Stop Motion

Toni Meneguzzo racconta a Domus il suo passaggio dalla polaroid al digitale e al video: sei anni fa comincia a sperimentare la velocità dello scatto, pensando a Muybridge, e continuando a trovare il modo di fare il fotografo da artigiano.

Simona Bordone: Come e perché nascono questi lavori video fatti in stop motion?

Toni Meneguzzo: Ho sempre lavorato in polaroid, imparando a gestire le luci per i servizi di moda. Luci perfette per scatti perfetti, il lavoro in polaroid è un lavoro da ‘purista’, è tutto nello scatto. Quando ho cominciato a usare una macchina digitale in alta definizione mi sono accorto che potevo scattare a gran velocità, sei scatti al secondo – e oggi le macchine sono arrivate fino a 12 scatti al secondo. Ho pensato a Muybridge, alla ricerca di quello straordinario fotografo che cercava di spiegare il movimento usando quello che allora era un mezzo nuovissimo. Ecco mi è venuta voglia di sperimentare qualcosa di simile.

S.B.: Ma il risultato del tuo lavoro sono dei video. T.M.: Il primo lo ho fatto a casa mia “per vedere l’effetto che fa”, e mi è piaciuto. Il risultato è sincopato e non fluido come quello di un video. Mi sembra che questo rappresenti la contemporaneità.  

S.B.: Queste macchine hanno cambiato il tuo modo di fare il fotografo? T.M.: Non proprio: come quando utilizzavo la Polaroid 20x25, anche ora non vado in laboratorio e faccio tutto da solo; una sorta di camera oscura all’aperto. Lavoro con la macchina a mano come fosse una steady cam, scattando fino a soffocare i recettori di acquisizione e faccio qualche “magia da quattrosoldi”.

S.B.: "Magia da quattrosoldi"? T.M.: Il lavoro del fotografo per me resta artigianale, mettere una molletta su un tessuto per ottenere certe pieghe, fare un cartoncino e poi far passare un foulard tirato da un filo, costruire un cilindro di tessuto per farne un set, virare lo spettro luminoso delle luci: queste sono le ‘magie’.

S.B.: Poi ci sono quelle della post produzione… T.M.: Non faccio post produzione sullo scatto, lo considero come quello delle polaroid: già finito; mi limito a ordinare la sequenza prima del montaggio. Qualche piccolo intervento lo ho inserito nel video di Fornasetti, perché volevo aumentare l’idea del gioco, sugli specchi e sugli schermi video, come sempre problematici, non volevo l’estetica dello schermo a righe.   Toni Meneguzzo (1949) è un fotografo italiano. Ha usato una tecnica unica e personale per le fotografie di moda usando Polaroid di grande formato. Collabora con: tutte le edizioni di Vogue, Harper's Bazaar, Harper & Queen, Arena, New York Times, Condé Nast Group publications. Nel 2000 comincia a fotografare l’architettura e il design per il New York Times, AD China, AD Germany, AD Russia, AD France, Ad Italy, World of Interiors, AW Germany, Elle Decor, Residence, D Repubblica, Corriere della Sera, Case da Abitare. Il suo ultimo progetto personale, Go Shala, è una ricerca antropologica sulla tradizione hindu delle vacche sacre.

© riproduzione riservata

Toni Meneguzzo, Fornasetti, Dai confini del solito, ottobre 2013
Toni Meneguzzo, Fornasetti, Dai confini del solito, ottobre 2013
Toni Meneguzzo, Fornasetti, Dai confini del solito, ottobre 2013
Toni Meneguzzo, Fornasetti, Dai confini del solito, ottobre 2013
Toni Meneguzzo, Fornasetti, Dai confini del solito, ottobre 2013
Toni Meneguzzo, Wally Ace, aprile 2011
Toni Meneguzzo, Wally Ace, aprile 2011
Toni Meneguzzo, Wally Ace, aprile 2011
Toni Meneguzzo, Wally Ace, aprile 2011
Toni Meneguzzo, Wally Ace, aprile 2011