Martin Bethenod

È finita l’era del museo “grande nave”

Mi trovo benissimo a vivere tra Venezia e Parigi, anche perché sono collegate con 15 voli al giorno.

Martin Bethenod

“Mi trovo benissimo a vivere tra Venezia e Parigi, anche perché sono collegate con 15 voli al giorno”. Il 2019 sarà un anno speciale per la Pinault Collection e soprattutto per il suo direttore e amministratore delegato, Martin Bethenod, 53 anni, strana miscela di intellettuale e civil servant come forse ancora solo la Francia sa produrre. “Dieci anni fa Punta della Dogana fu affidata alla Collection Pinault e ristrutturata da Tadao Ando, un architetto capace di essere allo stesso tempo radicale e delicato e che ha saputo rispettare e interpretare in maniera unica gli spazi irregolari di quella che era la Dogana da Mar. Un esercizio di destrezza per il dialogo tra contemporaneità e tradizione. In principio molti temevano potesse essere un elemento di difficoltà per gli artisti, che invece ne hanno saputo cogliere il carattere eccezionale, trasformando la sfida in opportunità. L’invito è sempre stato: ‘Esprimetevi con libertà’ e questo ha dato risultati sorprendenti”.

Dopo il successo di Punta della Dogana e del Teatrino di Palazzo Grassi, quando Monsieur Pinault ha scelto di aprire un nuovo museo a Parigi, nella sede dell’ex Borsa di Commercio, a Bethenod è parsa un’occasione meravigliosa. “Parigi la conosco benissimo, non è in competizione con Venezia ma, anzi, è complementare.”

Vogliamo che la Bourse proponga attività e progetti in armonia con i valori fondamentali che animano il nostro lavoro a Venezia. Non un museo ‘grande nave’, ma a scala umana, che s’inserisca in una rete di luoghi e che generi nuovi significati.

“Soprattutto, un progetto consapevole, perché non siamo più nell’era dei musei che vogliono diventare il centro della città; oggi gli spazi espositivi vogliono essere parte del paesaggio urbano e architettonico. Da qui la scelta di chiamare ancora Ando per la nuova struttura, un cilindro di cemento dentro a un palazzo ottocentesco incastonato nel cuore di Les Halles. Un progetto però completamente diverso da quello di Palazzo Grassi e Punta della Dogana, che sono luoghi indivisibili, dove ogni anno si rigiocano tutti gli spazi in una prospettiva molto ambiziosa che, per definizione, considera tempi più lunghi della Biennale. A Parigi, invece, il nuovo museo – con oltre 2.500 m² di sale espositive – sarà costituito da spazi modulari divisibili, sei o sette in tutto, che si potranno riunire o separare per avere, magari, un’esposizione di soli 300 m², ma che possa produrre anche 15 progetti all’anno. Interessante, no?”.

Martin Bethenod Nato a Lione nel 1966, dal 2010 Bethenod è direttore generale e amministratore delegato di Palazzo Grassi – Punta della Dogana e direttore generale del futuro museo Bourse de Commerce. Tra le cariche ricoperte, è stato delegato alle arti visive (2003-2004) del Ministero della Cultura e della Comunicazione francese e direttore generale della FIAC (2004-2010).

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