Cascate paradisiache sotto i cui scrosci modelli di solito nudi si stendono e striracchiano in stato di grazia, altre volte invece si rotolano, altre ancora – sprovvisti di sandali che qualsiasi villeggiante sul lago di Como metterebbe in valigia prima del passaporto – si spostano leggiadri sulla superficie scivolosa. Quante volte le abbiamo viste, e maledette, quelle foto pubblicitarie di viaggi e bellezza? Magari guardando con rabbia al nostro soffione doccia corroso e incrostato. Conviene però non essere troppo ostili. Specie da quando c’è in giro il sistema doccia Aquamoon di Dornbracht. Anche con tutta la modestia possibile è difficile credere che una volta installato non diventiate proni a scatti che ne illustrino la meraviglia paradisiaca, proprio come i luoghi remoti dall’altra parte del mondo. Dite che no? Vediamo allora se la spiegazione di cosa si tratta accende l’entusiasmo oltre la soglia della compostezza. 

Scordatevi il soffione e pensate a una cupola inserita a soffitto da cui cadono quattro tipi di cascate, tra cui una che vi chiude in una specie di bozzolo. E in accordo, giochi luminosi con potere energetico e vitale. Ma trattandosi di un marchingegno paradisiaco si potrebbe scomodare pure quello divino. Comunque, liberi da arnesi se non la spugna, la concentrazione che Aquamoon vi richiede è semplice: a quale cascata chiedere il sollievo dalla giornata? Come dicevo sopra le modalità sono quattro, ma tolta Embrace poiché annunciata anche lei in anticipo le restanti sono l’Impetuosa (per togliersi di dosso velocemente i problemi del lavoro), la danza di Aqua Circle e l’acquazzone leggero di Tempest – nonostante il nome forte: delicato come solo quello estivo, si capisce. Tutte sommate, una varietà di getti irreplicabile da Madre natura, almeno in pochi minuti. E per voi, molte più opzioni di scroscio da immortalare con voi al centro. Meglio se con uno scenario verde che vada oltre le piante sospese, ma ora che avete visto Aquamoon non c’è proprio bisogno che ve lo dica.