Il Centro è situato in una posizione strategica, vicino al cuore della capitale e in prossimità dello snodo viario più trafficato del paese. Kringlan, con una superficie totale di circa 50.000 metri quadrati su tre piani commerciali, 150 unità di vendita, un parcheggio di 5.000 posti e 5 milioni di visitatori all’anno, è tra i primi mall su modello statunitense realizzati in Islanda. Fin dalla apertura nel 1987, è un punto di riferimento e una necessità per una città dalle condizioni climatiche talvolta estreme, dove la vita si svolge frequentemente indoor.

A raccontalo a Domus è l’architetto Paolo Gianfrancesco, socio dello studio THG Arkitektar, che ha realizzato di recente il rinnovamento del terzo piano del centro commerciale, infondendo nuove energie alle già vibranti esperienze di shopping, intrattenimento e socialità offerte dal complesso.

"Al contrario, in Islanda la tipologia ha ridefinito la modalità dell’esperienza d'acquisto senza “fagocitare” i tradizionali negozi cittadini: l’Islanda è un Paese che soffre il commercio su strada per via delle condizioni climatiche, e in cui il traffico carrabile è molto diffuso. Per questo, il centro commerciale intercetta le esigenze degli acquirenti di fruire di uno spazio protetto e accogliente, facilmente accessibile”.

Il progetto di rinnovamento (2022) ha inteso potenziare l’attrattività del terzo piano facendo leva su un design fortemente connotato. “Dopo accurate analisi di performance – precisa Gianfrancesco – era emerso che il piano soffriva di un “distaccamento” dal resto del complesso, che i negozianti erano insoddisfatti per i bassi numeri di vendita e che c’era un minore afflusso di pubblico rispetto agli altri piani, forse a causa della maggiore distanza dal parcheggio o degli ambienti poco accattivanti. L’obiettivo era rivitalizzare il terzo piano, creando un “brand nel brand” che fosse parte integrante del complesso ma con un’identità riconoscibile”. E aggiunge: “non si è trattato di una semplice operazione di restyling quanto piuttosto di un vero e proprio ripensamento globale degli spazi, dei flussi di transito e delle tipologie di attività nel terzo piano, con l’obiettivo di fare dell’intrattenimento e dell'esperienza il suo cuore pulsante”.

Il risultato è uno spazio fluido che assembla in circa 7.000 metri quadrati tre principali aree funzionali: intrattenimento, sport e ristorazione.
Il parco giochi di 200 mq per bambini, lo spazio di social gaming “Oche®” di 1.000, il cinema ristrutturato con tre sale (tra cui la sala Vip più lussuosa d’Islanda); la palestra di 1.000 mq; un’offerta ristorativa di qualità, con un Bistrot “ricco” negli arredi e nella gastronomia e con una zona di ristoro “democratica” ed “esotica”.

“Per l’area ristoro –  come spiega l'Architetto – è stata adottata una politica di “democratizzazione” delle insegne (un banner comune per ogni stand per contrastare il predominio dei brands globali su quelli minori) ed è stato scelto il nome Kúmen, cumino, una delle pochissime spezie spontanee d’ Islanda che, con il suo piccolo seme, simboleggia la volontà di piantare all'interno del centro un nuovo inizio e coltivare un senso di avventura”. Per accentuare il carattere accogliente del centro, un’attenzione particolare è stata rivolta alla qualità di materiali e arredi, della luce, dell’acustica e al disegno dei percorsi, articolati e non lineari.

Grazie a FMG Fabbrica Marmi e Graniti, azienda leader nel settore ceramico, e agli altri brand del Gruppo, Iris Ceramica e Sapienstone, la ceramica è materiale “principe” dell’intervento, dai rivestimenti parietali, ai pavimenti, perfino agli arredi. Parliamo di circa 5.000 metri quadrati di superfici a pavimento, a cui si aggiungono quelle a parete in tutte le aree che accolgono i sanitari e le cucine.

La scelta di utilizzare la ceramica risiede nella facilità di installazione e manutenzione, nell’altissima durabilità e resistenza, negli elevati standards di sicurezza e comfort e, soprattutto, nel range molto ampio di patterns e aspetti visivi disponibili. Una scelta inusuale ma presto applaudita in Islanda, un paese dove l’uso della ceramica non è frequente. Non esiste infatti nemmeno un vocabolo che descriva questo materiale.

Lastre Full Body³, Venice Villa, FMG

Il progetto si apre così a un ricco ventaglio di espressioni compositive e stilistiche. Nell’area Kúmen, nelle venti unità di ristoro e negli spazi comuni di passaggio, la “Pietra di Sciara” di Iris Ceramica, declinata in diverse cromie, riveste i pavimenti garantendo un’elevata resistenza al calpestio e ai trattamenti di pulizia, evocando al tempo stesso il pavé dei viali all’aperto. Nelle pareti, “Elementi Rivestimento” di Iris Ceramica nel classico formato brick riscaldano gli ambienti con un tocco di artigianalità. Nel Bistrot, il rivestimento in terrazzo alla veneziana “Venice Villa” di FMG, caratterizzato da granuli di marmi e pietre colorati, disegna uno spazio vivace ed esuberante. La posa si estende dalle superfici calpestabili alle pareti verticali fino ai piani dei tavoli, unendo la funzionalità del gres porcellanato a tutta massa al calore di un pattern mélange.

Una delle qualità principali del Full Body³ di FMG è quella di poter essere utilizzato non solo per la copertura di pavimenti e superfici verticali ma anche nella realizzazione di oggetti di arredo. Facile al taglio, vanta una profondità tonale e uniformità che garantisce sia l'aspetto tecnico di pulizia e durezza, sia visivo ed estetico.

Elementi Rivestimento, Iris Ceramica

Nell’area svago Oche®, la ceramica tecnica Full Body³ Palladio di FMG è posata sotto gli shuffle boards e contribuisce all’atmosfera avvolgente dell’ambiente. I motivi che hanno portato alla scelta di Palladio sono la durevolezza e la resistenza al graffio. Trattandosi di un tutto massa, permette di ovviare ai problemi causati da eventuali scheggiature.
Nei bagni, combinazioni di colori accesi, dettagli ricercati, piante e fiori si uniscono a eleganti superfici ceramiche in “Pietra di Sciara” ed “Elementi Rivestimento” di Iris Ceramica, generano un sorprendente “effetto wow”. La dimostrazione che anche gli ambienti di “servizio” possono sprigionare una propria poetica, grazie ad un progetto sensibile e a materiali affidabili ed espressivi.