Soccer City Stadium, Johannesburg

Uno stadio-feticcio per la prima finale della Coppa del Mondo in Africa.

La strada che porta a Soccer City, sede della finale della Coppa del Mondo di calcio 2010, è una testimonianza del degrado urbano e, insieme, del potere della tecnica. Cantieri stradali, discariche, cartelloni, stazioni degli autobus e file sterminate di casupole si susseguono lungo la lacera linea che unisce Johannesburg a Soweto, una ferita lasciata dalla segregazione razziale e dal lavoro nelle miniere d'oro. Collocato nel mezzo di questa distopia umana e materiale, lo stadio è un crogiolo visuale e metaforico: un contenitore che eredita e inverte i processi che hanno costruito il suo sito.
Soccer City è caratterizzato da una grande impronta circolare. Ufficialmente simbolizza una calabash, o zucca da farina, presentandosi, nel contempo, come una forma robusta e neutra: uno stabilizzatore nella dinamica del cambiamento. La seducente superficie esterna in pannelli prodotti da Rieder Smart Elements GmbH riveste quello che resta di uno stadio funzionale ma anonimo, costruito nel 1987, al vertice della lotta contro l'apartheid. Il vecchio impianto, nato per soddisfare i bisogni degli appassionati tifosi di Soweto, simbolizzava la riluttante concessione, da parte del potere, che la città dei neri, concepita come dormitorio per la manodopera di colore in una condizione di segregazione, diventasse a tutti gli effetti una residenza permanente. Anche per questo motivo, fu scelto nel 1990 da Nelson Mandela per festeggiare la sua liberazione davanti a una folla straripante.

Vent'anni più tardi, l'impianto è stato riadattato tecnicamente per ospitare un altro evento di grande importanza. Progettato inizialmente per tenere ben separate le emozioni di folle aggregate intorno a calcio e politica, costruito in un deserto urbano nel modo più utilitaristico e funzionale, è stato riconvertito per diventare un elemento centrale, un fulcro sociale, economico e di interposizione. La sua collocazione inverte la tendenza di Johannesburg a svilupparsi verso nord, lontano dalla città dei neri: il sito ristrutturato si collega ora con Soweto, con il centro e anche oltre, tramite una nuova linea ferroviaria, autobus veloci e sistemi di comunicazione a fibre ottiche.
L'area adiacente allo stadio, tuttavia, rimane largamente poco sviluppata e i suoi plinti sono circondati da dune di sabbia e veldt – terreno incolto – oltre che da file di tende, container e recinzioni che fanno tornare in mente l'originale cittadella mineraria. La presenza della FIFA è un velo effimero che va e viene nel breve volgere di un mese: una cittàevento costruita intorno alla comunicazione, alla finanza e ai grandi marchi internazionali. Si tratta di una 'festivalizzazione' dello sviluppo urbano, al tempo stesso, contemporanea e controversa, accompagnata da una crescente preoccupazione da parte dell'opinione pubblica riguardo a come strutture di prestigio vengano realizzate rapidamente per un grande evento ospitato da un paese in via di sviluppo, nel quale, però, gran parte dei bisogni, in termini di infrastrutture di base, rimangono senza risposta.

Il grande dispendio di denaro richiesto dalla manifestazione è stato giustificato dalla popolarità del calcio in Sudafrica, dove si è sviluppato durante gli anni dell'apartheid, principalmente come sport per le comunità di colore. Nel cosiddetto Nuovo Sudafrica, la Coppa del Mondo è stata promossa per contribuire a forgiare l'identità del Paese, in particolare, attraverso il sostegno alla squadra nazionale. Insieme alle questioni riguardanti priorità e costi, c'è infatti molto orgoglio nella capacità, da parte del Sudafrica, di conseguire una rapidissima modernizzazione delle proprie città.
I due team di progettazione, Boogertman Urban Edge + Partners e Populous, sono molto qualificati: società che si distinguono per una realizzazione rapida e relativamente economica dei progetti assegnati e che si presentano all'insegna di una vasta esperienza tecnica, parlando dei processi di lavoro in termini di collaborazione, decisioni collettive e, soprattutto, di attitudine pragmatica.

Lo stadio ora opera in modo molto funzionale, è una struttura in grado di gestire i massicci movimenti che accompagnano i grandi eventi: dal riciclo delle acque fino alla circolazione sulle rampe all'interno del rivestimento e il flusso verso l'esterno di immagini e notizie da parte dei media. Come strumento, promette di fare da tramite, senza inciampi, tra il suo sito africano e il villaggio globale.
villaggio globale. In questo ruolo, lo stadio riflette lo stesso gioco del calcio, almeno secondo la definizione della FIFA. Applica tecniche contemporanee per promuovere una serie di fragili qualità umane, particolarmente quelle che, come il gioco, sono situate all'interno dei più profondi strati affettivi e fisici del corpo. Molte persone, allo stadio, reagiscono in modo viscerale, esprimendo gioia, orgoglio, ossessione e timore. È come se un processo apparentemente meccanico di costruzione abbia evocato una presenza ultraterrena: uno spirito che infonde all'oggetto una presenza irrazionale. Questa qualità, forse, va individuata nella materialità dell'edificio, negli ossidi dei pannelli che richiamano quelli della terra scavata intorno al sito. Oppure, in parte, nella promessa dello spazio aperto che lo circonda, il quale rafforza la natura ambivalente dell'edificio quale feticcio o luogo centrale.

Il tempo e la strategica combinazione di eventi e luogo determineranno, alla fine, il valore di Soccer City. Lo spazio dentro e intorno alla struttura, accessibile da tutte le aree della città, e il ritorno dell'investimento globale alla sua fonte potrebbero creare dei siti per le comunità, istituzioni nuove e piattaforme che gestiscano e commercializzino i prodotti di un'economia emergente. Lo stadio e la stessa finale della Coppa del Mondo potrebbero regalare un'immagine a questo motore del cambiamento: quella di una vasta e creativa struttura che ruota intorno a un semplice prato, con un gioco praticato da ragazzini nel quale regole e ispirazione si mescolano in uguale misura. Hannah le Roux


Soccer City Stadium, Nasrec, Johannesburg, South Africa
Architects: Boogertman Urban Edge + Partners in partnership with Populous (Bob van Bebber – Project Director: Boogertman Urban Edge + Partners; Piet Boer – Senior Associate & Project Architect: Boogertman Urban Edge + Partners; Damon Lavelle – Associate Principal: Populous)
Contractor: Grinaker-LTA/Interbeton
Crowd modelling: Steers Davies Gleave
Structural engineering: PDNA/Schlaich Bergermann & Partners
Civil engineering: Phumaf
Acoustic engineering: Pro Acoustic Consortium
Electrical engineering: Advoco
Electronic engineering: QA International (Pty) Ltd
Fire engineering: Chimera Fire
Mechanical engineering: Dientsenere Tsa Meago (Pty) Ltd
Landscape design: Uys & White
Quantity surveyors: Llale & Company /De Leeuw Group
Site area: 254,725.96 m2
Total stadium seating: 88,958
Built area (footprint): 160,284 m2
Cost: 3.38 billion ZAR
Design concept submission: March 2006
Tender period: November – December 2006
Construction: February 2007 – March 2010
La facciata del Soccer City Stadium
è formata da una tessitura continua
di pannelli declinati in otto colori diversi,
traforata in modo irregolare da una trama
di feritoie minute. Prodotti da Rieder Smart
Elements GmbH, i pannelli della facciata
(FibreC) presentano una miscela
di cemento unito a fibre di vetro.
Le superfici sono colorate aggiungendo,
prima della maturazione, ossidi di ferro
e additivi naturali
La facciata del Soccer City Stadium è formata da una tessitura continua di pannelli declinati in otto colori diversi, traforata in modo irregolare da una trama di feritoie minute. Prodotti da Rieder Smart Elements GmbH, i pannelli della facciata (FibreC) presentano una miscela di cemento unito a fibre di vetro. Le superfici sono colorate aggiungendo, prima della maturazione, ossidi di ferro e additivi naturali
Lo Soccer City Stadium si trova a Nasrec,
un sobborgo periferico a metà strada tra
Soweto e il centro di Johannesburg.
A nord di un importante nodo di scambio
trasportistico, lo stadio è servito da una
passeggiata pubblica che lo collega a un
complesso fieristico: il Johannesburg Expo
Centre. Costruito nel 1987 a servizio della
comunità di Soweto, si chiamava in origine
First National Bank Stadium. Tra il 2007 e il
2010, è stato del tutto rinnovato e ampliato
per ospitare la Coppa del Mondo di calcio
Lo Soccer City Stadium si trova a Nasrec, un sobborgo periferico a metà strada tra Soweto e il centro di Johannesburg. A nord di un importante nodo di scambio trasportistico, lo stadio è servito da una passeggiata pubblica che lo collega a un complesso fieristico: il Johannesburg Expo Centre. Costruito nel 1987 a servizio della comunità di Soweto, si chiamava in origine First National Bank Stadium. Tra il 2007 e il 2010, è stato del tutto rinnovato e ampliato per ospitare la Coppa del Mondo di calcio

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