L’editoriale del direttore Nicola Di Battista è una riflessione sulle ultime due decadi, a partire da un’idea di progresso in continua espansione e mutamento. Per arrivare a interrogarsi sulle urgenze del nostro tempo e sul senso di un nuovo movimento culturale.
Un nuovo museo, concepito non come un edificio, ma come un vero e proprio pezzo di città, è lo straordinario progetto che Jean Nouvel ci regala ad Abu Dhabi. Una piccola città costruita con edifici, piazze e vicoli, resi vivibili dal grande ‘ombracolo’ della magnifica cupola che, al di sopra di essa, dà forma e crea una sorta di natura artificiale, per raccontare la storia dell’umanità.
Una ricerca decennale sul limite della rarefazione del corpo architettonico trova nell’opera di Junya Ishigami + Associates e Studio Maks una totale corrispondenza con il tema di progetto proposto. L’intervenire in modo puntuale su un parco tutelato permette ancora una volta all’architetto giapponese di riflettere su spazio e struttura, vera sostanza dell’architettura.
Libero da condizionamenti esterni e interessato alla parte più sperimentale del progetto, Michael Anastassiades apre a Domus le porte del suo nuovo studio londinese. Parlando, tra le altre cose, del suo amore per i materiali che appaiono per quello che sono e che invecchiano bene trasformandosi nel tempo, ci svela il fine ultimo del suo lavoro: la ricerca di un design senza tempo.
Elzeviro: Casa e radici. Abitare una casa vuol dire entrare nell’anima dei muri, ascoltare tutto ciò che da essi arriva a noi sotto forma di odori, voci, suoni, ricordi. Poi capita di traslocare e di mettere radici altrove, ma nulla si perde perché ogni cosa ricevuta è diventata parte della nostra pelle. Testo di Giuseppe Lupo.
Dalla Torino industriale dell’inizio del Novecento alla Tolentino operosa e artigianale degli anni Cinquanta, dal Nord al Centro Italia, il direttore generale di Poltrona Frau racconta a Domus l’avventuroso viaggio compiuto dall’azienda in più di un secolo di storia fino alla quotazione in Borsa, e all’acquisizione da parte della famiglia Haworth, con l’ambizione di continuare a rappresentare il “salotto buono” dell’arredo italiano. Testo Nicola Coropulis
All’interno dello speciale Contract: spazi sinegici, isole funzionali, l’arte del computer e panchine intelligenti.