"La nostra ambizione è quella di creare un'architettura che sia il più possibile site-specific, un'architettura che sia influenzata da ciò che offrono il contesto, le viste e il paesaggio", spiegano gli architetti. Ispirati dalla struttura delle cupole geodetiche degli anni '70, Tejlgaard e Jepsen sfruttano tutti i vantaggi di queste strutture generate matematicamente, ma tentano di conferire al progetto ulteriori significati. "La cupola geodetica", continuano, "potrebbe essere chiamata una non-architettura poichè si insedia come una navicella spaziale autoreferente, escludendo ogni riferimento al contesto". "Il passo successivo è stato decostruirne la geometria quasi sacra, in un modo che non rifiutasse, ma anzi ne rispettasse le proprietà".
Il processo di decostruzione permette alla cupola di diventare uno spazio aperto, che può essere suddiviso e adattato alle caratteristiche del sito, presentando nicchie, spigoli e aperture, che lo rendono più o meno trasparente a seconda delle esigenze.
Le nicchie oltre a costituire i vari punti di accesso alla struttura, lasciano la luce penetrare nello spazio interno sempre in maniera indiretta. In occasione del "Peoples Meeting" il padiglione ha ospitato una pedana, mentre le sedute sono state posizionate al centro della "cupola", garantendo un grande senso di intimità.
Architetti: Kristoffer Tejlgaard & Benny Jepsen
Ingegnere: Henrik Almegaard Area: 212 mq
Altezza: 8 m
Destinazione d'uso: cucina, bar, zona pranzo, palco
Cliente: BL, Denmark's Public Housing
Completamento: 2012