Leggere Nuda architettura di Valerio Paolo Mosco è – tra le altre cose – anche un ottimo modo per ripercorrere la storia dell'architettura: a cominciare dalle prime trenta pagine, che si propongono come strumento per comprendere lo sguardo dell'autore, diverso e interessante, verso l'architettura. Una prima – superficiale – definizione di architettura nuda potrebbe fare riferimento ai concetti di struttura, rivestimento e decorativismo: temi che ricorrono, anche se in forme diverse, in molte storie dell'architettura.
Teorizzare un'architettura nuda non vuol dire proporre un nuovo linguaggio o creare una nuova scuola, ma piuttosto educare alla comprensione delle tendenze che oggi, come in passato, ricorrono quasi spontaneamente.
La questione però è più complessa: Mosco, architetto e critico, infarcisce le pagine del libro di riferimenti artistici, storici e filosofici. Citando Agamben, Kant, Zevi, Duchamp e molti altri teorici del concetto di nudo, trasla pensieri e definizioni autorevoli da campi diversi in ambito architettonico.


Le sei sotto classi in cui l'autore scompone il concetto di nudità sono: Skeletal, Rough, Thin, Lyric, Frugal e Primitive, usando termini inglesi anche nella versione italiana del testo. Questa scelta è forse da ricollegare al fatto che la definizione di nudità non ha confini definiti e, quindi, utilizzando vocaboli stranieri ci si appropria di quella leggera vaghezza insita nella traduzione. Certo è che l'indeterminatezza è protagonista ed è segnale di un pensiero aperto.
Per comprendere la risonanza dell'argomento, sono sicuramente importanti i contributi di Harry Francis Mallgrave e Hans Ibelings che scrivono prefazione e prologo del libro. Mallgrave cerca di motivare scientificamente l'attrazione verso l'architettura nuda, portando a testimonianza alcune ricerche svolte sulla corteccia celebrale.
L’architettura nuda è pertanto legata all’uso di materiali tettonici e mostra sinceramente la propria essenza


Nuda architettura stimola il ragionamento e mette in mostra progetti e progettisti. Non è un libro da acquistare solo per appropriarsi di riferimenti interessanti, ma piuttosto per allenarsi a una visione critica. Leggendolo, vi scoprirete a guardare gli edifici e a distinguerli tra nudi o vestiti e, magari, poi anche a immaginarli spogliati.