Il restauro di una memoria rifiutata

Dopo aver lasciato forzatamente il museo di Auschwitz, il Memoriale per gli italiani caduti nei campi di sterminio nazisti è stato riaperto al pubblico a Firenze.

Nel clima di intolleranza che infetta diversi contesti in Europa, e non da poco tempo, è la memoria il primo valore ad essere minacciato, spesso gradualmente e inesorabilmente eroso, granello dopo granello, possibilmente dai muri meno esposti, quelli che i più non hanno sotto gli occhi nella loro quotidianità. La vicenda del Memoriale dedicato agli italiani caduti nei campi di sterminio nazisti rientra in parte in questo triste elenco di grani erosi, ma in ragione della sua evoluzione ha anche l’aspetto di una rivincita della memoria, di un suo rimettersi in contatto ancora più stretto con la contemporaneità.

Dal 1980, l’Italia era rappresentata nel Block 21 del musealizzato campo di Auschwitz da un memoriale. Non semplice documento, ma esperienza, il Memoriale è un’installazione, una spirale sviluppata dentro lo spazio della camerata, su cui si tendono tele che rappresentano la storia e i protagonisti di Fascismo, Resistenza, Deportazione, alludendo all’incubo del tempo nel campo come a qualcosa di cui non si conosceva la fine. L’installazione è stata concepita e realizzata da Gianfranco Maris come presidente dell’Associazione Nazionale di Ex Deportati (ANED), Primo Levi per l’impostazione metodologica e storica, Lodovico e Alberico Belgiojoso per il progetto architettonico, Pupino Samonà per le opere pittoriche, con un intervento di regia di Nelo Risi e la musica di Luigi Nono.

Fin dal 2008 il governo polacco ha richiesto che le installazioni nel Museo di Auschwitz assumessero un taglio strettamente pedagogico, rendendo il Memoriale italiano fuori norma rispetto alle nuove linee guida, in quanto “opera artistica”.  In un simile clima, l’installazione è stata prima chiusa al pubblico nel 2011 e col 2014 sfrattata con ipotesi di demolizione.

Dopo varie consultazioni, la Regione Toscana e il Comune di Firenze si sono offerti di ospitarla nell’edificio Ex3, già di proprietà comunale che aveva le dimensioni adatte: l’operazione di smontaggio, trasporto, restauro, reinstallazione ha coinvolto, tra gli altri, il Ministero di Beni Culturali (MiBAC) e l’Opificio Pietre Dure di Firenze. Il Memoriale è stato riaperto nella sua nuova collocazione lo scorso 8 maggio. Il progetto generale curato da Alberico Belgiojoso prevede la sua visitabilità al primo piano come in origine; al piano terreno, una mostra introduttiva voluta dall’Aned conduce attraverso due sezioni storiche – prebellica e postbellica – e una dedicata all’opera.

Il riallestimento in conseguenza di uno sfratto porta con sé una innegabile nota dolorosa ma anche un aspetto inedito – particolarmente importante nel clima culturale attuale – di condivisione sociale della memoria. Come rimarcato da Alberico Belgiojoso, “è chiaro che la comunicazione è diversa se percepita ad Auschwitz in cui lo spazio corrisponde alla camerata dei deportati, o a Firenze, di fianco a una grande Coop; ma si è anche osservato che è in un certo senso positivo che mentre ad Auschwitz occorreva andare apposta e lo facevano solo le persone interessate, qui il Memoriale si trova in contatto con una grande quantità di persone che nel corso della loro giornata le obbliga a conoscere dei fatti che altrimenti avrebbero ignorato”.

Progetto:
Memoriale dedicato agli italiani caduti nei campi di sterminio nazisti
Luogo:
Gavinana, Firenze
Indirizzo:
viale Donato Giannotti, 75, Firenze
Progetto originario:
Lodovico e Alberico Belgiojoso, Primo Levi, Luigi Nono, Nelo Risi, Pupino Samonà
Progetto di restauro e reinstallazione:
Progetto generale: Alberico Belgiojoso (approvato da ANED, Regione Toscana, Comune di Firenze) progetto esecutivo e direzione lavori: Comune di Firenze, arch. Michele Mazzoni, ing. Francesca Benvenuti; Operazioni ricollocazione e restauro: Ministero dei Beni Culturali (MiBAC); Opificio Pietre Dure di Firenze; CBC Conservazione Beni Culturali Soc. Coop. Roma, Cooperativa Archeologia; realizzazione mostra: Kronos-Comunicazione e Creatività srl, Punto Metal di R. Bergamin

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