Storia, tecnica e costume

Da decenni raccontano ed esplorano il mezzo fotografico in tutte le sue forme. E tra giugno e ottobre ospitano due mostre che, tra tradizione e innovazione, ne testimoniano ancora una volta l'eclettismo

Fondati rispettivamente nel 1971 e nel 1993, la Fotostiftung Schweiz e il Fotomuseum Winterthur, entrambi ospitati in un'area ex-industriale riconvertita, espongono sia le opere dei più celebrati maestri dell’obiettivo sia i lavori di giovani emergenti, indagando la cultura fotografica anche nel contesto delle nuove tecnologie e dei media digitali. La collezione del Fotomuseum risale al 1960 e ha contribuito a plasmare la comprensione del mezzo fotografico in tutte le sue forme, mentre la raccolta della Fotostiftung Schweiz si concentra sul movimento svizzero dalle origini a oggi.
Oltre alle proprie raccolte, i due musei ospitano ogni anno esposizioni temporanee personali e collettive, conferenze e workshop ponendosi tra i massimi punti di riferimento europei della cultura fotografica. 

Ernst A. Heiniger, Saltare un crepaccio, Oberland bernese, 1933, dalla mostra Good Morning World! (5 giugno - 10 ottobre) © Fotostiftung Schweiz

Ernst A. Heiniger, Goccia d'acqua, 1943, dalla mostra Good Morning World! (5 giugno - 10 ottobre) © Fotostiftung Schweiz

Ernst A. Heiniger, «Bjesprisorni», ragazzo che dorme a Leningrado, 1932, dalla mostra Good Morning World! (5 giugno - 10 ottobre) © Fotostiftung Schweiz

Ernst A. Heiniger, Squadra di cordata sulla cresta del Bianco, Grigioni, 1941, dalla mostra Good Morning World! (5 giugno - 10 ottobre) © Fotostiftung Schweiz

Karl Wolf, Riprese del film Circarama «Rund um Rad und Schiene», 1963, dalla mostra Good Morning World! (5 giugno - 10 ottobre)  © Fotostiftung Schweiz

Il teatro cirolare Circarama a Expo 64, Losanna, 1964, dalla mostra Good Morning World! (5 giugno - 10 ottobre)

Aneta Grzeszykowska, Selfie #10, 2014 dalla mostra How to Win at Photography (5 giugno - 10 ottbre) © Aneta Grzeszykowska / Sammlung Fotomuseum Winterthur

Roc Herms, still from Study of Perspective, 2015, dalla mostra How to Win at Photography (5 giugno - 10 ottobre) © Roc Herms

Yuyi John, Julia's Twitter 2, 2016, dalla mostra How to Win at Photography (5 giugno - 10 ottobre) © Yuyi John

Emma Agnes Sheffer, Straight Road from Above in the Snow with Trees, image collection from Instagram, 2021, dalla mostra How to win at Photography (5 giugno - 10 ottobre) © The authors and Insta Repeat

Uno scorcio del Fotomuseum Winterthur Schweiz Tourismus / Oliver Baer

Uno scorcio del Fotomuseum Winterthur Schweiz Tourismus / Oliver Baer

Uno scorcio del Fotomuseum Winterthur © Schweiz Tourismus / Oliver Baer

Uno scorcio del Fotomuseum Winterthur © Schweiz Tourismus / Oliver Baer

Akihiko Taniguchi, screenshot da Practice for in-game photography / virtual photography; dalla mostra How to win at Photography (5 giugno - 10 ottobre) © Akihiko Taniguchi / Courtesy of the artist

A partire dal 5 giugno e fino al 10 ottobre le istituzioni ospitano due importanti mostre che ne illustrano l’approccio eclettico.
Alla Fotostiftung Schweiz, “Good Morning World!” sarà dedicata a Ernst Heiniger (1903-1993) pioniere, negli anni Trenta del Novecento, della Neue Fotografie troppo a lungo trascurato dalla narrazione ufficiale della fotografia elvetica. Autodidatta, dopo aver iniziato a lavorare come fotoritoccatore, Heiniger fu sempre all’avanguardia e arrivò, tra i primissimi, a fondere grafica e fotografia. Negli anni Cinquanta, girò per il mondo come documentarista per Walt Disney e due dei suoi cortometraggi furono premiati addirittura con il premio Oscar. In occasione dell’Expo di Losanna del 1964 produsse il primo film a 360° del Paese utilizzando la tecnologia Circarama.
Forte degli archivi personali racconti in Svizzera e negli Usa, quella del Fotomuseum sarà la prima retrospettiva completa sul suo lavoro.
Al Fotomuseum, poi, è di scena “How to Win at Photography – Image-Making as Play”, un’esposizione che indaga la relazione tra fotografia e gioco stabilendo connessioni anche inaspettate tra la storia della fotografia, la gamification e l’immaginario dei videogame. Attraverso un assemblaggio di opere d’arte multimediali e immagini vernacolari, la mostra mette in discussione il significato e la funzione stessa della fotografia oggi: stiamo giocando con la macchina fotografica o è la macchina fotografica che in definitiva sta giocando con noi? Siamo davvero al comando o siamo semplici pedine in reti tecniche, sociali, culturali ed economiche? Che cosa può ottenere un fotografo a livello politico e socioculturale?