I progetti che Domus presenta questo mese spaziano dalla Svizzera, con il Jazz campus di Buol & Zünd a Basilea, al Portogallo con la Casa Além di Valerio Olgiati, passando per New York, dove Hiroshi Sugimoto presenta il suo studio con sala per la Cerimonia del Tè e Jean Nouvel racconta la sua “scatola” che racchiude una storica giostra: Jane’s carousel nel Brooklin Bridge Park, e infine alla Cina con l’edificio sull’acqua di Álvaro Siza e Carlos Castanheira.
Del loro modo di affrontare il design ci raccontano lo studio libanese .Pslab, che propone il suo approccio globale fondato sulla collaborazione e Konstantin Grcic, alla ricerca di una bellezza che non è legata alla forma, ma a intelligenza, semplicità funzionale e qualità del processo di costruzione. Paola Besana, designer tessile, evidenzia come per lei il tessuto sia da pensare e progettare come tridimensionale, piuttosto che come superficie.
La grande mostra dedicata a Lucio Amelio al MADRE, curata da Andrea Viliani, ripercorre la storia del gallerista che ha fatto di Napoli una capitale dell’arte contemporanea; la mostra di Attilio Stocchi alla Triennale invece sottolinea il rapporto di Milano con l’acqua per rinegoziare l’appartenenza della città al suo territorio.
Le scuole di questo mese sono la Bauhaus-Universität, erede del Bauhaus di Gropius, che tende oggi a un alto tasso d’internazionalizzazione attraverso 80 partner; e la cattedra di Jacques Lucan, Éric Lapierre, Odile Seyler all’École d’Architecture de la Ville et de Territoires a Parigi strutturata in seminari.
Il feedback di febbraio torna in Italia con la Firenze di Adolfo Natalini che propone di percorrere la città ottocentesca dei viali, e sottolinea come, nonostante qualche isolato edificio, la città storica sembri prevalere nei pensieri e nei fatti. L’elzeviro di Alberto Sironi, regista tra l’altro della fortunata serie del Commisario Montalbano per la Rai, racconta il suo vissuto nelle molte case che ha abitato, ciascuna con la sua anima, in cui ha cercato la casa della sua infanzia.