Judy Natal: Future Perfect

Dai paesaggi geotermici islandesi ai laboratori di ricerca nel deserto, protagonista di questo progetto concettuale è un futuro dai contorni incerti.

Future Perfect, per un verso rassegna schiettamente descrittiva di tre siti particolarmente evocativi (una riserva naturale desertica di Las Vegas, il laboratorio di ricerca sperimentale a ecosistema chiuso Biosphere 2 e i paesaggi geotermici dell'Islanda), è ambientato in luoghi geografici che possono anche essere ciascuno un mondo a sé, ma che nella loro qualità spiazzante parlano della sopravvivenza umana attraverso l'uso tecnologico del territorio.

È il mondo in cui la realtà del paesaggio e la prassi scientifica incontrano le mitologie del domani. Come dice Natal "Future Perfect suscita occasioni di riflessione e di analisi passando poeticamente da un repertorio di immagini nette e precise a livelli di ambiguità e di potenzialità, analizzando l'interconnessione umana attraverso paesaggi così forti e tuttavia, in definitiva, in pericolo".

Alan Rapp: Future Perfect pare presentare luoghi comuni visivi della fantascienza e della filosofia, ma la sua narrazione è ambigua. Che significato hanno per lei questi scenari in quanto parte di panorami del futuro?
Judy Natal: Da artista, ritengo che il mio ruolo sia quello di chiromante visiva, di viaggiatrice nel tempo e di archeologa, attraverso la creazione di gesti esegetici che rappresentano le nostre speranze e i nostri timori nei confronti della vita sulla Terra. Il tema di Future Perfect è il futuro stesso. Immagino che il nostro – inconoscibile – percorso trasformi il significato dell'essere umani, creando miriadi di alterazioni in tutte le forme di vita. Future Perfect è contemporaneamente una visione radicale, un apologo e un sogno utopico. Le fotografie istituiscono sorprendenti ma convincenti risonanze tra questi paesaggi, per distillare ed esprimere le nostre speranze, la nostra percezione della natura e l suoi equivoci, e indicare le potenzialità e i trabocchetti del nostro futuro sulla terra. Ritraggo questi siti come indicazioni sul nostro futuro, illuminando il momento presente e le scelte che dobbiamo ancora fare.
Foto di apertura: Judy Natal, Future Perfect 2010, Geothermal Greenhouse. Qui sopra: Judy Natal, Future Perfect 2040: Astro Turf and Through the Window.
Foto di apertura: Judy Natal, Future Perfect 2010, Geothermal Greenhouse. Qui sopra: Judy Natal, Future Perfect 2040: Astro Turf and Through the Window.
Future Perfect, in un percorso a ritroso nel tempo dal 2040 al 2010, spiazza immediatamente lo spettatore e sovverte il modo consueto di leggere la fotografia. Creando un allettante invito a non voler sapere il chi, il cosa, il dove, il perché e il quando dell'immagine, intesse diversi filoni narrativi paesaggistici. Turisti d'ogni parte del mondo ritratti nei siti geotermici islandesi dove il vento, la forza costante del vapore che scaturisce dalla terra e l'intervento umano contribuiscono a delineare un ritratto della nostra fragilità di fronte all'immensità delle forze naturali. E diventano anche una metafora, dato che guardiamo con speranza al futuro. Queste immagini usano anche l'ironia, il gesto e la postura; l'automobile come icona del XX secolo; l'arte pubblica che esprime timori e ansie sul futuro; e foto di disegni infantili che raffigurano le generazioni future. Alcuni sono stati realizzati nel corso dei laboratori Imagining the Future ("Immaginare il futuro") che tenevo quando lavoravo presso il Biosphere 2, invitando persone di ogni età a disegnare, dipingere e realizzare collage insieme, creando un dialogo di fantasia e piantando i semi del cambiamento. Future Perfect si dispiega in parallelo con l'approfondirsi del mio sondaggio nell'ambiente dell'utopia, della distopia e dell'ecotopia, delineando il territorio etico della natura progettata e del post-umano. La mia attenzione si è a poco a poco spostata nella direzione dell'analisi dei paesaggi alterati da scienziati, ingegneri, progettisti e utopisti. Future Perfect continua a trasformarsi anche oggi: recentemente, nell'estate 2011, ho analizzato il 'quasi umano' nel corso di un mese di ricerca al Robotics Institute.
Judy Natal, Future Perfect 2040, Solar Panel and Steam Portrait Woman With Helmet.
Judy Natal, Future Perfect 2040, Solar Panel and Steam Portrait Woman With Helmet.
Lei è stata artista residente presso il Biosphere 2 a partire dal 2008. Come ha sfruttato la situazione e come giudica questa esperienza?
È stata un'esperienza straordinaria! Il Biosphere 2, laboratorio scientifico senza pari, di livello mondiale, oggi gestito dall'eccellente facoltà di Scienze della Arizona University, è un luogo unico nel suo genere. Nel 2007 avevo proposto al B2 un progetto per artisti residenti in cui artisti e scrittori avrebbero dovuto stringere rapporti reciprocamente vantaggiosi con il gruppo di ricerca del laboratorio, in collaborazione con le comunità scientifiche e con quelle locali, alla luce dei problemi che sono l'essenza del B2: come si vivrà nel futuro? Dove si vivrà? E se non sulla Terra, dove? Sono arrivata al B2, come molti altri, per visitarlo e stupirmi di questa meraviglia del mondo costruita dall'uomo. È stato un amore a prima vista. Lì nel deserto del Canyon del Oro, in Arizona, l'ambiente è straordinario! Nel 2008 sono stata la prima artista residente e ho continuato a lavorare lì dal novembre 2010 al marzo 2011 con la creazione del primo Open Studio, facendo partecipare alle mie creazioni artistiche le centinaia di visitatori del B2 provenienti dal tutto il mondo, sensibilizzandoli sul cambiamento climatico, sui problemi che dobbiamo affrontare e chiedendo loro se le nostre sfere di cristallo stanno funzionando bene.
Future Perfect, in un percorso a ritroso nel tempo dal 2040 al 2010, spiazza immediatamente lo spettatore e sovverte il modo consueto di leggere la fotografia. Creando un allettante invito a non voler sapere il chi, il cosa, il dove, il perché e il quando dell'immagine, intesse diversi filoni narrativi paesaggistici.
Judy Natal, <i>Future Perfect 2040</i>: Steam Portrait Family and Sun in Fog.
Judy Natal, Future Perfect 2040: Steam Portrait Family and Sun in Fog.
A causa del mancato raggiungimento dell'obiettivo consistente nel creare un ambiente totalmente autosostenibile per gli abitanti per un periodo di due anni, c'è chi ha affermato che il Biosphere è un fallimento scientifico. Che cosa significa la sua affermazione secondo la quale si tratta per così dire di un discorso funebre su una visione ottimista del futuro che trascenda i limiti della nostra condizione attuale tramite le conquiste della tecnologia?
Il Biosphere 2 non è stato considerato un "esperimento fallito" dai suoi fondatori e da quelli che ci hanno vissuto, né dagli scienziati che ci lavorano attualmente. La conoscenza ricavata dai suoi esperimenti storici, oggi indirizzata a percorsi futuri, affronta problemi molto concreti come la carenza prolungata di precipitazioni atmosferiche, la sopravvivenza della foresta pluviale, l'erosione del suolo e il consumo dell'acqua, tramite un progetto architettonico ispirato a Buckminster Fuller. Va ricordato che quest'ultimo fu considerato un sognatore fino ai suoi ultimi anni, quando la giovane e ottimista generazione degli anni Sessanta adottò le idee delineate in molte delle sue opere, tra cui Utopia or Oblivion e Operating Manual for Spaceship Earth.
Judy Natal, <i>Future Perfect 2040</i>: Mona Lisa and Buried Automobile.
Judy Natal, Future Perfect 2040: Mona Lisa and Buried Automobile.
I suoi paesaggi, secondo il metro dello sguardo tardomodernista, sono anticonvenzionali, per quanto scettica possa apparire una parte di quest'opera. Lei vi include elementi vernacolari e naïf (i turisti in posa davanti al paesaggio), ma li intreccia con presagi di catastrofe. In che modo questa tecnica di narrazione fantastica contribuisce ad articolare la sua visione? Perché in questo caso una prospettiva più 'oggettiva' non va bene?
È decisamente difficile essere 'oggettivi' sul futuro! Ciò che facciamo oggi darà definizione e forma al domani. Sul suo sito web Mind Hacks Tom Stafford ha scritto che Philip K. Dick non è venuto per predire il futuro, è venuto per cambiarlo". Credo che l'arte possa fare da catalizzatore a un cambiamento positivo pur rimanendo significativa in quanto arte. Tutta la fantascienza migliore usa ciò che è noto per mappare ed esplorare l'ignoto. Le fotografie, insieme radicali e provocatorie, uniscono motivazioni estetiche e motivazioni scientifiche che riguardano una vasta gamma di interessi contemporanei tra cui i rapporti tra paesaggio, ideologia e habitat costruito, e tra reazioni umane e responsabilità nei confronti dell'ambiente naturale.
Judy Natal Future Perfect 2040 RV and Steam Portrait Woman and Child.
Judy Natal Future Perfect 2040 RV and Steam Portrait Woman and Child.
Judy Natal è artista e docente al Columbia College di Chicago. Le sue fotografie fanno parte di numerose collezioni pubbliche permanenti e sono state esposte in vari paesi. È stata invitata come artista residente da numerose importanti istituzioni: tra le più recenti in Islanda, al Biosphere 2 e al Robotics Institute per il suo attuale lavoro Future Perfect.
Judy Natal Future Perfect 2030 Shakespeare and Tyvek Suits.
Judy Natal Future Perfect 2030 Shakespeare and Tyvek Suits.
Judy Natal Future Perfect 2030 Baby and Power Plant and Crater.
Judy Natal Future Perfect 2030 Baby and Power Plant and Crater.
Judy Natal Future Perfect 2030 Fake Sun and Black Glacier.
Judy Natal Future Perfect 2030 Fake Sun and Black Glacier.
Judy Natal Future Perfect 2020 Steam Portrait with Fox and Stairway to the Future.
Judy Natal Future Perfect 2020 Steam Portrait with Fox and Stairway to the Future.
Judy Natal, <i>Future Perfect 2010</i>: Kid’s Drawing Stelkur (sinistra) e Ocean View (destra).
Judy Natal, Future Perfect 2010: Kid’s Drawing Stelkur (sinistra) e Ocean View (destra).
Judy Natal, <i>Future Perfect 2010</i>: Prehistoric Ocean (sinistra) e Steam Portrait Woman With Green Scarf (destra).
Judy Natal, Future Perfect 2010: Prehistoric Ocean (sinistra) e Steam Portrait Woman With Green Scarf (destra).

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