Barclay & Crousse Architecture

La sua cifra progettuale consiste nel conciliare le lezioni dei grandi architetti del Novecento con le culture costruttive del Perù

Fondato a Parigi nel 1994 da Sandra Barclay (Lima, 1967) e Jean Pierre Crousse (Lima, 1963), Barclay & Crousse Architecture ha una nuova sede a Lima dal 2006 (i progetti francesi vengono seguiti da Atelier Nord Sud, aperto nel 2004 da Crousse con due soci). L’attività dello studio spazia dalla realizzazione di case unifamiliari a musei, edifici polifunzionali e università; la sua cifra progettuale consiste nel conciliare le lezioni dei grandi architetti del Novecento con le culture costruttive del Perù.

Con interventi come l’Equis House (Lima, 2003), Le Kioske (Cañete, 2006) Huayoccari Landscape (Cusco, 2009), lo studio investiga come le ragioni del paesaggio possono influire sulle scelte progettuali: le modalità di queste architetture di insediarsi e integrarsi alla topografia sono desunte dalle tecniche tradizionali precolombiane.

La C3 House (Ancon, 2017) o la F House (Lima, 2010) mostrano invece la comparsa di motivi ispirati ai tardi progetti di Le Corbusier e di Louis Kahn, declinati in relazione ai luoghi e alle relative prassi costruttive. E se la lezione di Louis Kahn trova la sua massima espressione nell’Università di Piura (2016), in cui la complessità e ricchezza degli spazi interni si contrappone alla semplicità del costruito, sono le lezioni di Le Corbusier e della cultura precolombiana a trovare una matura sintesi in LUM, Lugar de la Memoria (Lima, 2013): il tema della promenade architecturale che struttura l’intero museo si intreccia armoniosamente con le piattaforme e i terrazzamenti che lo contraddistinguono.

La sensibilità dello studio nell’interpretare l’identità museale trova una diversa coniugazione nel Paracas Museum, realizzato nel 2016 nella relativa riserva, nella regione di Ica. L’astrazione formale esterna e lo spazio labirintico interno, i sistemi costruttivi semplici e razionali e le tecniche tradizionali nel trattare le superfici solo in apparenza si inscrivono in ragioni pragmatiche legate al basso costo della realizzazione e a necessità di controllo climatico e luminoso. Le qualità del museo derivano dalle modalità utilizzate dagli antichi peruviani per integrare le costruzioni nei paesaggi desertici e dagli schemi labirintici degli edifici precolombiani, e declinano uno dei temi cardine della poetica di Kahn: realizzare edifici che abbiano le qualità della rovina.

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