


Editoriale: Per un nuovo inizio
Più volte, nei nostri ragionamenti, ci siamo soffermati sul tempo attuale, quell’unico tempo in cui ci è dato di vivere – anzi, in cui siamo obbligati a vivere –, e abbiamo convenuto che il principale compito a cui ognuno di noi dovrebbe prima di tutto applicarsi èquello di vivere pienamente il proprio tempo.

Illusione, percezione, progetto
In mostra a Milano, l’opera di Juan Muñoz – che introduciamo con un testo dell’artista spagnolo del 1987 – dialoga con il grande spazio industriale dell’HangarBicocca, congeniale alla sua ricerca sul rapporto tra architettura e scultura. Il catalogo che accompagna la mostra, in uscita a luglio, suggerisce diversi livelli di lettura della sua arte.
Architettura e concept
Per raccontare il proprio metodo didattico, consolidato nei tanti anni di insegnamento alla Columbia University di New York, Tschumi ha scelto quattro progetti sviluppati in altrettanti laboratori tematici che illustrano come l’architettura sia ideazione e materializzazione di contenuti.
Mackintosh School of Architecture, Glasgow
Unica scuola di Architettura britannica a fare parte di un istituto d’Arte, The Mac promuove un programma di progettazione fondato sull’attività di laboratorio, senza tralasciare però la cultura del dialogo architettonico con le città e il loro contesto. L’impegno sociale è un altro punto fermo nel ciclo di studi, messo in atto attraverso frequenti esperienze sul campo, sia in Gran Bretagna sia nel cosiddetto Sud del mondo.
La luce e lo spazio della vita
In occasione della personale a Losanna, che presenta i suoi lavori più recenti, l’architetto e pittore italo-svizzero spiega ai lettori di Domus, con la poesia che contraddistingue la sua opera, il ruolo della luce nello spazio: allegoria di un destino culturale, che si è coniugato con raffinate sottigliezze tra una cultura umana e l’altra.
Volume! Un lavoro in via San Francesco di Sales
La passione per l’arte porta Francesco Nucci, neurochirurgo di mestiere, a realizzare a Roma un inedito spazio per l’arte e per gli artisti. Uno dei fondatori ripercorre per Domus la lunga inaugurazione del 1997 per raccontare il senso di un’esperienza eccezionale che, 18 anni dopo, mantiene intatte le sue potenzialità.
Misura dell’uomo
Siamo grati a Vittorio Gregotti, uno dei maestri dell’architettura italiana, di avere visitato per Domus la mostra che il Centre Pompidou dedica a Le Corbusier nei 50 anni dalla sua morte. Ne viene fuori un’appassionata lettura di chi ha vissuto da protagonista gli stessi anni raccontati dalla mostra, e un omaggio sincero al progettista svizzero, magistralmente definito “un grande architetto, quasi antico e ancora, problematicamente contemporaneo”.
L’incertezza
Attraverso gli archivi di Domus, il Nouveau Musée National de Monaco riscopre la straordinaria storia del rapporto della rivista con il grande artista e la ripropone in un’importante mostra che qui anticipiamo per i nostri lettori.
L’universo erratico di Yona Friedman
Attraverso le parole dei due autori – Yona Friedman e Manuel Orazi – presentiamo un nuovo volume che esplora a fondo il pensiero di Friedman: dai progetti effimeri per l’emergenza al concetto di città spaziale, fino alle più recenti proposte di auto-pianificazione, improvvisazione e architettura senza edifici.
Quasi una prefazione

Identità attraverso la diversità
Incaricato di progettare uno store nell’iconica cupola di Buckminster Fuller del Campus Vitra, Kéré esalta l’identità del preesistente ideando un percorso che crea una relazione tra struttura e persone: un risultato ottenuto anche grazie all’intenso scambio con due committenti forti, come Nora Fehlbaum e Miguel Fluxá.
Ampliamento della Tate St Ives
La lunga frequentazione e collaborazione con artisti costituisce la solida base su cui Jamie Fobert ha fondato il progetto per la prestigiosa istituzione britannica, un’opera che manifesta la sua capacità compositiva e la sensibilità per il carattere paesaggistico del sito.
Ripensare la modularità
Per celebrare i 50 anni della struttura componibile Haller, brevettata da Paul Schärer nel 1965, l’azienda svizzera USM ha dato vita a una settimana di workshop, nella quale designer, architetti, studenti e docenti hanno lavorato insieme sul tema della modularità.
Nuovo stadio di Bordeaux, Francia
Una miriade di colonne conforma l’ultima realizzazione di Herzog & de Meuron che con questo progetto fissano una nuova tipologia di stadio capace di affrancarsi dall’essere solo il tempio dello sport per diventare un tempio dei nostri tempi. Un magnifico e straordinario edificio pubblico, dal forte significato civile, che sposta ulteriormente in avanti lo standard più volte raggiunto dagli architetti svizzeri per lo stesso tipo edilizio.
Edificio residenziale, Vienna
Esito di un concorso del 2010, il progetto degli architetti inglesi s’integra con altri due edifici, realizzati dagli studi von Ballmoos Krucker Architekten e Werner Neuwirth, a costituire un insieme urbano raccolto intorno a uno spazio collettivo aperto.
Isolato urbano a Milano
L’ultimo progetto realizzato da Giacomo Polin, recentemente scomparso, rivela la sua maestria nel risolvere un tema urbano complesso – un nuovo edificio tra due preesistenze storiche – rielaborando con intelligenza la grande tradizione milanese del moderno.
Stanza non–stanza
Sostanziando il detto “buon edificio, splendida rovina”, Beigel e Christou immaginano che il progetto di Peter Märkli possa tra 200 anni diventare uno straordinario ammasso di rovine, e ci offrono così l’interpretazione di una casa concepita come un sistema di spazi in connessione attorno al grande luogo centrale, cuore dell’edificio, in analogia con le abitazioni rurali tradizionali.
Atelierhaus Weissacher, Rumisberg, Svizzera

Per me il design è sperimentazione
Per essere più vicini al mondo della progettazione del design contemporaneo abbiamo deciso di realizzare una serie di approfondimenti su progettisti di media generazione, soffermandoci sulla loro maniera di lavorare, raccontata ai lettori di Domus direttamente dalle loro parole. Siamo molto contenti di iniziare questa serie di articoli con Lorenzo Damiani, le cui caratteristiche principali sono la bravura, la curiosità, la cordialità e la perseveranza, alla ricerca di un’idea intorno alla quale costruire una storia. ndb
Volevo progettare missili, poi mi sono trovato bene a fare lampade
Da progettista di missili a produttore di apparecchi di illuminazione – ma non solo –, e artefice di una delle storie più importanti del design internazionale, il fondatore di Artemide racconta a Domus i suoi molti mestieri e la sua visione imprenditoriale, che persegue con convinzione e determinatezza una produzione di qualità, mantenendo sempre il controllo dell’intero ciclo manifatturiero.
Rassegna: Mobili

Feedback: la Milano di Italo Lupi
