10 nuovi luoghi che Milano eredita dal Fuorisalone 2022

Per pochi giorni, una volta all’anno, il Fuorisalone ribalta Milano e i milanesi. Non tutto però è effimero. Lo dimostrano questi 10 luoghi sbocciati in settimana: alcuni fanno già parte del tessuto cittadino, altri fioriranno nei prossimi anni.

1. Morel, Not an ordinary space A fine maggio, con una lunga ed elegante tavola imbandita all’aperto, Morel ha svelato la sua nuova location a un gruppo ristretto di persone. Ad accogliere gli ospiti un’installazione immersiva con le nuove lampade di Mandalaki dentro e fuori i padiglioni della ex manifattura di tessuti di cotone per l’industria calzaturiera, che si trova in zona Certosa. Realizzate nel 1935, le otto architetture industriali fanno parte di un villaggio di 7.000 mq mantenuto in perfetto stato di conservazione. Negli uffici, le cementine originali degli anni Trenta e gli arredi disegnati da Borsani, Gerli e Scarpa e prodotti da Arflex e Tecno. All’esterno, le grandi bacinelle, usate un tempo per la miscelazione dei lattici, ospitano ora alberi di melograni, corniole, loropetalum, carpini e rosmarino. Aprirà le porte ufficialmente in autunno, per ospitare cene, talk, installazioni ed eventi privati.

Via privata Gradisca 18, Milano
Courtesy Morel

2. Garage Traversi, Louis Vuitton Louis Vuitton ha festeggiato 10 anni di collezioni Objets Nomades inaugurando il suo monomarca nel Garage Traversi di via Bagutta. Ex parcheggio del quadrilatero della moda, inaugurato nel 1939 su progetto di Giuseppe De Min, l’edificio era in disuso dal 2003. La maison francese ha affittato per tre anni parte dello stabile (che in tutto è grande 6.000 mq), acquisito nel 2018 dalla società Invesco Real Estate. Ai piani alti ci saranno gli uffici, mentre lo showroom sarà al piano terra. Riqualificato l’edificio, ripristinato il colore originario dell’intonaco, sistemate le terrazze panoramiche, la storica architettura razionalista di cemento armato con scala elicoidale è pronta per tornare alla città. 

Via Bagutta 2, Milano
Courtesy Louis Vuitton

3. Giardino storico Horti Coincide con la Design Week anche l’apertura al pubblico di una parte del parco del nuovo progetto residenziale di via Orti, firmato da Michele De Lucchi e realizzato da BNP Paribas Real Estate Property Development Italy. Con un investimento di 100 milioni di euro, è stata trasformata un’area di 14.600 mq fra via Orti e via Lamarmora: 74 unità immobiliari, due unità multifunzionali a uso ufficio e un’autorimessa interrata. Il tutto immerso in un parco di 10.000 mq. Parco nel parco, c’è il giardino storico, un tempo adibito alla coltivazione di piante officinali, nascosto e quasi dimenticato per 30 anni. Un’oasi di relax, tra il profumo di lavanda, salvia e artemisia, calendule e anemoni. È aperto al pubblico dal lunedì al sabato (dalle 9 alle 19 da aprile a ottobre, dalle 9 alle 17 da novembre a marzo).

Via Orti, Via Lamarmora, Milano
Courtesy Horti

4. Caffè del Circolo, Circolo Filologico A pochi passi dal Teatro alla Scala, il Circolo Filologico è una delle più antiche istituzioni culturali della città, dedicata allo studio delle civiltà e delle lingue antiche. Alla Design Week di quest’anno ha ospitato una parte della collettiva “Design Variations” curata da Mosca & Partners. Finito il Salone, non tornerà però esattamente come prima, perché al piano terra rimarrà il nuovo bar progettato da Marialaura Rossiello Irvine, una serie di ambienti sereni e intimi: bar, zona lettura, lounge e giardino, “in dialogo con l’architettura Liberty dell’edificio”, spiega la progettista. 

Via Clerici 10, Milano
Foto Ruy Teixeira

5. 44Spazio, George Sowden Il mitico George Sowden (per chi non lo sapesse, designer Olivetti dagli anni Settanta agli anni Novanta, uno dei membri fondatori di Memphis nel 1981) ha sempre avuto il suo studio in Corso di Porta Nuova. Quando i locali di una banca, proprio accanto ad essa, sono stati sgomberati, è sembrato una buona idea affittarli per farne uno showroom per i suoi tanti prodotti disegnati e da lui realizzati, oltre a mostre e incontri. Durante la Design Week potrete trovare le sue nuove lampade della collezione Shades in silicone colorato, presentate lo scorso settembre e ora in produzione. Oltre ai nuovi progetti dei suoi amici del brand danese Raawii, con il quale ha collaborato anche Sowden, insieme ad Olimpia Zagnoli e Omar Sosa, tra gli altri. Da non perdere il cortile colorato sul retro dello spazio con le piastrelle disegnate da Nathalie Du Pasquier per Mutina.  44SPAZIO sarà aperto come showroom permanente e in occasione di esposizione di mostre temporanee.

Corso di Porta Nuova 44, Milano
Courtesy Sowden

6. The Tokyo Toilet Con la Design Week, The Tokyo Toilet ha portato il design nei servizi igienici pubblici di Milano. Il primo bagno è stato installato nella stazione Duomo della metropolitana ed è destinato a restarci, per almeno tre anni. Un esperimento che, se dovesse funzionare, potrebbe cambiare lo stigma collegato ai bagni pubblici e portare il progetto della Nippon Foundation nelle grandi città di tutta Europa. Dopo avere coinvolto in Giappone 16 architetti di fama internazionale, tra cui Shigeru Ban, Toyo Ito, Kengo Kuma e Tadao Ando, a Milano ha lavorato il collettivo di artisti SKWAT con il grafico Satoshi Machiguchi e le fotografie di Daidō Moriyama, in collaborazione con l’azienda di sanitari TOTO. 

Stazione Duomo della metropolitana, Milano
Courtesy The Tokyo Toilet

7. Archivio Gianfranco Ferré In occasione del Fuorisalone 2022, ha aperto al pubblico in zona Tortona il Centro di Ricerca Gianfranco Ferré. Il progetto dello spazio è di Franco Raggi, la direzione scientifica dell’archivio di Paola Bertola, il coordinamento del collettivo Fashion in Process. L’archivio ha preso forma da dicembre 2021, a seguito della donazione della famiglia Ferré dell’archivio e della sede della storica Fondazione Gianfranco Ferré al Politecnico di Milano, dove lo stilista aveva studiato. Al suo interno, più di 150.000 documenti tra schizzi, disegni tecnici, foto, abiti e accessori, oggetti e libri.

Via Tortona 1, Milano
Courtesy Centro di Ricerca Gianfranco Ferré

8. DropCity Gallerie espositive, atelier di produzione, laboratori di falegnameria, robotica e prototipia avanzata. E poi ancora spazi per la ricerca, la didattica, uffici destinati a designer e architetti e una materioteca. Tutto da realizzare su un’area di 10.000 mq nei 28 tunnel dei Magazzini Raccordati della Stazione Centrale di Milano. Sono questi, in sintesi, il programma e i numeri dell’ambizioso progetto di Andrea Caputo per un Centro di Architettura e Design: visto in anteprima durante la Design Week, aprirà i battenti nel 2024. Sarà realizzato grazie a un investimento di 16 milioni di euro da parte della società di servizi immobiliari Nhood. 

Via Sammartini, Milano
Foto Marco Menghi

9. Toiletpaper Street Nuova opera d’arte pubblica, la Toiletpaper Street ha trasformato i fronti delle case di via Balzaretti con un lungo coloratissimo murale. Tutto era cominciato nel 2019 con il civico 4, quartier generale di Toiletpaper, progetto creativo di Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari, da allora soprannominata “la casa dei rossetti”, grazie appunto ai grandi rossetti impugnati da mani maschili dipinti sulla facciata. Ora, il progetto ha coinvolto anche gli altri fronti della via con le nuove grafiche realizzate dallo studio di architettura All Out Lab. Per gli appassionati delle visioni colorate e provocatorie del duo Cattelan-Ferrari sarà come passeggiare tra le pagine sovradimensionate della loro rivista.

Via Balzaretti, Milano
Foto Alessandro Ottaviani

10. Baranzate Ateliers La tipografia dell’ex fabbrica Necchi di macchine per cucire entra quest’anno a fare parte del circuito del Fuorisalone, allargando i confini della Design Week fino a Baranzate di Bollate, poco oltre Milano. Al suo interno, una collettiva di 21 tra gallerie, designer e artisti belgi, coordinati da Lionel Jadot, fondatore di Zaventem Ateliers, con il supporto dell’architetto milanese Pietro Minelli. Ci sono voluti otto mesi di lavori per allestire la mostra su 3.000 mq e potrebbe non finire qui: Baranzate Ateliers potrebbe essere il primo passo per suggerire uno sviluppo futuro, una rigenerazione permanente di questo luogo abbandonato da 20 anni. 

Via Milano 251, Baranzate di Bollate, Milano
Foto Marco Menghi

Ogni Design Week è una scoperta: migliaia di prodotti, progetti e prototipi, invenzioni e allestimenti. E poi decine di spazi di cui spesso, anche i milanesi doc varcano la soglia per la prima volta. Ci sono i palazzi e i cortili storici (quest’anno, Tom Dixon a Palazzo Serbelloni e Porsche a Palazzo Clerici), le terrazze private su cui inerpicarsi per dare uno sguardo spettacolare a Milano dall’alto e vedere quanto è cambiata negli ultimi 10 anni (come la Terrazza Portaluppi di Buccellati in via Brisa e quella dell’Hotel Ariston al Carrobbio). Ci sono poi gli ex spazi industriali o dismessi (Flos alla Fabbrica Orobia, Baranzate Ateliers nella ex fabbrica Necchi di Baranzate e Alcova all’ospedale militare di Baggio). Categoria a parte sono i luoghi che stanno per essere demoliti, per lasciare il passo al nuovo che avanza: l’ex macello quest’anno e, in passato, l’ex fabbrica di panettoni Cova, con la prima edizione di Alcova nel 2018, e le ex cartiere Binda, con il concerto di Ludovico Einaudi organizzato da Domus nel 2004. 

Ogni Fuorisalone è però anche motore di cambiamento: ci sono scoperte, infatti, che restano non solo nel ricordo di chi le ha visitate, ma diventano anche nuovi frammenti di città. Complici gli affitti proibitivi di questa settimana, chi può investe su qualcosa di meno effimero. Oltre alle aperture di nuovi showroom (Lodes in via della Moscova, Henge in via Spiga e Gervasoni in via Spartaco per citarne tre), non mancano gli interventi ambiziosi, pubblici e semi pubblici, come il recupero dei tunnel della Stazione Centrale per la futura DropCity

La Design Week non è insomma solo una frenesia collettiva di pochi giorni: un Salone alla volta, ha anche contribuito a promuovere e trasformare il tessuto urbano. Ecco 10 luoghi “germogliati” quest’anno: dai murali di Toiletpaper a Città Studi allo Spazio Morel in zona Certosa, dalle Tokyo Toilet alla fermata Duomo della metropolitana al Caffè del Circolo Filologico. Alcuni sono già aperti, altri li vedremo prendere forma nei prossimi anni.

1. Morel, Not an ordinary space Via privata Gradisca 18, Milano
Courtesy Morel

A fine maggio, con una lunga ed elegante tavola imbandita all’aperto, Morel ha svelato la sua nuova location a un gruppo ristretto di persone. Ad accogliere gli ospiti un’installazione immersiva con le nuove lampade di Mandalaki dentro e fuori i padiglioni della ex manifattura di tessuti di cotone per l’industria calzaturiera, che si trova in zona Certosa. Realizzate nel 1935, le otto architetture industriali fanno parte di un villaggio di 7.000 mq mantenuto in perfetto stato di conservazione. Negli uffici, le cementine originali degli anni Trenta e gli arredi disegnati da Borsani, Gerli e Scarpa e prodotti da Arflex e Tecno. All’esterno, le grandi bacinelle, usate un tempo per la miscelazione dei lattici, ospitano ora alberi di melograni, corniole, loropetalum, carpini e rosmarino. Aprirà le porte ufficialmente in autunno, per ospitare cene, talk, installazioni ed eventi privati.

2. Garage Traversi, Louis Vuitton Via Bagutta 2, Milano
Courtesy Louis Vuitton

Louis Vuitton ha festeggiato 10 anni di collezioni Objets Nomades inaugurando il suo monomarca nel Garage Traversi di via Bagutta. Ex parcheggio del quadrilatero della moda, inaugurato nel 1939 su progetto di Giuseppe De Min, l’edificio era in disuso dal 2003. La maison francese ha affittato per tre anni parte dello stabile (che in tutto è grande 6.000 mq), acquisito nel 2018 dalla società Invesco Real Estate. Ai piani alti ci saranno gli uffici, mentre lo showroom sarà al piano terra. Riqualificato l’edificio, ripristinato il colore originario dell’intonaco, sistemate le terrazze panoramiche, la storica architettura razionalista di cemento armato con scala elicoidale è pronta per tornare alla città. 

3. Giardino storico Horti Via Orti, Via Lamarmora, Milano
Courtesy Horti

Coincide con la Design Week anche l’apertura al pubblico di una parte del parco del nuovo progetto residenziale di via Orti, firmato da Michele De Lucchi e realizzato da BNP Paribas Real Estate Property Development Italy. Con un investimento di 100 milioni di euro, è stata trasformata un’area di 14.600 mq fra via Orti e via Lamarmora: 74 unità immobiliari, due unità multifunzionali a uso ufficio e un’autorimessa interrata. Il tutto immerso in un parco di 10.000 mq. Parco nel parco, c’è il giardino storico, un tempo adibito alla coltivazione di piante officinali, nascosto e quasi dimenticato per 30 anni. Un’oasi di relax, tra il profumo di lavanda, salvia e artemisia, calendule e anemoni. È aperto al pubblico dal lunedì al sabato (dalle 9 alle 19 da aprile a ottobre, dalle 9 alle 17 da novembre a marzo).

4. Caffè del Circolo, Circolo Filologico Via Clerici 10, Milano
Foto Ruy Teixeira

A pochi passi dal Teatro alla Scala, il Circolo Filologico è una delle più antiche istituzioni culturali della città, dedicata allo studio delle civiltà e delle lingue antiche. Alla Design Week di quest’anno ha ospitato una parte della collettiva “Design Variations” curata da Mosca & Partners. Finito il Salone, non tornerà però esattamente come prima, perché al piano terra rimarrà il nuovo bar progettato da Marialaura Rossiello Irvine, una serie di ambienti sereni e intimi: bar, zona lettura, lounge e giardino, “in dialogo con l’architettura Liberty dell’edificio”, spiega la progettista. 

5. 44Spazio, George Sowden Corso di Porta Nuova 44, Milano
Courtesy Sowden

Il mitico George Sowden (per chi non lo sapesse, designer Olivetti dagli anni Settanta agli anni Novanta, uno dei membri fondatori di Memphis nel 1981) ha sempre avuto il suo studio in Corso di Porta Nuova. Quando i locali di una banca, proprio accanto ad essa, sono stati sgomberati, è sembrato una buona idea affittarli per farne uno showroom per i suoi tanti prodotti disegnati e da lui realizzati, oltre a mostre e incontri. Durante la Design Week potrete trovare le sue nuove lampade della collezione Shades in silicone colorato, presentate lo scorso settembre e ora in produzione. Oltre ai nuovi progetti dei suoi amici del brand danese Raawii, con il quale ha collaborato anche Sowden, insieme ad Olimpia Zagnoli e Omar Sosa, tra gli altri. Da non perdere il cortile colorato sul retro dello spazio con le piastrelle disegnate da Nathalie Du Pasquier per Mutina.  44SPAZIO sarà aperto come showroom permanente e in occasione di esposizione di mostre temporanee.

6. The Tokyo Toilet Stazione Duomo della metropolitana, Milano
Courtesy The Tokyo Toilet

Con la Design Week, The Tokyo Toilet ha portato il design nei servizi igienici pubblici di Milano. Il primo bagno è stato installato nella stazione Duomo della metropolitana ed è destinato a restarci, per almeno tre anni. Un esperimento che, se dovesse funzionare, potrebbe cambiare lo stigma collegato ai bagni pubblici e portare il progetto della Nippon Foundation nelle grandi città di tutta Europa. Dopo avere coinvolto in Giappone 16 architetti di fama internazionale, tra cui Shigeru Ban, Toyo Ito, Kengo Kuma e Tadao Ando, a Milano ha lavorato il collettivo di artisti SKWAT con il grafico Satoshi Machiguchi e le fotografie di Daidō Moriyama, in collaborazione con l’azienda di sanitari TOTO. 

7. Archivio Gianfranco Ferré Via Tortona 1, Milano
Courtesy Centro di Ricerca Gianfranco Ferré

In occasione del Fuorisalone 2022, ha aperto al pubblico in zona Tortona il Centro di Ricerca Gianfranco Ferré. Il progetto dello spazio è di Franco Raggi, la direzione scientifica dell’archivio di Paola Bertola, il coordinamento del collettivo Fashion in Process. L’archivio ha preso forma da dicembre 2021, a seguito della donazione della famiglia Ferré dell’archivio e della sede della storica Fondazione Gianfranco Ferré al Politecnico di Milano, dove lo stilista aveva studiato. Al suo interno, più di 150.000 documenti tra schizzi, disegni tecnici, foto, abiti e accessori, oggetti e libri.

8. DropCity Via Sammartini, Milano
Foto Marco Menghi

Gallerie espositive, atelier di produzione, laboratori di falegnameria, robotica e prototipia avanzata. E poi ancora spazi per la ricerca, la didattica, uffici destinati a designer e architetti e una materioteca. Tutto da realizzare su un’area di 10.000 mq nei 28 tunnel dei Magazzini Raccordati della Stazione Centrale di Milano. Sono questi, in sintesi, il programma e i numeri dell’ambizioso progetto di Andrea Caputo per un Centro di Architettura e Design: visto in anteprima durante la Design Week, aprirà i battenti nel 2024. Sarà realizzato grazie a un investimento di 16 milioni di euro da parte della società di servizi immobiliari Nhood. 

9. Toiletpaper Street Via Balzaretti, Milano
Foto Alessandro Ottaviani

Nuova opera d’arte pubblica, la Toiletpaper Street ha trasformato i fronti delle case di via Balzaretti con un lungo coloratissimo murale. Tutto era cominciato nel 2019 con il civico 4, quartier generale di Toiletpaper, progetto creativo di Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari, da allora soprannominata “la casa dei rossetti”, grazie appunto ai grandi rossetti impugnati da mani maschili dipinti sulla facciata. Ora, il progetto ha coinvolto anche gli altri fronti della via con le nuove grafiche realizzate dallo studio di architettura All Out Lab. Per gli appassionati delle visioni colorate e provocatorie del duo Cattelan-Ferrari sarà come passeggiare tra le pagine sovradimensionate della loro rivista.

10. Baranzate Ateliers Via Milano 251, Baranzate di Bollate, Milano
Foto Marco Menghi

La tipografia dell’ex fabbrica Necchi di macchine per cucire entra quest’anno a fare parte del circuito del Fuorisalone, allargando i confini della Design Week fino a Baranzate di Bollate, poco oltre Milano. Al suo interno, una collettiva di 21 tra gallerie, designer e artisti belgi, coordinati da Lionel Jadot, fondatore di Zaventem Ateliers, con il supporto dell’architetto milanese Pietro Minelli. Ci sono voluti otto mesi di lavori per allestire la mostra su 3.000 mq e potrebbe non finire qui: Baranzate Ateliers potrebbe essere il primo passo per suggerire uno sviluppo futuro, una rigenerazione permanente di questo luogo abbandonato da 20 anni.