"Sappiamo quel che facciamo…
Sappiamo come suona…"
— Scritti Politti, Messthetics
"Non ci interessano granché i mezzi di produzione…"
— Scritti Politti, Bibbly-O-Tek
Alla fine degli anni Settanta dei musicisti inglesi, tra cui il gruppo Scritti Politti, elaborarono un nuovo modo di pensare e creare la musica con pioneristiche sperimentazioni fai-da-te, in cui brani singoli venivano incisi e inseriti in confezioni a buon mercato. Questo nuovo strumento espressivo si muoveva al di fuori della tradizionale produzione musicale commerciale. Con il loro brano Bibbly-O-Tek, e sulla scia di numerosi altri tra cui l'album The Medium was Tedium dei Desperate Bicycles, Messthethics degli Scritti creò un'etica della creazione musicale interamente nuova. Scoprirono che far musica autonomamente con un sound di bassa qualità e talvolta intenzionalmente amatoriale era liberatorio, dato che i consueti mezzi di produzione erano diventati ripetitivi e stantii, e creavano un flusso ininterrotto di musica monotona. Questa situazione fornisce un punto di partenza per capire l'etica che si esprime in Everything All at Once, la monografia in progress degli architetti newyorchesi Michael Meredith e Hilary Sample dello studio MOS.
Il libro presenta i tre linguaggi che MOS usa per realizzare e rappresentare questa architettura: il software, l'architettura e il film. I tre linguaggi sono presentati in parallelo, ciascuno in un differente colore di inchiostro fluorescente. Il libro è un esercizio contemporaneo, provocatorio, massimalista (1) nel linguaggio della Messthetics. Qui gli esperimenti di software e di film fai-da-te danno alla luce un'architettura tecnicamente misurata e pensata, ma che condivide un immediato fascino tipico della Messthetics, spesso volutamente scomposto, grottesco e in generale squilibrato, un po' come ciò che il portavoce degli Scritti, Green Gartside, descriveva come "un sound ruvido e collassato" (2).
Altrettanto si potrebbe dire delle sperimentazioni sul software, dove l'impostazione fai-da-te del progetto informatico usa software relativamente semplici per creare progetti, consentendo alla simulazione fisica di alterare strutture o ordinamenti di gruppi di oggetti, come in SAND, dove dei blocchi vengono accumulati in un ambiente cosparso di ostacoli, impilati o in accumuli informi. Il terzo dei linguaggi presentati nel libro è il film, in cui i progetti d'architettura sono rappresentati sia prima che dopo il completamento, invece che attraverso piante o alzati. In tutti e tre i linguaggi il processo di ideazione e di iterazione rimane al centro del progetto "finale".


Sia MOS sia i professionisti della Messthetics si fondano su un'introspezione disciplinare dialettica, che porta nella sfera della critica le convenzioni di forma e di linguaggio. MOS, con la specifica architettura post-medium; l'avanguardia del fai-da-te con il suo nuovo atteggiamento sul modo di concepire (progettare) la musica, produrla e distribuirla. Come l'architettura venga ideata, prodotta e distribuita è una questione che il libro affronta apertamente. In particolare la analizza nel suo saggio Lavin, prendendo in considerazione i filmati di preproduzione e di postproduzione in architettura, nonché la lotta della pittura per operare al di fuori dei linguaggi tradizionali allo scopo di tutelare la propria rilevanza. Per i professionisti della Messthetics, come per MOS, i mezzi di produzione non vincolano la forma o il linguaggio: entrambi affermano che occorre prendere in considerazione forme alternative dell'una e dell'altro. Opere e libro sono interdisciplinari, basati su sperimentazioni informatiche e film invece che su piante e alzati. Piante e alzati appartengono alla rappresentazione tradizionale dell'architettura, di natura tecnica. Film e software sono fai-da-te, talvolta di bassa qualità, ma quasi sempre irriverenti e tecnologicamente sperimentali, ed esistono al di fuori dei tradizionali mezzi della produzione e della rappresentazione dell'architettura. Gli artisti della Messthetics traggono questa produzione fai-da-te della cultura del consumo per sovvertire le gerarchie istituzionali, mentre MOS persegue attivamente la sovversione del formalismo istituzionalizzato.
Questo libro può ispirare un'intera generazione di giovani architetti a guardare oltre il tedio del linguaggio, e a "fare"



2. "Sound ruvido e collassato" è la definizione di Messthetics coniata da Gartside in un'intervista. Gartside prosegue poi lodando il gruppo, affine nella tendenza fai-da-te, dei Raincoats e i suoi "entusiasti equivoci a scatti, il sound ricadente che possiedono". Su Gartside e Messthetics si veda anche Simon Reynolds, Rip It Up and Start Again, Post-punk 1978-1984, London, Faber and Faber, 2005.
3. L'analogia del fai-da-te (con la Messthetics) in questo senso non calza perfettamente, dato che i professionisti in questione insegnano e progettano per alcune delle più prestigiose istituzioni mondiali. MOS si colloca in una posizione interessante del paesaggio intellettuale contemporaneo. Scrive Antonio Gramsci, principale fonte di ispirazione dei Politti, che egemonica è ogni ideologia dominante, compreso lo Stato della Chiesa, che si autoriproduce e integra il maggior numero di persone possibile, insinuandosi nella coscienza collettiva e costruendo la "realtà" attraverso il potere silenzioso. Nel caso degli Scritti ciò si identifica con l'industria musicale, nel caso di MOS non è chiaro che cosa sia esattamente l'egemonia in architettura. È la speculazione immobiliare guidata dai costruttori o l'accademia della tradizione? Probabilmente la prima, ma qui le proposte di MOS diventano politicamente confuse.
4. Go and do it, "Fallo!", è il ritornello di Smokescreen dei Desperate Bicycles (Reynolds, 97).