Iran, Untitled

In un paesaggio nostalgico e silenzioso, alla periferia di Tehran, la fotografa iraniana Gohar Dashti mette in scena piccole trame di vita, che rievocano la grazia dei tradizionali haiku giapponesi.

Già molto apprezzata nel panorama artistico internazionale, Gohar Dashti appartiene a quella generazione di giovani iraniani nati in un periodo storico di grande complessità, a cavallo cioè fra la Rivoluzione Islamica del 1979 e la sanguinosa guerra Iran-Iraq (1980-1988).
Il tormentato passato, così come la testimonianza di un presente ancora in bilico fra desiderio di modernizzazione e la salvaguardia di tradizioni culturali e religiose islamiche integraliste, sono le tracce dalle quali si snoda la riflessione artistica di questa promettente fotografa persiana. L’indagine che ne consegue è una simmetria creativa dove gioca un ruolo essenziale l’analisi della psiche dell’uomo, in rapporto alla storia culturale di un Paese dalle forti ambivalenze.
Gohar Dashti, <i>Iran, Untitled</i>, 2013
Gohar Dashti, Iran, Untitled, 2013
Nell’ultima serie di Gohar Dashti, Iran, Untitled, presentata a Milano in esclusiva assoluta, lo scenario è la periferia di Tehran, un paesaggio nostalgico e silenzioso. Qui si consumano piccole trame di vita, che rievocano la grazia dei tradizionali haiku giapponesi, noti per riuscire a tradurre in linguaggio, l’intensità di un’emozione. La serie sarà in mostra (a cura di Silvia Cirelli) dal 24 ottobre 2013 al 24 gennaio 2014, presso le Officine dell’Immagine di Milano.
Gohar Dashti, <i>Iran, Untitled</i>, 2013
Gohar Dashti, Iran, Untitled, 2013

Gohar Dashti è nata ad Ahvaz (Iran) nel 1980, attualmente vive e lavora a Tehran. Laureata nel 2003 alla Fine Art University di Tehran, nel 2005 si è poi specializzata con un Master in Fotografia. Ha partecipato a numerose residenze d’artista e scholarship come DAAD award (2009-2011), Visiting Arts (1mile2 project), Bradford/London, UK (2009), International Arts & Artists (Art Bridge), Washington DC, USA (2008). Al suo attivo ha numerose mostre sia in importanti Musei stranieri, come il Mori Art Museum di Tokyo (JP), il Fine Art Museum di Boston (USA), il National Taiwan Museum of Fine Art (TW), la Devi Art Foundation di Gurgaon (IN) e il Grimmuseum di Berlino (DE); che partecipazioni a Festival e Biennali, come l’Asian Art Biennial (2013), il Fotofestival di Oslo (2013), Le Printemps de Septembre Festival di Tolosa (2012) e il Photoquai di Parigi (2009).

 

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