Domus 993 è in edicola

In questo numero: lo stadio di Bordeaux in Francia di Herzog & de Meuron, un edificio per appartamenti a Vienna di Sergison Bates architects e progetti di Märkli, Polin, Kéré. Lorenzo Damiani racconta la sua idea di design ed Ernesto Gismondi la sua visione di Artemide.

Domus 993, cover, dettaglio
L’editoriale “Per un nuovo inizio” sottolinea la necessità di passare dalle parole ai fatti, tornare cioè a discutere i risultati del lavoro di ognuno, da quello più umile a quello più alto, dalle professioni alle arti, dalla formazione alla produzione, dall’impresa ai servizi, in modo che il valore possa corrispondere al risultato del lavoro e solo a quello.

Tra i progetti di questo mese il Nuovo stadio di Bordeaux, Francia, di Herzog & de Meuron, un edificio residenziale, a Vienna, di Sergison Bates architects e la casa di Peter Märkli in Svizzera, letta da Beigel e Christou che la immaginano tra 200 anni.

Lorenzo Damiani racconta a Domus la sua idea di design, mentre Ernesto Gismondi nel fare la storia di Artemide ne delinea anche il futuro. Per i 50 anni della struttura componibile Haller, brevettata da Paul Schärer nel 1965, l’azienda svizzera USM ha dato vita a una settimana di workshop per ripensare l’idea di modularità.

Vittorio Gregotti recensisce la grande mostra su Le Corbusier del Centre Pompidou, a cinquant’anni dalla morte dell’architetto. Domus è protagonista, attraverso i suoi materiali d’archivio, della mostra al Nouveau Musée National de Monaco su Fausto Melotti, e sempre per lo sguardo sull’arte, Pietro Montani racconta la vicenda di VOLUME!, uno spazio per l’arte a Roma promosso da Francesco Nucci.

La Mackintosh School of Architecture di Glasgow, The Mac, promuove un programma di progettazione fondato sull’attività di laboratorio, insieme all’impegno sociale, un altro punto fermo nel ciclo di studi. Per raccontare il proprio metodo didattico alla Columbia University di New York, Bernard Tschumi ha scelto quattro progetti sviluppati in altrettanti laboratori tematici che illustrano come l’architettura sia ideazione e materializzazione di contenuti.

Il feedback, che torna a Milano, è di Italo Lupi che con quattro itinerari la dipinge per scoprirne la parte del centro antico, quella moderna, quella delle periferie, dove si trovano alcuni eccellenti edifici, e infine quella barocca. Nell’elzeviro Franco La Cecla sottolinea la necessità di ridare un senso “umano” all’urbanistica, diventata una “disciplina arida e precisina”.

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