Everything All At Once

Presentando in modo convergente film, architettura e software, la monografia in progress dello studio MOS e il suo messaggio diventano felicemente complici di questo nuovo modo potenzialmente rivoluzionario di vedere l'architettura.

Michael Meredith, Hilary Sample, Everything All at Once The Software, Architecture, and Videos of MOS, Princeton Architectural Press, New York 2012 (pp. 176; € 19,49)

"Sappiamo quel che facciamo…
Sappiamo come suona…"
— Scritti Politti, Messthetics
"Non ci interessano granché i mezzi di produzione…"
— Scritti Politti, Bibbly-O-Tek

Alla fine degli anni Settanta dei musicisti inglesi, tra cui il gruppo Scritti Politti, elaborarono un nuovo modo di pensare e creare la musica con pioneristiche sperimentazioni fai-da-te, in cui brani singoli venivano incisi e inseriti in confezioni a buon mercato. Questo nuovo strumento espressivo si muoveva al di fuori della tradizionale produzione musicale commerciale. Con il loro brano Bibbly-O-Tek, e sulla scia di numerosi altri tra cui l'album The Medium was Tedium dei Desperate Bicycles, Messthethics degli Scritti creò un'etica della creazione musicale interamente nuova. Scoprirono che far musica autonomamente con un sound di bassa qualità e talvolta intenzionalmente amatoriale era liberatorio, dato che i consueti mezzi di produzione erano diventati ripetitivi e stantii, e creavano un flusso ininterrotto di musica monotona. Questa situazione fornisce un punto di partenza per capire l'etica che si esprime in Everything All at Once, la monografia in progress degli architetti newyorchesi Michael Meredith e Hilary Sample dello studio MOS.

Il libro presenta i tre linguaggi che MOS usa per realizzare e rappresentare questa architettura: il software, l'architettura e il film. I tre linguaggi sono presentati in parallelo, ciascuno in un differente colore di inchiostro fluorescente. Il libro è un esercizio contemporaneo, provocatorio, massimalista (1) nel linguaggio della Messthetics. Qui gli esperimenti di software e di film fai-da-te danno alla luce un'architettura tecnicamente misurata e pensata, ma che condivide un immediato fascino tipico della Messthetics, spesso volutamente scomposto, grottesco e in generale squilibrato, un po' come ciò che il portavoce degli Scritti, Green Gartside, descriveva come "un sound ruvido e collassato" (2).

Altrettanto si potrebbe dire delle sperimentazioni sul software, dove l'impostazione fai-da-te del progetto informatico usa software relativamente semplici per creare progetti, consentendo alla simulazione fisica di alterare strutture o ordinamenti di gruppi di oggetti, come in SAND, dove dei blocchi vengono accumulati in un ambiente cosparso di ostacoli, impilati o in accumuli informi. Il terzo dei linguaggi presentati nel libro è il film, in cui i progetti d'architettura sono rappresentati sia prima che dopo il completamento, invece che attraverso piante o alzati. In tutti e tre i linguaggi il processo di ideazione e di iterazione rimane al centro del progetto "finale".
Michael Meredith, Hilary Sample, <em>Everything All at Once
The Software, Architecture, and Videos of MOS, </em> Princeton Architectural Press, New York 2012. Vista pagine interne
Michael Meredith, Hilary Sample, Everything All at Once The Software, Architecture, and Videos of MOS, Princeton Architectural Press, New York 2012. Vista pagine interne
Il testo del libro è un lavoro di brillante, impassibile resoconto, dove l'assurdo, il giocoso e lo scherzosamente allusivo sono presentati in modo serissimo, come un equivalente architettonico di Stephen Colbert. Lungo una barriera di immagini le didascalie oblique si spezzano e si caricano di filosofia, un po' come i testi di Messthetics degli Scritti Politti. Narrano la storia di ogni progetto, spesso dal punto di vista degli architetti, al tempo stesso evasivi e schietti. Il progetto grafico di Neil Donnelly, magistrale ma un po' lo-fi, si adatta perfettamente all'opera di MOS, essendo esso stesso un progetto massimalista intenzionalmente confuso. Il che si può interpretare come un esplicito insulto al consueto buon gusto dell'egemonico (3) establishment dell'architettura, analogo dal punto di vista etico alla pratica del fai-da-te. Il frontespizio è quasi illeggibile, con il testo nero su un muro di immagini scure, il tutto accumulato senza spazi bianchi che li collochino nella sfera del "buon gusto". I libro è di per sé un'opera d'arte assoluta, e sfida dal punto di vista visivo le convenzioni e la spudorata competenza che così spesso tengono l'architettura lontana dall'avanguardia.
Michael Meredith, Hilary Sample, <em>Everything All at Once
The Software, Architecture, and Videos of MOS, </em> Princeton Architectural Press, New York 2012. Copertina (15.2 x 21.0 cm)
Michael Meredith, Hilary Sample, Everything All at Once The Software, Architecture, and Videos of MOS, Princeton Architectural Press, New York 2012. Copertina (15.2 x 21.0 cm)
E tuttavia, al di là del piacere per il libro in quanto artefatto che si può trarre da Everything All at Once, il volume è incredibilmente coerente e comunica un'impellente e tempestiva presa di posizione sull'etica di MOS riguardo al processo architettonico di oggi e alla condizione contemporanea dell'architettura: cosa difficile da trovare di questi tempi. Il progetto editoriale, i testi e le opere presentate si muovono in parallelo. Un manifesto particolareggiato e omogeneo in tre parti – di Meredith, Sample e della sempre eloquente e interessante Silvia Lavin – scorre attraverso i saggi del volume e si ricollega bene alla prassi critica di MOS. Il libro presenta molteplici stratificazioni di raffinate posizioni etiche espresse con più linguaggi: architettura, film e software. L'etica della Messthetics che MOS usa nella produzione dei filmati e nella costruzione di sistemi informatici restituisce un'immagine sperimentalista ed evolutiva della sua architettura, che si contrappone alla prevalente prassi ripetitiva e linguisticamente povera in cui molti architetti sembrano imprigionati.

Sia MOS sia i professionisti della Messthetics si fondano su un'introspezione disciplinare dialettica, che porta nella sfera della critica le convenzioni di forma e di linguaggio. MOS, con la specifica architettura post-medium; l'avanguardia del fai-da-te con il suo nuovo atteggiamento sul modo di concepire (progettare) la musica, produrla e distribuirla. Come l'architettura venga ideata, prodotta e distribuita è una questione che il libro affronta apertamente. In particolare la analizza nel suo saggio Lavin, prendendo in considerazione i filmati di preproduzione e di postproduzione in architettura, nonché la lotta della pittura per operare al di fuori dei linguaggi tradizionali allo scopo di tutelare la propria rilevanza. Per i professionisti della Messthetics, come per MOS, i mezzi di produzione non vincolano la forma o il linguaggio: entrambi affermano che occorre prendere in considerazione forme alternative dell'una e dell'altro. Opere e libro sono interdisciplinari, basati su sperimentazioni informatiche e film invece che su piante e alzati. Piante e alzati appartengono alla rappresentazione tradizionale dell'architettura, di natura tecnica. Film e software sono fai-da-te, talvolta di bassa qualità, ma quasi sempre irriverenti e tecnologicamente sperimentali, ed esistono al di fuori dei tradizionali mezzi della produzione e della rappresentazione dell'architettura. Gli artisti della Messthetics traggono questa produzione fai-da-te della cultura del consumo per sovvertire le gerarchie istituzionali, mentre MOS persegue attivamente la sovversione del formalismo istituzionalizzato.
Questo libro può ispirare un'intera generazione di giovani architetti a guardare oltre il tedio del linguaggio, e a "fare"
Michael Meredith, Hilary Sample, <em>Everything All at Once
The Software, Architecture, and Videos of MOS, </em> Princeton Architectural Press, New York 2012. Vista pagine interne
Michael Meredith, Hilary Sample, Everything All at Once The Software, Architecture, and Videos of MOS, Princeton Architectural Press, New York 2012. Vista pagine interne
Consapevolezza storica e rigore teorico sono presenti nell'opera di MOS come nei professionisti della Messthetics, e in particolare negli Scritti – il cui nome è ispirato ad Antonio Gramsci, il pensatore della sinistra italiana del primo dopoguerra – che inserivano nei testi dei loro pezzi riferimenti teorici e politici. MOS è uno dei pochi studi d'architettura di oggi a mettere seriamente in rapporto il suo lavoro con una sorta di quadro storico (o con la mancanza di esso), conferendogli appunto una prospettiva storica. Qualunque cosa ciò significhi, si tratta di una pratica importante affinché l'architettura continui a rappresentare un progetto culturale di rilievo e non semplicemente un fattore del capitale immobiliare e della politica.
Michael Meredith, Hilary Sample, <em>Everything All at Once
The Software, Architecture, and Videos of MOS, </em> Princeton Architectural Press, New York 2012. Vista pagine interne
Michael Meredith, Hilary Sample, Everything All at Once The Software, Architecture, and Videos of MOS, Princeton Architectural Press, New York 2012. Vista pagine interne
In altre parole la posizione di MOS può essere il punto di partenza per dipanare la situazione dell'architettura in quanto realtà da praticare e rappresentare al di fuori di se stessa (con altri linguaggi) nel tentativo di salvarla. L'etica del post-medium inizierebbe a produrre opere al di fuori delle tradizionali forme della rappresentazione, ri-formando l'architettura come qualcosa che non esiste in quanto disciplina autonoma e in quanto costruzione puramente fisica, ma come qualcosa di effimero, dotato di valore intrinseco nel più vasto contesto della società. In secondo luogo, ampliando ed espandendo i linguaggi all'interno dei quali l'architettura viene già attualmente prodotta, si amplia anche la possibilità di nuove architetture. I linguaggi esistenti si possono miscelare creando nuove combinazioni metodologiche personalizzate e soggettive per realizzare questi nuovi tipi d'architettura. Everything All At Once è di fatto perfettamente allineato con le aspirazioni rivoluzionare della Messthetics, e un'esplosione di sperimentazioni fai-da-te produrrà progetti autoprodotti al di fuori degli ordinari mezzi di produzione, istituzionali e finanziari. La condizione dell'architettura post-medium e la posizione di MOS che, lavorando al di fuori dei linguaggi consueti apre nuove potenzialità alla creazione di nuove architetture, ibridi bizzarri e curiose miscele, accanto ai resti riconoscibili dell'"Architettura" e al loro interno. Forse questo libro aprirà le cataratte come i suoi precursori dell'altra sfera linguistica, i Desperate Bicycles e Scritti Politti. Presentando in modo convergente film, architettura e software il libro e il suo messaggio diventano felicemente complici di questo nuovo modo potenzialmente rivoluzionario di vedere l'architettura. Può ispirare un'intera generazione di giovani architetti a guardare oltre il tedio del linguaggio, e a "fare" (4).
Michael Meredith, Hilary Sample, <em>Everything All at Once
The Software, Architecture, and Videos of MOS, </em> Princeton Architectural Press, New York 2012. Vista pagine interne
Michael Meredith, Hilary Sample, Everything All at Once The Software, Architecture, and Videos of MOS, Princeton Architectural Press, New York 2012. Vista pagine interne
1. L'opposto del minimalismo. Ancora sul "massimalismo provocatorio" si veda Gui Fieri, Cookin' It, Livin' It, Lovin' It, Harper Collins, 2011.

2. "Sound ruvido e collassato" è la definizione di Messthetics coniata da Gartside in un'intervista. Gartside prosegue poi lodando il gruppo, affine nella tendenza fai-da-te, dei Raincoats e i suoi "entusiasti equivoci a scatti, il sound ricadente che possiedono". Su Gartside e Messthetics si veda anche Simon Reynolds, Rip It Up and Start Again, Post-punk 1978-1984, London, Faber and Faber, 2005.

3. L'analogia del fai-da-te (con la Messthetics) in questo senso non calza perfettamente, dato che i professionisti in questione insegnano e progettano per alcune delle più prestigiose istituzioni mondiali. MOS si colloca in una posizione interessante del paesaggio intellettuale contemporaneo. Scrive Antonio Gramsci, principale fonte di ispirazione dei Politti, che egemonica è ogni ideologia dominante, compreso lo Stato della Chiesa, che si autoriproduce e integra il maggior numero di persone possibile, insinuandosi nella coscienza collettiva e costruendo la "realtà" attraverso il potere silenzioso. Nel caso degli Scritti ciò si identifica con l'industria musicale, nel caso di MOS non è chiaro che cosa sia esattamente l'egemonia in architettura. È la speculazione immobiliare guidata dai costruttori o l'accademia della tradizione? Probabilmente la prima, ma qui le proposte di MOS diventano politicamente confuse.

4. Go and do it, "Fallo!", è il ritornello di Smokescreen dei Desperate Bicycles (Reynolds, 97).

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