I disegni di Pier Vittorio Aureli presentati in questa mostra sono un’azione lenta che precede o a volte prosegue i temi d’architettura affrontati dallo studio Dogma nei suoi progetti.
Un esercizio che prelude a un’architettura compositiva – e per compositiva intendo un’architettura capace di mettere a sistema differenti scale del progetto – che può essere raggiunta solo attraverso il suo esatto contrario. Un esercizio non compositivo infatti, esclude dalla rappresentazione ogni tipo di programma, legame con la città e riflessione progettuale se non quella del darsi delle regole da applicare correttamente.
Le visioni di Aureli sono frutto di una scelta precisa, la tecnica prima di tutto è quella del tratteggio regolare, matita e china lo strumento, la forma del foglio sempre uguale 50 x 50 cm, il tema quello di edifici senza un programma preciso.
Ecco quindi che ci confrontiamo con disegni e modelli particolari che hanno perduto o non hanno mai avuto una funzione prescrittiva e che sono prima di tutto e soprattutto disegni e modelli di cose, in cui una particolare idea di cosa, più o meno consapevolmente accettata, può dunque mostrarsi più facilmente... [1]
Dipinti: I disegni sono immagini che definiscono la poetica del loro autore. Il fatto che già dal titolo questi disegni evocano un riferimento alla pittura (il titolo richiama un dipinto di Frank Stella del 1959) dimostra che per un progettista è importante confrontarsi con le altre arti, guardare la pittura, l’immagine come un luogo per la formazione di una propria idea di mondo. Non dobbiamo dimenticare che l’atto fondamentale della conoscenza umana è orientarsi di fronte al caos attraverso la posizione di immagini e segni. [2] Disegnare significa quindi orientarsi, selezionando gli elementi da rappresentare, cercando i limiti della propria disciplina.
Paradosso: Attraverso i paradossi, affermazioni che sono o sembrano in contrasto con il giudizio comune è possibile liberarsi da tutta una serie di impalcature e convenzioni, si riesce a trasformare lo scorrere del tempo in un tempo del pensiero.
Oggi spesso si sente dire che Il ritorno al disegno è un ritorno al passato niente di più sbagliato pensare attraverso le immagini è pensare il futuro.
Note
1. Emanuele Garbin, In Bianco e Nero, Quodlibet Studio, 2014
2. F. Saxl Discorso di commemorazione di Aby Warburg (1929) au taut 321-322 2004