LafargeHolcim Awards: la sostenibilità non è un’opzione

Si è tenuta a Marsiglia la premiazione dei progetti che hanno vinto questa edizione dei LafargeHolcim Awards per la regione Europa e che della progettazione sostenibile rappresentano visioni d’avanguardia.

I LafageHolcim Awards, premio triennale ai progetti d’architettura che meglio rispondono ai criteri di sostenibilità, istituiti nel 2003, hanno registrato quest’anno la cifra record di oltre 5000 progetti ricevuti ma ancora più interessante del numero è il fatto che la maggior parte è stata presentata da architetti giovani e giovanissimi, sotto ai trent’anni, molti dei quali ancora studenti. Questo a dimostrare che la sostenibilità è entrata nella coscienza delle generazioni più giovani che pensano al progetto d’architettura come necessariamente e de facto sostenibile.

La crescita del valore simbolico – ma anche i premi in denaro aiutano – dei LafargeHolcim Awards si deve alla fondamentale regola che la Fondazione nella persona del suo presidente Rolf Soiron ha sottolineato: la totale autonomia della Fondazione dall’azienda che la finanzia, e ciò è possibile perché nella cultura aziendale di LafageHolcim c’è la convinzione che l’industria delle costruzioni abbia una responsabilità nella sostenibilità. Se anche l’industria non fa proprio questo obiettivo la pressione di ONG, attivisti e politici non sarà sufficiente ad affrontare la questione visto che l’impatto ambientale delle costruzioni è altissimo, questa la tesi di Soiron.

Fig.1 BC architects and studies, Integration of a concrete plant in Brussels, Gold ex aequo LafargeHolcim Awards 2017
Fig.2 BC architects and studies, Integration of a concrete plant in Brussels, Gold ex aequo LafargeHolcim Awards 2017
Fig.3 BC architects and studies, Integration of a concrete plant in Brussels, Gold ex aequo LafargeHolcim Awards 2017
Fig.4 BC architects and studies, Integration of a concrete plant in Brussels, Gold ex aequo LafargeHolcim Awards 2017
Fig.5 BC architects and studies, Integration of a concrete plant in Brussels, Gold ex aequo LafargeHolcim Awards 2017
Fig.6 BC architects and studies, Integration of a concrete plant in Brussels, Gold ex aequo LafargeHolcim Awards 2017
Fig.7 Tetra Architecten, Clever waste management in Brussels, Gold ex aequo LafargeHolcim Awards 2017 for Europe
Fig.8 Tetra Architecten, Clever waste management in Brussels, Gold ex aequo LafargeHolcim Awards 2017 for Europe
Fig.9 Tetra Architecten, Clever waste management in Brussels, Gold ex aequo LafargeHolcim Awards 2017 for Europe
Fig.10 Tetra Architecten, Clever waste management in Brussels, Gold ex aequo LafargeHolcim Awards 2017 for Europe

Si comprende allora perché abbiano vinto quest’anno ex-equo due progetti sulla città di Bruxelles che affrontano in modo davvero innovativo l’idea di città. Si tratta dei progetti di BC architects and studies e di TETRA architecten che immaginano una città dove non vengono espulse le attività produttive. È questo un approccio che supera il modello teorizzato da Richard Florida nel 2002 in The Rise of the Creative Class: And How It’s Transforming Work, Leisure, Community and Everyday Life secondo il quale, a fronte dell’abbandono delle attività produttive nelle città, l’occupazione di quegli spazi da parte di giovani e in particolare di creativi poteva essere il modello che avrebbe portato a rivitalizzare i quartieri in stato di abbandono. Attraverso la presenza di giovani creativi, parola cha da quel momento è diventata luogo comune, si sarebbero costituite nuove realtà produttive, si sarebbero integrate le comunità di residenti con quelle dei nuovi arrivati e così via. Questa idea è stata fatta propria da molte amministrazioni pubbliche che hanno sostenuto e finanziato questo processo. In un primo momento questo processo è sembrato virtuoso ma in breve tempo l’arrivo dei “creativi” ha generato un aumento dei prezzi degli immobili e la conseguente espulsione dei residenti; i prezzi sono lievitati al punto che anche i “creativi” se ne sono dovuti andare, insomma si è verificato quel processo di gentrificazione che ha caratterizzato le città negli ultimi anni. Lo stesso Florida ci ha ripensato, quasi scusandosi con un nuovo libro uscito quest’anno – e spiace che il progetto Euromediteranée 2 di Marsiglia sembri proseguire in questa direzione. L’idea degli architetti belgi prefigura invece una città che è un organismo vivente completo a tutti gli effetti, in grado di integrare, e non di espellere, le attività produttive e di renderle permeabili agli abitanti: per BC architects and studies si tratta di un impianto di lavorazione dei rifiuti aperto alla città, con spazi verdi utilizzabili dai cittadini e un edificio pronto a trasformarsi secondo le necessità; l’idea di TETRA architecten invece vede la ristrutturazione di un cementificio in modo tale che possa restare dove si trova, lungo il Willebroek Canal che è oggi parte integrante della vita urbana.

Fig.1 ZEDfactory, Inhabited parking spaces in London, Bronze LafargeHolcim Awards 2017 for Europe
Fig.2 ZEDfactory, Inhabited parking spaces in London, Bronze LafargeHolcim Awards 2017 for Europe
Fig.3 ZEDfactory, Inhabited parking spaces in London, Bronze LafargeHolcim Awards 2017 for Europe

Il progetto di ZEDfactory, vincitore del terzo premio, è contemporaneamente sostenibile, serio e provocatorio. L’idea è quella di usare i parcheggi all’aperto – quelli dei supermercati ad esempio – per risolvere una serie di problemi a Londra. I prezzi proibitivi degli alloggi hanno di fatto espulso dalla città diverse figure professionali essenziali nei servizi, come infermieri, vigili del fuoco, addetti al trasporto pubblico, tra gli altri, ma anche studenti e pendolari in generale. La soluzione proposta dagli architetti è un prototipo di abitazioni prefabbricate, a impatto zero sia per consumo di suolo, stanno sopra ai parcheggi, sia per sistema costruttivo, sia per produzione di energia, sono alimentati da pannelli solari in grado anche di ricaricare le eventuali auto elettriche parcheggiate. Gli interni, come ha raccontato Bill Dunster con un sorriso ironico, non sono di design, niente di hipster per chi lavora. Ma il progetto è molto interessante e sembra sulla via di trovare finanziamenti con i quali convincere l’amministrazione pubblica della sua fattibilità.

Fig.1 Ascociata Culturala Grivita 53, First independent theater, Bucharest, LafargeHolcim Awards Acknowledgement prize 2017 Europe
Fig.2 Ascociata Culturala Grivita 53, First independent theater, Bucharest, LafargeHolcim Awards Acknowledgement prize 2017 Europe
Fig.3 Ascociata Culturala Grivita 53, First independent theater, Bucharest, LafargeHolcim Awards Acknowledgement prize 2017 Europe
Fig.4 AGi architects, An ecological approach to archaeological sites, Pontevedra, LafargeHolcim Awards Acknowledgement prize 2017 Europe
Fig.5 AGi architects, An ecological approach to archaeological sites, Pontevedra, LafargeHolcim Awards Acknowledgement prize 2017 Europe
Fig.6 AGi architects, An ecological approach to archaeological sites, Pontevedra, LafargeHolcim Awards Acknowledgement prize 2017 Europe
Fig.7 AGi architects, An ecological approach to archaeological sites, Pontevedra, LafargeHolcim Awards Acknowledgement prize 2017 Europe
Fig.8 AGi architects, An ecological approach to archaeological sites, Pontevedra, LafargeHolcim Awards Acknowledgement prize 2017 Europe
Fig.10 Karamuk Kuo Architekten, Roman settlement excavation center Augusta Raurica, Augst, LafargeHolcim Awards Acknowledgement prize 2017 Europe
Fig.11 Karamuk Kuo Architekten, Roman settlement excavation center Augusta Raurica, Augst, LafargeHolcim Awards Acknowledgement prize 2017 Europe
Fig.12 Karamuk Kuo Architekten, Roman settlement excavation center Augusta Raurica, Augst, LafargeHolcim Awards Acknowledgement prize 2017 Europe
Fig.13 Karamuk Kuo Architekten, Roman settlement excavation center Augusta Raurica, Augst, LafargeHolcim Awards Acknowledgement prize 2017 Europe
Fig.9 Karamuk Kuo Architekten, Roman settlement excavation center Augusta Raurica, Augst, LafargeHolcim Awards Acknowledgement prize 2017 Europe
Fig.14 NP2F, Neighborhood recreation center, Bordeaux, LafargeHolcim Awards Acknowledgement prize 2017 Europe
Fig.15 NP2F, Neighborhood recreation center, Bordeaux, LafargeHolcim Awards Acknowledgement prize 2017 Europe
Fig.16 NP2F, Neighborhood recreation center, Bordeaux, LafargeHolcim Awards Acknowledgement prize 2017 Europe
Fig.17 NP2F, Neighborhood recreation center, Bordeaux, LafargeHolcim Awards Acknowledgement prize 2017 Europe
Fig.18 NP2F, Neighborhood recreation center, Bordeaux, LafargeHolcim Awards Acknowledgement prize 2017 Europe
Fig.19 NP2F, Neighborhood recreation center, Bordeaux, LafargeHolcim Awards Acknowledgement prize 2017 Europe

Oltre ai vincitori sono stati assegnati gli Acknowledgement prizes a quattro progetti: un nuovo teatro che riutilizza una struttura esistente a Bucarest, Romania, di Ascociata Culturala Grivita 53. I madrileni Agi Architects hanno visualizzato gli edifici e le coperture per uno scavo archeologico a Pontevedra in Spagna, come i zurighesi Karamuk Kuo Architekten che hanno lavorato su un sito archeologico pensando alla flessibilità delle strutture per lo scavo romano di Augusta Rurica in Svizzera. Infine i parigini NP2F hanno progettato un centro ricreativo a Bordeaux tanto arioso quanto audace. I Next Generation prizes sono proprio quelli che guardano e sostengono i giovani, i vincitori di quest’anno sono due polacchi, Malgorzata Mader e Jakub Grabowski, la russa Anna Andronov, terzo premio, e quarto, lo svizzero Frédéric Bouvier.

Fig.1 Malgorzata Mader, Converting a factory into housing, Lodz, LafargeHolcim Awards Next Generation
Fig.2 Malgorzata Mader, Converting a factory into housing, Lodz, LafargeHolcim Awards Next Generation
Fig.3 Malgorzata Mader, Converting a factory into housing, Lodz, LafargeHolcim Awards Next Generation
Fig.4 Jakub Grabowski, Monastery conversion for a rehabilitation facility, Otyn, LafargeHolcim Awards Next Generation 2017 Europe
Fig.5 Jakub Grabowski, Monastery conversion for a rehabilitation facility, Otyn, LafargeHolcim Awards Next Generation 2017 Europe
Fig.6 Jakub Grabowski, Monastery conversion for a rehabilitation facility, Otyn, LafargeHolcim Awards Next Generation 2017 Europe
Fig.7 Anna Andronova, Spatial concepts for the city of the future, Kazan, LafargeHolcim Awards Next Generation 2017 Europe
Fig.8 Anna Andronova, Spatial concepts for the city of the future, Kazan, LafargeHolcim Awards Next Generation 2017 Europe
Fig.9 Anna Andronova, Spatial concepts for the city of the future, Kazan, LafargeHolcim Awards Next Generation 2017 Europe
Fig.10 Frédéric Bouvier, Fire cistern and forest shelter, Collobrières, LafargeHolcim Awards Next Generation prize 2017 Europe
Fig.11 Frédéric Bouvier, Fire cistern and forest shelter, Collobrières, LafargeHolcim Awards Next Generation prize 2017 Europe
Fig.12 Frédéric Bouvier, Fire cistern and forest shelter, Collobrières, LafargeHolcim Awards Next Generation prize 2017 Europe

E se si considera che circa il 50% dei progetti sostenuti dai premi della LafargeHolcim Foundation for Sustainable Construction vengono realizzati, tutti coloro che sono stati selezionati hanno buona probabilità di vedere concretizzate le loro idee. Proprio per questo, per la prima volta quest’anno, è stato assegnato il LafargeHolcim Building Better Recognition, cioè un premio che verifica che uno dei progetti premiati nelle precedenti edizioni una volta realizzato corrisponda ai criteri di sostenibilità. Il premio è andato a Gilles Delalex e al suo team del parigino Muoto Architecture Studio. Gli architetti hanno dimostrato di saper gestire i servizi per otto facoltà universitarie in un edificio a basso costo e molto efficiente. Questi premi stanno diventando uno spaccato planetario dello stato dell’architettura, di come la pensano gli architetti; una sfida dove, certo chi vince è più contento di chi non vince, ma tutti ci mettono la testa.