Industria

Lavorando in analogico con una macchina di medio formato e una pellicola a bassa sensibilità, Niccolò Biddau svela il dietro le quinte e celebra la complessa macchina industriale italiana.

Nella mia attività di fotografo ho trascorso diversi anni visitando numerosi stabilimenti italiani alla ricerca d’inquadrature capaci di rivelare il vero carattere dell’industria: forte, operosa, ricca d’idee e impreziosita dal design. L’impressione che ne ho sempre ricavato è di stupore per la bellezza che gli impianti industriali e i manufatti in fase di produzione possono esprimere.

Niccolò Biddau
In apertura: CORNELIANI. Dettaglio di finitura a mano. Qui sopra: PIRELLI. Le coperture, dopo aver subito il processo di vulcanizzazione, vengono destinate alla fase di finitura finale.

Ho ritenuto interessante così condurre le persone a scoprire il “dietro le quinte” della produzione industriale attraverso un linguaggio fotografico interpretativo. Con le mie fotografie cerco di porre gli oggetti d’uso quotidiano al centro dell’indagine fotografica, senza per questo voler escludere la presenza umana, ma dando un valore simbolico a soggetti che, generalmente, sono presi in considerazione solo per la loro funzionalità d’uso.

Non ho mai inteso dare un carattere documentaristico alle immagini, ma tutta la mia attenzione è stata rivolta alla ricerca di quelle portatrici di emozioni e al tempo stesso di informazioni. Ho cercato di restituire una visione del mondo industriale italiano nella sua complessità, che rendesse anche conto delle sue varie relazioni. Lo sforzo del mio lavoro è stato quindi, quello di raggiungere sempre un equilibrio tra la mia visione interna e quella delle imprese. Tutto ciò ha richiesto una dedizione totale e una buona dose di elasticità, necessarie per rapportarsi alle immagini nel modo più innovativo possibile.

Niccolò Biddau
CASSINA. Sedie Barrel nella falegnameria prima dell’assemblaggio finale, design Frank Lloyd Wright

Ho tradotto inevitabilmente una mia idea, una mia visione, cercando di interpretare ciò che oggi è e che, a medio termine, sarà l’industria italiana.

Il lavoro si è articolato attraverso indagini e analisi messe a punto con una serie di campagne fotografiche che hanno riguardato aziende di tutti i settori produttivi. Ho cercato innanzitutto di avere una visione globale degli ambienti e della loro complessità, poi ho individuato alcuni microsistemi strutturati al fine di cominciare a fissare dei punti cardinali. Successivamente ho formato delle “isole” concettuali date da immagini guida, fortemente rappresentative, tali da fungere da sintesi di un modo di leggere una storia.

In questo intento narrativo si è inserito un aspetto peculiare e intrinseco della fotografia: poiché essa si sviluppa sul dualismo rappresentato dal positivo e dal negativo, quando un fotografo scatta l’immagine vede una parte della realtà e cancella il resto. Ecco quindi perché sono importanti la ricerca e la collocazione del singolo scatto selezionato in un punto preciso del percorso. Questo ci aiuta a leggere e comprendere al meglio un particolare momento spaziale e temporale dell’impianto narrativo nella sua interezza.

Niccolò Biddau
GUALA CLOSURES. Chiusure di sicurezza per bevande alcoliche, dotate di sistema anti-contraffazione

La campagna fotografica è stata oggetto di molteplici sollecitazioni. Nondimeno un ruolo importante lo ha rivestito anche la casualità, per cui trovare una “composizione industriale” mi ha aiutato a creare un collegamento nuovo o l’inizio di un nuovo percorso. Un ulteriore elemento centrale è stato la conoscenza dei diversi ambiti e la loro rappresentazione. Questo equilibrio sovente si costruisce su fatti minimi e a questo ho dovuto rapportarmi costantemente. Tale processo mi ha permesso man mano di comporre nuovi concetti che hanno iniziato a dialogare tra loro, andando così a tracciare una visione complessivamente omogenea.

Da sempre sono stato attratto dal fascino che emanano gli spazi e le volumetrie quando vengono attraversate, tagliate, plasmate dai giochi di luce, dalle ombre e dalle sfumature. Un mondo che ho iniziato a percepire in bianco e nero e che è diventato il mio linguaggio interpretativo. Amo così raccontare l’impresa come un contenitore di un concetto fortemente estetico: un luogo d’arte, espressione della contemporaneità, un avamposto dove creatività, tecnologia e nuovo umanesimo si fondono in un’unica voce. Niccolò Biddau

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