Mike Kelley a Milano

Eternity is a Long Time è il progetto espositivo dedicato a uno degli artisti più influenti degli ultimi vent’anni, pensato e voluto per gli spazi espositivi di HangarBicocca a Milano.

HangarBicocca presenta, fino all’8 settembre 2013, la mostra "Mike Kelley: Eternity is a Long Time" dedicata all’artista americano che ha contribuito a tracciare nuove direzioni nella storia dell’arte contemporanea. Il progetto espositivo, curato da Emi Fontana e Andrea Lissoni, è stato voluto e reso possibile da Pirelli, Socio Fondatore Promotore della Fondazione HangarBicocca. "Mike Kelley: Eternity is a Long Time"  è un’occasione unica di approfondimento e conoscenza del lavoro di Mike Kelley (Detroit, 1954 – Los Angeles, 2012), un percorso – tra installazioni, video e sculture – che si focalizza principalmente tra il 2000 e il 2006, periodo di grande maturità creativa nella produzione dell’artista recentemente scomparso.

“Mike Kelley: Eternity is a Long Time” vista dell’installazione all’HangarBicocca, Milano, 2013. Tutte le opere di Kelley © Estate of Mike Kelley. Courtesy Fondazione HangarBicocca, Milano. Photo Agostino Osio

La mostra dialoga con i grandi spazi industriali di HangarBicocca attraverso una serie di opere fondamentali e raramente esposte al pubblico, provenienti da importanti istituzioni e collezioni internazionali: Museo Reina Sofía, Madrid; Thyssen-Bornemisza Art Contemporary, Vienna; François Pinault Foundation, Paris e Venezia; Goetz Collection, Monaco; Rennie Collection, Vancouver; Collezione La Gaia, Busca (Cuneo); Mike Kelley Foundation for the Arts, Los Angeles. Si tratta di opere di grande intensità che rappresentano al meglio il complesso e visionario universo espressivo dell’artista, considerato tra le figure più influenti dell’arte contemporanea e un modello per le generazioni di artisti dopo di lui. Il progetto deve la sua unicità al coinvolgimento di Emi Fontana – curatrice italiana che vive a Los Angeles e che ha lavorato con Mike Kelley in un rapporto di stretta collaborazione negli ultimi quindici anni – e all'esperienza di Andrea Lissoni nel concepire formati espositivi unici ed innovativi per HangarBicocca.

“Mike Kelley: Eternity is a Long Time” vista dell’installazione all’HangarBicocca, Milano, 2013. Tutte le opere di Kelley © Estate of Mike Kelley. Courtesy Fondazione HangarBicocca, Milano. Photo Agostino Osio

La mostra "Mike Kelley: Eternity is a Long Time" è stata concepita come momento di confronto con la complessa ed eterogenea produzione dell’artista e come occasione per approfondire l’affascinante intreccio di elementi culturali e ricordi autobiografici che caratterizzano la sua opera: il rapporto con l’educazione, il legame con l’architettura modernista, la relazione con la tradizione della pittura e della letteratura americana, il confronto con la cultura popolare e vernacolare, i riti iniziatici giovanili e gli stili delle sottoculture musicali. Le opere occupano per intero i grandi spazi di HangarBicocca e sono allestite secondo un percorso aperto e non cronologico, che evidenzia la continuità nella produzione di Mike Kelley e la sua capacità di toccare con straordinaria libertà ed eclettismo generi espressivi differenti: dall’installazione alla scultura, dalla performance al video, dal suono al disegno. 

“Mike Kelley: Eternity is a Long Time” vista dell’installazione all’HangarBicocca, Milano, 2013. Tutte le opere di Kelley © Estate of Mike Kelley. Courtesy Fondazione HangarBicocca, Milano. Photo Agostino Osio

La mostra si apre con Extracurricular Activity Projective Reconstruction #1 (Domestic Scene) (2000) e Runway for Interactive DJ Event (2000),  due significative installazioni (presentate insieme alla prima personale italiana di Mike Kelley, nella Galleria Emi Fontana a Milano nel 2000), che rappresentano un punto di svolta fondamentale nella ricerca dell'artista, e testimoniano l’avvio verso il suo periodo più prolifico. Inoltre Eternity is a long time, che dà il titolo alla mostra, è la frase pronunciata da uno dei due attori del video Extracurricular Activity Projective Reconstruction #1 (Domestic Scene) (2000) al suo partner prima che entrambi si tolgano la vita. Uno dei lavori centrali del progetto espositivo è l’installazione John Glenn Memorial Detroit River Reclamation Project (Including The Local Culture Pictorial Guide, 1968-1972, Wayne/Westland Eagle) (2001), ispirata a un monumento dell’astronauta John Glenn a cui il liceo frequentato da Mike Kelley era dedicato.

“Mike Kelley: Eternity is a Long Time” vista dell’installazione all’HangarBicocca, Milano, 2013. Tutte le opere di Kelley © Estate of Mike Kelley. Courtesy Fondazione HangarBicocca, Milano. Photo Agostino Osio

I frammenti di vetro e ceramica colorati che ricoprono la scultura sono stati recuperati da Kelley stesso nel fiume di Detroit: tecniche artistiche nobili e processi tipici di un approccio vernacolare, tradizione del monumento e antimonumentalità, memoria personale e collettiva, immaginario mediatico e cultura popolare si intrecciano in quest’opera emblematica. Fa parte del percorso espositivo la grande installazione Light (Time) – Space Modulator del 2003 che nel titolo rimanda a due capisaldi dell’Arte Costruttivista dei primi del ‘900: un’opera di Laszlo Moholy Nagy e, nella presenza della scala a chiocciola, al mai realizzato Monumento alla terza Internazionale di Vladimir Tatlin. La scala, prelevata direttamente dalla casa dell’artista, funge da fulcro del lavoro e da supporto mobile per per una proiezione rotante composta da sequenze che alterano fotografie degli anni ’70 e che ritraggono i precedenti inquilini in differenti situazioni familiari. Immagini in cui Kelley impersona le medesime situazioni e altre che sovrappongono le due serie. Profondeurs Vertes (2006)  conclude la mostra e rappresenta al tempo stesso un punto d’arrivo e un inizio per rileggere il percorso espositivo. Commissionata dal Louvre in occasione della mostra "Les Artistes américains et le Louvre".