"La caratteristica più evidente della Manica Lunga è la prospettiva del lungo salone visto soprattutto verso la trifora che affaccia il bacino di San Marco. E’ uno spazio ascetico e totalmente inaspettato nella nostra cultura di standardizzazione e gretta praticità. E’ anche disorientante perché le dimensioni sono difficilmente comprensibili a causa dell’inganno visivo prodotto dalle porticine delle celle, che giocano con le reali proporzioni dello spazio.
La Manica Lunga di oggi è passata attraverso talmente tante vicende architettoniche che il suo attuale aspetto non può più essere riportato alla mente di un autore, bensì al talento della storia, che ha fatto sì che questi spazi passassero da celle conventuali, a caserme, a rovine, a dormitori pubblici, ad aule, a fulcro del complesso bibliotecario della Fondazione Cini dei nostri giorni. Trovargli una nuova funzione è quindi parte della sua esistenza e il destino di polo bibliotecario quanto mai pertinente e adatto.
La fruizione bibliotecaria è la funzione più adatta per spazi di questa conformazione, dove è necessario ottenere un orientamento visivo diretto sia a beneficio degli studiosi per un’immediata lettura delle aree tematiche, sia dei bibliotecari per una più facile gestione e un più efficiente controllo.
La soluzione adottata prevede di non intervenire sulle strutture murarie e di risolvere i problemi impiantistici con criteri di economia e semplicità. Il grande salone si trasforma in biblioteca prendendo ispirazione dal Longhena, con le scaffalature aperte in tutta l’estensione delle pareti con tavoli per la consultazione al centro. Un secondo livello è realizzato con una balconata alla quale si accede da scalette a rampa diretta sistemate sulle testate del lato Nord e Sud e del transetto centrale.
L’organizzazione dello spazio permette di contenere oltre 100.000 volumi e prevede l’espansione del patrimonio negli anni a venire. La struttura portante e le scaffalature sono in metallo. L’effetto prospettico è così accentuato dal raddoppio delle linee che portano all’orizzonte senza modificare l’impatto scenografico della sala.
Per mantenere la presenza delle porticine delle celle, le stesse sono ripetute sul fronte degli scaffali. La sorpresa dell’inusuale dimensione delle porte è sottolineata da questa incorniciatura realizzata da un ulteriore portale in legno che, oltre ad avere la funzione di sostenere la balconata del secondo livello, produce un nuovo effetto prospettico con una porta piccola dentro ad una porta più grande.
Lo spazio centrale può così rimanere vuoto ed essenziale, con i soli lunghi tavoli necessari per la consultazione: altri tavoli sono disponibili all’interno di alcune celle per incontri, riunioni, conferenze e attività multimediali.
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L’illuminazione della Nuova Manica Lunga è pensata con i criteri di “territorialità”, per dare luce dove veramente serve ed evitare una diffusione di luminosità che preclude alla concentrazione e allo studio. Il corridoio centrale ha un’illuminazione dedicata all’uso delle scaffalature direttamente integrata nell’arredo, realizzata con lampade LED dotate di sistema di spegnimento, sistemate in alto per rendere più comoda possibile la consultazione e la lettura dei titoli illuminando solo la parte interessata. I sistemi antincendio sono integrati nei supporti per l’illuminazione e scompaiono completamente alla vista. Sui tavoli la luce è sistemata su apposite strutture fisse e direzionata direttamente verso il piano. Nelle celle è invece adottata una soluzione a soffitto con lampade a incasso con sorgenti luminose a basso consumo energetico".
Michele De Lucchi
