Il ponte quale metafora del luogo di relazione è raccontato dall’inventario personalissimo di Jürg Conzett che, aiutato dall’amico fotografo Martin Linsi, intraprende un viaggio nel paesaggio svizzero per cogliere la “personalità” dei ponti.
Nel rigore della presentazione dell’insieme, emerge un aspetto enigmatico di queste opere in costante equilibrio tra paesaggio e costruzione, tra relazione e equilibrio, tra ingegneria e architettura che, nell’evidente stabilità e precisione della struttura, nascondono un’incessante e impercettibile tensione verso la composizione delle forze che l’attraversano. Nel confine labile tra ingegneria e architettura, il ponte è guardato quale spazio pubblico che nel suo essere ristretto e delimitato, accoglie e indirizza lo scorrimento dei flussi. In questo modo, attraverso l’uniformità delle immagini e la precisione del racconto, Conzett, da profondo conoscitore del linguaggio delle strutture, compila un esemplare abecedario di ponti. FP










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