Ai Weiwei's Blog

Il volume raccoglie i contenuti pubblicati per 29 mesi dall'artista cinese sul suo blog, prima che venisse chiuso per censura.

Ai Weiwei's Blog. Writings, Interviews, and Digital Rants, 2006-2009, MIT Press, Cambridge, Massachussets (316 pp., US $24.95)

"Creativity is the power to reject the past, to change the status quo, and to seek new potential."[1]

Nell'anno in cui il partito comunista cinese festeggia il suo novantesimo compleanno di fondazione, autocelebrandosi per la propria lotta contro arcaici sistemi feudali, la Cina vive ancora uno stato autoritario in cui è bandita ogni forma di dissenso e opposizione, sia a livello personale che di associazionismo politico. È il caso dell'artista Ai Weiwei, di recente al centro dell'attenzione internazionale dopo essere stato arrestato e tenuto rinchiuso in un luogo sconosciuto dalle autorità cinesi per 80 giorni, dal 3 aprile al 22 giugno scorso, con la vaga accusa di evasione fiscale.

A partire dal gennaio 2006, per 29 mesi, Ai Weiwei ha tenuto un blog su cui quasi quotidianamente ha pubblicato pensieri, considerazioni e immagini. Il blog, ospitato su sina.com, è stato chiuso per censura il 28 maggio 2009 e tutto il suo contenuto immediatamente cancellato. Il volume Ai Weiwei's Blog. Writings, Interviews, and Digital Rants, 2006-2009, appena edito da MIT Press, raccoglie, traduce e pubblica per la prima volta una selezione degli oltre 2700 post e rappresenta al momento la più completa documentazione del blog e dei suoi contenuti, uno strumento che per 4 anni era diventato il luogo di maggiore espressione dell'artista, arrivando ad occupare nel giro di pochissimo tempo il 90% delle sue energie.

Nel ristorante dell'artista a Pechino, Go Where? 31 dicembre 2006.

Nel blog, e nel libro, si affrontano vari temi, non solo arte e cultura ma anche questioni di natura politica e di critica sociale: dalle idee di Ai Weiwei sulla fotografia e il valore delle immagini, che pure ossessionavano Andy Warhol – "Understand him, and you will understand the United States", scrive il 3 ottobre 2007 –; al concetto di spazio architettonico e alla rapida trasformazione della città di Pechino, che secondo Ai Weiwei nei suoi nuovi piani di sviluppo urbanistico mancherebbe totalmente di quella dimensione e scala umana che la città aveva invece sempre avuto; ma anche argomenti controversi come la critica al Ministro della cultura cinese – a proposito del quale il 17 gennaio 2007 Ai Weiwei scrive "The Ministry of Culture is the department that least understands culture; it's impossible for them to have any relationship with culture. This is universal principle of the universe, and the great tragedy of Chinese culture" –; o ancora, oscure indagini della polizia cinese infossate come segreti di stato, la corruzione del governo, lo scandalo dell'incendio del palazzo della televisione nazionale CCTV a Pechino, costato 5 bilioni di Yuan (l'equivalente del necessario per la costruzione di due stadi olimpici) e bruciato in sole 6 ore davanti all'intera nazione senza che nessuno fiatasse, al mercato di organi umani, tristemente e ampiamente diffuso tra i corpi dei giustiziati con la pena capitale.

Opening della mostra Ai Weiwei: New York Photographs, 1983-1993 al Three Shadows. Photography Art Center, Beijing, 2 gennaio 2009.

Il blog era diventato anche il luogo per boicottare le Olimpiadi di Pechino del 2008, criticate nonostante il coinvolgimento diretto dell'artista nella costruzione dello stadio olimpico Bird Nest in collaborazione con lo studio svizzero Herzog & De Mouron, e, soprattutto, lo strumento per raccontare e diffondere le indagini di Citizen Investigation, un progetto iniziato assieme a un gruppo di volontari nel marzo 2009, con cui Ai premeva sul governo del Sichuan per fare luce sulle responsabilità del crollo di edifici scolastici durante il terremoto del Wenchuan, che avevano causato la morte di migliaia di giovani studenti. Citizen Investigation aveva portato alla pubblicazione sul blog di una lista di nomi di oltre cinquemila ragazzi, immediatamente cancellata dalla censura: il semplice gesto di riportare i nomi delle vittime, restituiva loro dignità e rispetto, e salvava le loro famiglie dall'indifferenza generale in cui il governo cinese le aveva lasciate – "Our reasoning behind this investigation is to achieve the very lowest level of respect for the deceased. The most fundamental worth and civil right of any person is their right to their name; this name is the smallest, most basic unit that helps us attest to an individual's existence", scriveva il 24 marzo 2009. Pensieri già espressi sul blog, per esempio il 7 gennaio 2007, quando Ai Weiwei a proposito della pena capitale scrive dell'unicità di ciascuna vita: "Each person's life is added to the lives of others to compose an inseparable whole that is the life of humanity. The value of life originates from the fact that we each have only one chance. Life is irreversibile, inique, unpredictable."

Questo libro apre una nuova via nella comprensione della Cina moderna, una società ancora molto distante ma sempre più presente nelle nostre vite, e ci ricorda, per usare le parole di Ai Weiwei nell'appello di Citizen Investigation, che "Your actions create your world". Una grande lezione di democrazia, libertà e coraggio.

NOTE
[1] Ai Weiwei, postato il 30 gennaio 2008.

Il blog era diventato anche il luogo per boicottare le Olimpiadi di Pechino del 2008, criticate nonostante il coinvolgimento diretto dell'artista nella costruzione dello stadio olimpico Bird Nest in collaborazione con lo studio svizzero Herzog & De Mouron.
Nel bagno del New York's Maritime Hotel, 9 marzo 2008.
Remembering (2007), opera installata sulla facciata della Haus der Kunst di Monaco, si legge: "She lived happily in the world for seven years", scritto con zainetti colorati, ottobre 2009