l’adattamento al clima – e la costruzione dei diversi livelli di protezione della privacy, legati a questioni tradizionali della famiglia araba, si fondono nel più riuscito e diffuso modello abitativo che caratterizza tutti i climi caldi del globo. Ma qui il principio e la regola insediativa diventano forme in divenire in virtù di una maggiore flessibilità e adattabilità nello spazio tra recinto e cuore dell’abitazione.

Padiglione UAE, Biennale di Venezia, veduta dell'installazione

Con l’ampliamento del nucleo familiare o il parallelo e lento modificarsi delle usanze, le case vengono estese o trasformate, in una costante ricerca di una configurazione definitiva. Mentre di definitivo rimane il solo atto fondativo che, definendo i confini del muro di cinta, disegna il limite della sfera privata e il volto esterno di un’abitazione del tutto introversa. Spostando l’interesse dall’ambiente urbano in via di forte crescita e progressivo consolidamento, teatro delle più imponenti trasformazioni che riguardano in primis Abu Dhabi e Dubai, verso una tematica più attenta alla qualità della vita e all’influsso delle modificazioni del nucleo sociale nei confronti dell’ambiente costruito, comprendiamo l’altro volto di un’area in forte sviluppo e di una nazione e una popolazione con una forte identità, soggetta a forti trasformazioni e sollecitazioni, e la reale natura di un’idea dell’abitare che è riflesso di uno stile di vita e dell’immagine identitaria degli Emirati Arabi Uniti.

Padiglione UAE, Biennale di Venezia, veduta dell'installazione

Un’accurata ricostruzione storica e casi-studio, un’abitazione con il suo nucleo famigliare e un quartiere sviluppato secondo questo modello, servono al curatore Yasser Elsheshtawy, docente della United Arab Emirates University, direttore del Urban Research Lab e autorevole conoscitore dello sviluppo urbanistico della regione, a chiarire, con abbondanza di apparati grafici e iconografici, non solo una visione urbana che supera questioni stilistiche o architettoniche, ma anche uno stile di vita lontano anni luce dagli abbaglianti miraggi di Dubai e Abu Dhabi.

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fino al 27 novembre 2016
National Pavilion UAE
Curatore: Yasser Elsheshtawy
Commissario: Salama bint Hamdan Al Nahyan Foundation
Con il supporto di: UAE Ministry of Culture and Knowledge Development
Allestimento: Paolo De Benedictis
Arsenale, Sale d'armi
Venezia