Gli orti comunali (Bosco in città, Parco Nord, Parco Alessandrini…) per quanto possano fungere da catalizzatori sociali, sono realtà riservate alle persone pensionate, limitandosi ad un'utenza non ampia e non condivisa dai più. La localizzazione di questi orti riguarda zone che sono marginali rispetto al centro della città, al confine tra il tessuto metropolitano e rurale che godono in parte del contatto, forse ancora precario, con un contesto non costruito.
I processi di auto-organizzazione di paesaggi agricoli urbani invece concernono format differenziati.
Famoso è l'esempio dei giardini familiari di via Chiodi, in zona Barona, per opera dell'architetto e proprietario del lotto Claudio Cristofani che, ereditato il terreno non edificabile, lo ha convertito a uso agricolo. Centotrenta sono le unità esistenti che vengono affittate annualmente, con una richiesta molto alta.
Un orto per bambini, organizzato dall'associazione Piano Terra, è aperto tutto l'anno in zona Corvetto nel giardino di uno spazio comunale. L'intenzione è quella di rendere tangibile e familiare, anche ai più giovani, la maggior parte dei quali non ha mai visto un orto, il contatto con i prodotti della terra.
Agricoltura e verde pubblico sono vitali funzioni urbane facilmente dismettibili e poco redditizie, questo li mette in uno stato di precarietà che solo una pianificazione cosciente può preservare e incentivare
Sono tanti ancora in città gli spazi di quello che Clement chiamerebbe terzo paesaggio, non utilizzati o che sfuggono alla cura e all'attenzione. Alcuni giovani architetti fondano i loro progetti sull'uso del verde urbano come prima risorsa nella progettazione. Tra i tanti, Atelier delle verdure aveva proposto, con un intervento minimo, una riqualificazione nell'area dell'ex circo di Porta Volta e Atelier PA(N)DA lavora invece, con altri giovani progettisti e designers su Microgiardini per un'iniziativa del comune di Sesto San Giovanni.
Agricoltura e verde pubblico sono vitali funzioni urbane facilmente dismettibili e poco redditizie, questo li mette in uno stato di precarietà che solo una pianificazione cosciente può preservare e incentivare.
