Questo articolo è stato pubblicato in origine su Domus 1037, luglio 2019 Guardando l’ultimo lavoro di Hashem Shakeri è difficile non pensare, a prima vista, di trovarsi di fronte alle fotografie di un set cinematografico, una surreale pièce teatrale en plein air, la messa in scena di un mito folkloristico, tramandato dalla tradizione ma da nessuno realmente vissuto. Per l’arido affresco di An Elegy for the Death of Hamun l’artista iraniano sceglie una palette drenata di ogni vitalità, dove con immediatezza subliminale eppure materica ogni colore racconta invece della siccità ormai ventennale e della conseguente crisi, ecologica e sociale, che sta trasformando la provincia del Sīstān in una terra fantasma. Storia in atto alla luce del sole, dunque, che la bellezza spettrale di queste immagini esalta e denuncia grazie all’ambivalenza dell’arte fotografica.
An Elegy for the Death of Hamun
Il lavoro dell’artista Hashem Shakeri, attraverso una palette drenata di ogni vitalità, racconta della siccità e di come la conseguente crisi stia cambiando la provincia di Sīstān in Iran.
Foto © Hashem Shakeri
Foto © Hashem Shakeri
Foto © Hashem Shakeri
Foto © Hashem Shakeri
Foto © Hashem Shakeri
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Foto © Hashem Shakeri
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- Raffaele Vertaldi
- 18 luglio 2019
- An Elegy for the Death of Hamun
- Hashem Shakeri
Hashem Shakeri, Hossein, 13 anni, Porto di Beris, Chaabahaar, Iran, maggio 2018, dalla serie An Elegy for the Death of Hamun