Ventura Lambrate

Ai progetti di Ventura Lambrate si affianca quest’anno un gruppo di espositori più istituzionali in Ventura Centrale. Margriet Vollenberg racconta cosa è cambiato dal 2010 a oggi.  

Ventura Lambrate
Dopo avere aperto uno spiraglio sul futuro del design, scegliendo designer e marchi che sono un po’ i ribelli dell’industria; progetti e prodotti spesso non sono ancora definitivi, non ancora sul mercato, presentando ricerche, prototipi o idee in un’atmosfera da festival, l’ideatrice di Ventura Lambrate Magriet Vollenberg lancia quest’anno una nuova sede battezzata “Ventura Centrale” che, in un ex magazzino nei pressi della Stazione Centrale, ospiterà un gruppo di espositori più istituzionali. Sono marchi o studi di design che sono nella professione da pochi anni, o anche grandi società commerciali che vorrebbero affrontare il mercato in modo diverso. A unire le due location sarà come sempre la varietà e la qualità molto alta dei progetti.

Domusweb: Quando vi è venuta l’idea di Ventura Lambrate? Qual era il concetto iniziale?

Margriet Vollenberg: La prima edizione si è svolta nel 2010, dopo che per alcuni anni avevo lavorato come capo progetto per la mia società Organisation in Design. Avevo lavorato per vari designer e vari marchi, soprattutto olandesi, in varie sedi del Fuorisalone come via Tortona e il centro cittadino. A un certo punto ho notato l’assenza di designer della nuova generazione, di marchi recenti e di ricerca accademica. Perciò quel che volevo creare era una zona della città dove si potessero trovare proprio queste cose. Non è stato facile, perché lavoravamo con espositori con pochi fondi, come le scuole. Il mio obiettivo era creare una zona destinata precisamente a loro, e nel 2008 ho iniziato a lavorare a quello che oggi è Ventura Lambrate. Mi sono laureata alla Design Academy di Eindhoven nel 2000 e subito dopo ho lavorato per cinque anni a Milano come designer. Poi sono tornata in Olanda e ho fondato Organisation in Design, lavorando come art director e curatrice. Poi ho anche lavorato per la Dutch Design Week e sono stata curatrice esterna alla Biennale del Design di Lubiana del 2012. Ora sto lavorando a un progetto a Gerusalemme.

Domusweb: C’è un filo conduttore, un tema, un filone culturale comune nella manifestazione?

Margriet Vollenberg: Il bello – detto da creativa – sta nel vedere il percorso dei progetti prima che vengano presentati ufficialmente, cioè in ottobre/novembre. È il momento in cui seleziono i lavori: ci sono fasi di candidatura pubbliche in cui ne arrivano da 550 o 650 da tutto il mondo, il che significa poter dare un’occhiata a quel che succederà l’anno prossimo. La maggior parte dei progetti naturalmente sono ancora schizzi a matita, idee appena accennate, non pienamente elaborate. Riesco a vedere germogliare certi temi nella loro primissima fase, e quest’anno ce ne sono parecchi.

 

Domusweb: Quali sono i punti forti di quest’anno? Quali sono le manifestazioni da non perdere e quali sono i luoghi eccezionali?

Margriet Vollenberg: Quest’anno, oltre che a Ventura Lambrate, saremo in una nuova sede battezzata Ventura Centrale, dove apriamo uno spiraglio sul futuro del design. I designer e i marchi in mostra sono un po’ i ribelli dell’industria del design. E la maggior parte dei progetti e dei prodotti non sono ancora definitivi, non sono ancora sul mercato. Sono ricerche, prototipi o idee sulla direzione in cui il design sta andando. Potremmo dire che Ventura Lambrate è una zona di “nuove presenze e scoperte”. A Ventura Centrale volevo fare qualcosa di completamente diverso. Due o tre anni fa ho notato che esiste un gruppo di espositori più istituzionali di quelli che si vedono a Lambrate. Sono marchi o studi di design che sono nella professione da pochi anni, o anche grandi società commerciali che vorrebbero affrontare il mercato in modo diverso. Chiedevano spazi più vasti, più metri quadrati, più libertà degli spazi. È il motivo per cui mi sono messa alla ricerca di altre zone della città. È stata una vera e propria indagine. Ci siamo seduti intorno a una pianta di Milano e abbiamo disegnato dei cerchi intorno agli edifici che ci parevano interessanti perché avevano una superficie particolarmente ampia, o perché erano dismessi. Poi siamo andati in giro a fare dei sopralluoghi. Certe porte non erano state aperte da anni, oppure abbiamo dovuto sbirciare da sopra i muri. È così che siamo arrivati anche alla Stazione Centrale. Certi ambienti erano chiusi da trent’anni. Nessuno aveva la minima idea di che cosa ci fosse dietro quelle porte chiuse. Era un posto eccezionale da vedere. E allora quest’anno presentiamo lì una nuova idea del design. Potrei definirla un’atmosfera da ‘museo’, perché entrando ci si trova in uno spazio enorme. Questo spazio fa parte dell’identità della mostra. Se pensiamo a Ventura Lambrate, l’interesse sta nell’essere là dove si presentano la nuova generazione, le varie scuole di design, i progetti didattici degli studenti, i laboratori. Ci sono i nuovi materiali, i progetti tecnologici, il design sociale. Quel che rende speciale Ventura Lambrate è la varietà. Secondo me certe volte c’è un po’ un’atmosfera da festival, senza perdere di vista l’idea generale e soprattutto senza perdere di vista i contenuti dei lavori. Perciò la qualità è molto alta. È per questo che le aziende vengono a visitare Ventura Lambrate per scoprire nuovi talenti. Per un organizzatore è un gran bel complimento.

 

Domusweb: Qual è il profilo del pubblico del design che frequenta la zona?

Margriet Vollenberg: Attiriamo parecchi scopritori di talenti e ovviamente parecchi designer. In generale si tratta di un pubblico di addetti ai lavori. Nel fine settimana attiriamo anche i milanesi. È importante, perché il design è fatto per tutti, e credo che dovrebbe essere accessibile a tutti. A Milano la grande differenza tra la Settimana della Moda e la Design Week è la facilità di accesso. Si vede la curiosità della gente, che viene per vedere il design. Mi piace molto, credo che sia una cosa irrinunciabile. Nel corso della settimana vediamo più pubblico professionale, il che va bene perché nella Design Week l’aspetto commerciale è importante. Negli ultimi otto anni il pubblico di Ventura Lambrate è molto cambiato. In parte lo conosco molto bene, ho degli appuntamenti. Incontriamo parecchi organizzatori di altri festival, operatori dell’industria del design: proprietari di gallerie, curatori museali ma anche amministratori delegati e responsabili dei dipartimenti di design di grandi marchi internazionali. Anche di marchi che a prima vista hanno poco o nulla a che fare con l’industria del design. Per esempio ho appena ricevuto una comunicazione dal marchio della moda Hermès che mi ha chiesto una visita privata a Ventura Lambrate. La società automobilistica Volvo parteciperà anch’essa a una visita guidata nella nostra zona. L’anno scorso abbiamo avuto oltre centomila visitatori e spero che quest’anno raggiungeremo lo stesso numero. Soprattutto spero che avremo lo stesso pubblico di alta qualità.

Domusweb: Puoi dare ai nostri lettori delle dritte su come sfruttare al meglio le manifestazioni della Milano Design Week?

Margriet Vollenberg: Ammetto che mi pare molto difficile. In città ci sono un sacco di cose. Ovviamente non sono una normale visitatrice, ho la fortuna di avere il pubblico che viene da me, ed è così che conosco moltissime persone e ho moltissimi appuntamenti. Quel che bisogna fare è non dare alle proprie giornate un programma troppo fitto. Farsi un buon programma prima di uscire, capire quali zone ci piacerebbe visitare. Secondo me è importante cercare di parlare con i designer presenti. A Ventura Lambrate il cento per cento dei designer è presente alla propria mostra e quindi è facilissimo fare domande direttamente, dialogare, interrogarli sui loro progetti in mostra. Credo che sia veramente un elemento imprescindibile, specialmente a Ventura Lambrate. C’è tanto da vedere e parecchi dei lavori non sono compiuti, non sono prodotti finali, e perciò c’è parecchio di cui discutere. Quando si osserva un prototipo è bellissimo che il progettista che gli sta accanto lo spieghi. Credo che una cosa da fare senza dubbio in occasione del Salone del Mobile sia parlare con i creativi e scoprire quale storia ci sia dietro i prodotti in mostra. Auguro a tutti un buon Salone del Mobile e un buon Fuorisalone, e spero di vedervi a Ventura Lambrate e a Ventura Centrale.

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