Judith Hopf a Museion

In mostra a Museion, gli ultimi lavori di Judith Hopf sono realizzati in mattoni e alludono a limitazioni di esperienze fisiche, attraverso un ossimoro o paradosso visivo.

Judith Hopf a Museion
Judith Hopf, alla sua prima personale in un museo italiano, ricopre un ruolo singolare all’interno del sistema artistico globalizzato e iperconnesso. È uno spirito ludico che mira a decostruire certezze, far vacillare parametri e convenzioni sociali. Il suo lavoro si muove su elementi quali la consapevolezza dei propri limiti, e quindi l’ironia e l’autoironia; i gesti e i comportamenti goffi e impacciati; l’utilizzo dello slapstick e di un linguaggio volutamente amatoriale e quindi di materiali semplici nelle proprie opere.  
Judith Hopf a Museion
Judith Hopf, Up, vista della mostra a Museion, Bolzano. Photo Luca Meneghel. © the artist; courtesy of kaufmann repetto, Milan/New York; and Deborah Schamoni, Munich
La mostra “Up” è ospitata a Passage e al quarto piano e presenta trenta lavori dell’artista tra video, sculture e disegni – diverse opere e l’allestimento sono realizzati per l’occasione e sono in dialogo con lo spazio di Museion e il paesaggio circostante. Il rapporto con il panorama altoatesino si riflette anche nell’invito per la mostra, la cui grafica è stata realizzata dall’artista.  
Judith Hopf a Museion
Judith Hopf, Up, vista della mostra a Museion, Bolzano. Photo Luca Meneghel. © the artist; courtesy of kaufmann repetto, Milan/New York; and Deborah Schamoni, Munich
Nella produzione plastica dell’artista lo humor diventa possibilità per smantellare il linguaggio della modernità: gli animali per esempio diventano una sorta di supporto simbolico e concettuale per diverse pratiche umane. In questo senso, il gregge di pecore in cemento con facce spiritose disegnate a carboncino, si prende gioco delle convenzioni della scultura minimalista, della sua serialità e dell’intenzionale assenza di associazioni e di contenuti – ma anche di certi comportamenti di visitatori di mostre di arte contemporanea. Le ultime produzioni plastiche di Hopf sono realizzate in mattoni e alludono a limitazioni di esperienze fisiche attraverso un ossimoro o paradosso visivo: un piede, un pallone da calcio o un trolley rimangono congelati nel loro movimento a causa delle loro pesanti e solide fattezze.
Judith Hopf a Museion
Judith Hopf, Husse 2 installazione a Museion Bolzano. Photo Luca Meneghel. Courtesy of the artist
A Museion lavori già realizzati sono associati a nuove opere create per l’occasione. I mattoni non comporranno solo le sculture, ma fungeranno da moduli architettonici per l’allestimento. Essi suddivideranno lo spazio espositivo e al contempo serviranno da supporti per la presentazione di alcuni lavori.
Judith Hopf a Museion
Judith Hopf, Raben, 2016, installazione a Museion Bolzano. Photo Luca Meneghel. Courtesy of kaufmann repetto, Milan/New York; and Deborah Schamoni, Munich. Photo Andrea Rossetti
Nata a Karlsruhe nel 1969, l’artista insegna arti figurative presso la Frankfurter Städelschule e ha esposto in istituzioni come PRAXES centre for Contemporary Art, Berlino (2014), Schirn Kunsthalle Frankfurt (2013), Malmö Konsthall, Malmö (2012) e in rassegne internazionali come documenta 13, Kassel (2012) e la Biennale di Liverpool (2014). I suoi lavori sono stati presentati in numerosi Festival, tra cui il Festival internazionale del cinema di Berlino (Berlinale) e gli “Internationalen Kurzfilmtagen Oberhausen”.
Judith Hopf a Museion
Judith Hopf, Up, vista della mostra a Museion, Bolzano. Photo Luca Meneghel. © the artist; courtesy of kaufmann repetto, Milan/New York; and Deborah Schamoni, Munich

fino al 8 gennaio 2017
Judith Hopf: Up
Museion
piazza Piero Siena 1, Bolzano 

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