Tutto ciò che abbiamo visto al Salone 2021

Una carrellata di immagini sui migliori eventi di questa particolare edizione settembrina dell’evento più atteso a Milano.

Milano Design Week, il mood in città Brera District

Foto Marco Menghi

Milano Design Week, il mood in città Brera District

Foto Marco Menghi

Milano Design Week, il mood in città Brera District  

Foto Marco Menghi

Milano Design Week, il mood in città Brera District

Foto Marco Menghi

Milano Design Week, il mood in città Brera District

Foto Marco Menghi

Milano Design Week, il mood in città Statale di Milano

Foto Marco Menghi

Milano Design Week, il mood in città Statale di Milano

Foto Marco Menghi

Milano Design Week, il mood in città Statale di Milano

Foto Marco Menghi

Milano Design Week, il mood in città Statale di Milano

Foto Marco Menghi

Milano Design Week, il mood in città Statale di Milano

Foto Marco Menghi

Milano Design Week, il mood in città Statale di Milano

Foto Marco Menghi

Milano Design Week, il mood in città Statale di Milano

Foto Marco Menghi

Milano Design Week, il mood in città Statale di Milano

Foto Marco Menghi

Milano Design Week, il mood in città Statale di Milano

Foto Marco Menghi

Milano Design Week, il mood in città Statale di Milano

Foto Marco Menghi

Milano Design Week, il mood in città Statale di Milano

Foto Marco Menghi

Milano Design Week, il mood in città Statale di Milano

Foto Marco Menghi

Milano Design Week, il mood in città Statale di Milano

Foto Marco Menghi

Milano Design Week, il mood in città Statale di Milano

Foto Marco Menghi

Milano Design Week, il mood in città Statale di Milano

Foto Marco Menghi

Dopo due anni di stop il Salone di settembre è stato un evento memorabile. Ci aspettavamo un’edizione un po’ sottotono, di dimensioni molto ridotte, ma ci siamo trovati di fronte a una Milano vivacissima, che durante i lockdown ha evidentemente continuato a operare instancabile dietro le quinte. Il Salone 2021 è stato fruibile e godibile: avevamo voglia di rivederci e di confrontarci e la scala ridotta l’ha reso possibile.

1. Alcova Dal centro e da Milano nord i riflettori si spostano verso ovest, zona Inganni. All’interno dell’enorme complesso dell’Ospedale Militare di Baggio, tra via Forze armate e via Simone Saint Bon, si trova la nuova sede di Alcova, il progetto curatoriale di Space Caviar e Studio Vedèt, che ormai da qualche anno è meta imperdibile del fuorisalone. All’interno dei suoi 3.500 mq di spazio espositivo, fatto di giardini, percorsi all’aperto e le palazzine in rovina ricoperte di vegetazione, un tempo abitate da suore e infermiere, questa settimana hanno trovato casa i lavori di 50 espositori tra designer indipendenti, gallerie, scuole e brand innovativi.

Foto Marco Menghi  

1. Alcova Installazione di Marc Leschelier

Foto Marco Menghi

1. Alcova Installazione di Schemata Architects

Foto Marco Menghi

2. Ikea Temporary Home da Base Mettete temporaneamente tra parentesi i voli galattici dell’ultima Biennale. Ikea atterra a Base con una installazione concreta e lucidissima su una casa del futuro che forse potevamo già fare ieri. Uno spazio piccolo rispetto alle consuete dimensioni del colosso svedese, ma estremamente significativo. È la conseguenza, più che il frutto, di una ricerca fatta per l’edizione saltata a causa della pandemia. Ma quello scenario è ancora il nostro: spazi abitativi piccoli e temporanei, recupero dell’acqua piovana, tante zone relax, la natura che entra in casa sono i temi portanti. E per la prima volta in una esposizione ufficiale di Ikea in Italia ci sono anche gli hacks, a opera del laboratorio di prototipizzazione Miocugino. Trovate base in zona Tortona, MM Porta Genova. (Alessandro Scarano)

Foto Marco Menghi

2. Ikea Temporary Home da Base

Foto Marco Menghi

2. Ikea Temporary Home da Base

Foto Marco Menghi

Assab One In via Assab 1, Elena Quarestani propone tre mostre nella ex azienda grafica che da poco è diventata anche la sede milanese dello studio Formafantasma. La collettiva “1+1+1” curata da Federica Sala propone anche quest’anno il dialogo a cui ci ha abituati tra tre artisti provenienti da mondi differenti: gli architetti belgi Jan Ve Vylder e Inge Vinck che sfidano i visitatori a guardare con occhi nuovi la realtà che li circonda; l’artista piacentina Claudia Losi che esprime il suo lavoro storico di ricamo e gli artisti botanisti Caretto/Spagna con un’installazione che raccoglie e mette in circolo l’acqua piovana. Oltre alla mostra “1+1+1”, sono allestite ad Assab One fino al 16 ottobre la suggestiva opera site-specific “Cartogramma Bianco” di Daniele Papuli e l’istallazione fotografica “360° Horizon” di Marco Palmieri.

La fermata più vicina ad Assab One della metropolitana è Cimiano. Aperto fino a sabato 11 settembre. Orari 3 p.m - 7 p.m. (Giulia Guzzini)

Foto Giovanni Hänninen

3. Assab One

Foto Giovanni Hänninen

3. Assab One

Foto Giovanni Hänninen

4. 5 Vie Hanno avuto un anno in più per prepararsi e l’hanno impiegato al meglio: gli organizzatori e i curatori del distretto delle 5VIE propongono un programma ricco e molto vario, che ha come filo conduttore l’economia circolare. Merita una visita la mostra-laboratorio del madrileno Jorge Penadés (curata da Maria Cristina Didero in via Cesare Correnti 14), che riutilizza lo scarto di fibre tessili per dare vita a un nuovo materiale. Al SIAM (via Santa Marta 18) consigliamo di seguire la performance di Francesco Pace, in arte Tellurico, designer italiano di base in Olanda, che nel cortile dello storico palazzo realizzerà in diretta una collezione di arredi di legno. Sempre al SIAM, meritano una sosta anche la collettiva “Line of marble” (10 designer portoghesi al lavoro con la pietra locale) e la piccola mostra dell’Istituto Italiano di Cultura di Hong Kong (con i video degli studenti di tre università che hanno lavorato con i tre designer italiani Federica Biasi, Federico Peri e Sara Ricciardi). Ci vorrà un po’ di pazienza e di fortuna, invece, per chi vorrà assistere alla performance della designer di Benevento Sara Ricciardi, che per l’intera settimana si sposterà per le vie del distretto su un carretto da lei disegnato. E, offrendo fiori, poesie e panini barocchi ai visitatori, reinterpreterà la figura del venditore ambulante.
Le fermate più vicine a 5VIE sono Missori e Cordusio (Elena Sommariva)  

Foto courtesy 5 Vie

4. 5 Vie

Foto courtesy 5 Vie

4. 5 Vie

Foto courtesy 5 Vie

Fluid Crust Surgery da Marsell Paradise “Qual è il tuo preferito?”. Raquel Quevedo si abbassa e afferra una scultura multiforme, ispida, una montagnola biancastra che diventa blu lungo le creste, di una dimensione perfetta per starle nel palmo della mano. Dice di apprezzarne la complessità, i rimandi tra organico e inorganico, e come ogni volta ci trovi qualcosa di nuovo. È una delle 200 sculture che l’artista di Barcellona presenta da Marsell Paradise come possibili fossili del futuro, niente di mai visto prima dunque, tuttavia pienamente nel flusso hip di giorni come i nostri, in cui all’aperitivo si parla di post- antropocene con la scioltezza con cui si indossava un tailleur negli anni 80. L’esposizione è completata da una proiezione, opere di graphic design, e un bel libro hardcover, che combina testi narrativi e saggistici, e in cui si troverà un font creato appositamente da Quevedo, che campeggia anche sul poster della mostra. Uno sguardo corale che abbraccia il pianeta. Marsell Paradise si trova in Via Privata Rezia, 2, M3 Lodi. La mostra è aperta fino a sabato 11 settembre, orari di visita dalle 3 p.m alle 7 p.m (Alessandro Scarano)

Foto courtesy Marsell Paradise

5. Fluid Crust Surgery da Marsell Paradise

Foto courtesy Marsell Paradise

5. Fluid Crust Surgery da Marsell Paradise

Foto courtesy Marsell Paradise

6. Bulgari Alla Galleria di Arte Moderna (GAM) di Milano in via Palestro, la mostra imperdibile di Bulgari dal titolo “Metamorphosis”: un tuffo tra i gioielli vintage e contemporanei della maison e installazioni sorprendenti commissionate ad artisti, architetti e designer di fama internazionale: Ann Veronica Janssens, Azuma Makoto, Daan Roosegaarde e Vincent Van Duysen. Fil rouge è il serpente, tra le icone dell’azienda. La mostra parte dall’esterno dell’edificio, con un padiglione temporaneo in cui sono esposti i gioielli contemporanei raccontati da affabili studenti del Politecnico di Milano laureandi in Design del Gioiello con una tesi proprio su Bulgari. All’interno del palazzo, tra le sculture dell'Ottocento, troviamo il gigantesco bouquet di fiori freschi di Azuma Makoto, le alterazioni percettive tra colore e trasparenza nelle teche di vetro e resina di Ann Veronica Janssen (un vero rompicapo!), la magia della parete metallica dorata che ricorda la pelle di un serpente di Daan Roosegaarde, le cui scaglie si arricciano al passaggio di aria calda facendo passare la luce per poi riposizionarsi esattamente come prima: un’architettura viva e sensibile all’ambiente che unisce poesia e tecnologia. Infine, il rifugio contemplativo di Vincent Van Duysen, forse la meno sensazionale delle quattro.

Foto Marco Menghi

6. Bulgari Installazione di Azuma Makoto

Foto Marco Menghi

6. Bulgari Installazioe di Daan Roosegaarde

Foto Marco Menghi

6. Bulgari Installazione di Ann Veronica Janssens

Foto Marco Menghi

6. Bulgari Installazione di Vincent Van Duysen

Foto Marco Menghi

Abbiamo partecipato a un evento molto umano, forse perchè negli ultimi anni aveva abbondantemente superato i suoi limiti. Sono sicuramente venute meno le grandi installazioni immersive in città, ma non in totto, prendiamo ad esempio quelle delle regine del fuorisalone, le case di moda come Hermès o Bulgari.

Toiletpaper Home Fuori dalle consuete rotte del Fuorisalone e con affaccio sulle recenti Residenze Carlo Erba, la facciata decorata della casa di Toilet Paper è una gettonatissima meta selfie per turisti e milanesi. Ora la Wunderhaus di Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari apre le sue porte al pubblico. L’occasione è la nascita di Toiletpaper home, “brand dedicato ai progetti per la casa”, ultimo step della collaborazione oramai consolidatissima con Seletti, che negli anni ha dato alla luce una poderosa collezione di specchi (forse la cosa più celebre), tappeti, sedie, lampade, vasi, e via verso lo spazio e oltre nel mondo della gadgettistica con astucci, mascherine e così via, che insieme a molto, molto altro potrete ritrovare nella casa, tra l’altro anche una occasione per chi non l’avesse mai avuta, di visitare una tipica palazzina borghese di Città Studi. Ovviamente, non sono tutte arredate così, e quasi nessuna, in verità, ha le galline nel cortile. Per chi ne volesse ancora, ci sono una nuovissima opera di Cattelan alla Piscina Cozzi e  la mostra in Hangar Bicocca, ma lì ci sono i piccioni (e non molto vivi).
La casa è in via Balzaretti, M1 Piola+62/90. (Alessandro Scarano)

Foto Alberto Zanetti

Toiletpaper Home

Foto Alberto Zanetti

Toiletpaper Home

Foto Alberto Zanetti

Un tappeto-manifesto su riciclo e inquinamento Su un muro della “hall of waste” del Museo della Scienza e della Tecnica, Álvaro Catalán de Ocón espone il primo tappeto della collezione realizzata con PET riciclato per la spagnola Gan Rugs, dedicato al Gange, il fiume sacro che vanta il triste primato di essere il più inquinato al mondo. Plastic Rivers n. 6 è un’impressionante e accuratissima mappa tessile presa da Google che mostra un’area di 100 km, con altezze di filato diverse per montagne, pianure, fiume, realizzata da artigiani indiani su un disegno ottenuto grazie alla stampa digitale. Mostra le potenzialità del riciclo, ma soprattutto denuncia il commercio di rifiuti occidentali responsabile di quella contaminazione.
Il tappeto è esposto al Museo della Scienza e della Tecnica, via San Vittore, 21. (Loredana Mascheroni)

 Foto courtesy Álvaro Catalán de Ocón

Un tappeto-manifesto su riciclo e inquinamento

 Foto courtesy Álvaro Catalán de Ocón

Un tappeto-manifesto su riciclo e inquinamento

 Foto courtesy Álvaro Catalán de Ocón

ADI Design Museum al Supersalone L'ADI Design Museum porta il suo archivio storico nei padiglioni di Rho Fiera, con una mostra dedicata all’oggetto che più di tutti è capace di sintetizzare il valore del design: la sedia. Dal 1954 a oggi sono 34 le sedie insignite del Premio Compasso d’Oro, e più di un centinaio premiate con la Menzione d’onore. Per valorizzare un patrimonio immenso – il suo archivio inesauribile di oggetti e storie – il museo ha dato il compito alla architetta e ricercatrice Nina Bassoli di curare “Prendi Posizione”, la mostra che rappresenta l’istituzione al “supersalone”. Quattro delle cinque sezioni della mostra sono infatti distribuite tra padiglioni della fiera, con l’aggiunta di una parte “extra” all’interno del nuovo museo. 

Foto Marco Menghi

ADI Design Museum al Supersalone Bassoli indaga per l'ADI i paesaggi umani, i rituali, i comportamenti e alcune delle questioni fondamentali legate alle sedie e al nostro tempo. Per ogni capitolo ha chiesto il contributo di un architetto o architetta – Fosbury Architecture + AbNormal, Anna Puigjaner, Matilde Cassani, Davide Rapp – che con video installazioni esplorano i temi in modo complementare rispetto alla selezione di sedie.
L’allestimento, realizzato da Alessandro Colombo e Perla Gianni Falvo, riesce nel complicato compito di isolare il visitatore dal trambusto del “supersalone” e immergerlo in un ambiente unitario, senza però dover separare completamente lo spazio espositivo dal contesto della fiera. In ogni isola dell’esposizione, il visitatore può scegliere il percorso da compiere e guardare i capolavori del design italiano con grande libertà. (Salvatore Peluso)

Foto Marco Menghi

ADI Design Museum al Supersalone

Foto Marco Menghi

Dior reinterpreta un’icona: la sedia Luigi XVI A Palazzo Citterio, nel cuore di Brera, Dior Maison mette in mostra il lavoro di 17 artisti chiamati a reinterpretare uno dei suoi emblemi iconici: la sedia a medaglione, in stile Luigi XVI, che Christian Dior scelse per sedere gli ospiti alle sue sfilate. Il carattere “sobrio, semplice, classico e parigino” di questa sedia è stravolto, tra le altre, dalle rivisitazioni di Constance Guisset che la trasforma in una seduta pieghevole, di nendo che ne fa un’ampia poltrona di vetro temperato curvato e dell’artista olandese Linde Freya Tangelder che ne reinventa una versione di alluminio con tre gambe e un sedile inclinato.
Palazzo Citterio, via Brera 12. (Giulia Guzzini)

Foto Alessandro Garofalo

Dior reinterpreta un’icona: la sedia Luigi XVI

Foto Alessandro Garofalo

Dior reinterpreta un’icona: la sedia Luigi XVI

Foto Alessandro Garofalo

Lost Graduation Show – Supersalone L’appuntamento imperdibile al Supersalone. A metà tra un Salone Satellite e un Global Grad Show di Dubai, quest’anno la Fiera rimarginerà il vuoto di quasi due anni di università a distanza e tesi discusse online. Al Lost Graduation Show gli studenti di tutto il mondo possono finalmente presentare le loro tesi dal vivo (e che tesi!) e al migliore pubblico possibile. I progetti toccano i temi più disparati, dalle emergenze umanitarie a quelle climatiche, dal benessere domestico alle nuove forme di vita nella natura, sotto forma di product design, interior, textile, fashion, graphic e interaction design. Vanno visti tutti. Tra i più scenografici, a sorpresa, troviamo finalmente due scuole italiane: Politecnico di Milano con Micromort, una speculazione sul ‘valore’ della morte, e la prototipazione di un’automobile di IED Milano in partnership con Suzuki.
Rho Fiera, Padiglioni 2-4 (Marianna Guernieri)

Foto Diego Ravier

Lost Graduation Show – Supersalone

Foto Diego Ravier

Di certo la spettacolarità non era tra le priorità di chi ha partecipato, piuttosto la sostanza, supportata da un maggiore tempo di elaborazione e perfezionamento dei progetti, a livello pratico e teorico. Che debba essere sempre così? Cioè un evento biennale? Ad aprile si terrà un altro Salone, quello più “ufficiale” che celebrerà, inoltre, i sessant’anni della manifestazione. Forse può avere senso pensare a due edizioni all’anno più ridotte, sul modello di Maison Objet? Probabilmente da un punto di vista strategico e di immagine concentrare tutto in un’unica data è la strada più sicura per rimanere compatti e forti contro la concorrenza, come suggerito da Philippe Starck, ma ricordiamoci che questa edizione ha escluso quasi del tutto il grande pubblico.

Hermès – Brera La Pelota è sempre una garanzia e la maison francese non ha tradito il pubblico del Salone e la voglia di spettacolarità. Dopo due anni di appuntamenti virtuali, Hermès vuole una rivincita nel modo più fisico possibile. Cinque grandi architetture rifinite in calce morbida, come se fossero cinque case concettuali, decorate a mano da artigiane della Scala con coloratissimi pattern geometrici ospitano collezioni per la casa firmati da nomi quali Studio Mumbai o Jasper Morrison. In un ambiente organico con pareti che si curvano e diventano supporto per gli oggetti, scaldato da un terriccio rosso a pavimento, si celebra l’artigianato di nicchia. Troviamo una poltrona in cartapesta decorata a mano e realizzata a Lecce, piatti in rame smaltato realizzati nel Veneto, tinture di cashmere del Punjab e così via. L’allestimento porta la firma dell’architetta e designer Charlotte Macaux Perelman. La Pelota, via Palermo 10 (Marianna Guerieri)

Foto Marco Menghi 

Hermès – Brera

Foto Marco Menghi 

Hermès – Brera

Foto Marco Menghi 

CTMP Design Auction - Brera Cambi Casa d’Aste porta in scena, dal 5 al 18 settembre presso la sede in via San Marco 22, il meglio del design contemporaneo: Richard Hutten, Studio Pepe, Bethan Wood, Analogia Project, Objects of common interest e molti altri. Grandi nomi internazionali e talenti emergenti da scoprire, una finestra aperta sul presente e futuro del design, in una selezione esclusiva firmata dallo studio Mr.Lawrence. Gli arredi e gli oggetti in mostra sono una selezione dei 160 pezzi che saranno poi battuti nell’asta dedicata ‘CTMP Design Auction’ il 14 Settembre. Via San Marco 22, Brera

(Marianna Guerieri)

Courtesy Cambi Casa d’Aste

CTMP Design Auction - Brera

Courtesy Cambi Casa d’Aste

CTMP Design Auction - Brera

Courtesy Cambi Casa d’Aste

Ricerca materica e di nuovi effetti luminosi - Luceplan Il giro tra i grandi showroom del centro non può prescindere da Luceplan, che sa mantenere nei suoi prodotti un grande equilibrio tra ricerca tecnologica e formale. Tra le novità più interessanti di quest’anno ci sono le lampade a sospensione Koinè di Mandalaki Studio, un diffusore minimale con una sorgente luminosa alla quale è stata applicata una lente minerale che distribuisce un fascio luminoso ampio e omogeneo, Doi di Meneghello Paolelli Associati, composta da un disco e un faretto che interagiscono grazie a un magnete che ne cambia estetica e direzione del fascio luminoso, Levante di Marco Spatti, tre vele che formano una sospensione realizzata con un materiale inedito proveniente dal settore del food, con un aspetto che ricorda la carta di riso. Lo showroom si Luceplan si trovia in Corso Monforte, 7, M1 San Babila (Loredana Mascheroni)

Courtesy Luceplan

Ricerca materica e di nuovi effetti luminosi

Courtesy Luceplan

Ricerca materica e di nuovi effetti luminosi

Courtesy Luceplan

Open Talks – Supersalone Forse l’iniziativa meglio riuscita del Supersalone: tre grandi Arene distribuite tra i vari padiglioni composte ciascuna da due tribune e un palco centrale per ospitare tutti i giorni talk con i migliori nomi del mondo del design, architettura, arte, imprenditoria e dell’educazione per affrontare questioni contemporanee stringenti. Curato da Maria Cristina Didero, il programma è davvero generoso con appuntamenti distribuiti durante tutto l’arco della giornata fino a venerdì 10 settembre. Dopo aver ospitato nei giorni scorsi nomi quali Hans Ulrich Obrist, Beatriz Colomina, Aric Chen, Lilli Hollein (per citarne solo alcuni), oggi sarà il turno, tra gli altri, di Michele De Lucchi, Nadja Swarovski, Libby Sellers, Alejandro Aravena, Massimiliano Gioni e Ilaria Bonacossa. Nei prossimi giorni vedremo nomi come Carsten Höller, Cecilia Alemani, Bjarke Ingels, Formafantasma, e una selezione di film dal Milano Design Film Festival (Tokyo Ride, Honeyland, Precise Poetry. Lina Bo Bardi’s Architecture). Per chi non potesse andare in Fiera gli eventi saranno tutti ripresi in diretta streaming sul sito del Salone del Mobile. Rho Fiera (Marianna Guerieri)

Foto Andrea Mariani

Open Talks – Supersalone

Foto Andrea Mariani

Open Talks – Supersalone

Foto Marco Menghi

Icona Design alle Tornerie Tortona Noi diamo forma alla tecnologia”, spiega Gigi Gaudio, CEO e fondatore di Icona Design. L’azienda, fondata una decina di anni fa, si è rapidamente espansa. Inizialmente a Torino e Shanghai, ha aperto sedi a Los Angeles e ora anche a Tokyo. “Il mio sogno è disegnare auto per i giapponesi, che sono così funzionali, ma così brutte”, sorride Gaudio, che alle spalle ha sessant’anni di esperienza nell’automotive. Ma Icona è un progetto anche per andare al di là dell’automotive, spiega. Nello spazio di via Tortona si possono vedere i progetti per la sanificazione in collaborazione con Sanixair, tra cui un dispositivo indossabile che crea una maschera a ioni negativi, macchine industriali che sembrano stazioni spaziali, un robottino self-driving, il modello di una stazione di ricarica (ne vedremo tantissime in futuro), una capsula a energia solare per l’acqua potabile in paesaggi deserti e il progetto per una smart city alle porte di Shanghai. E poi ovviamente c’è il pezzo forte dell’azienda, Microlino, la microcar elettrica: “in fondo non abbiamo inventato niente, abbiamo ripreso un’idea vecchia di settant’anni, quella dell’Isetta, adattandola all’oggi”, conclude Gaudio. Presso via Tornerie Tortona, in via Tortona 30, MM1 Porta Genova (Alessandro Scarano)

Courtesy Icona Design

Icona Design alle Tornerie Tortona

Courtesy Icona Design

Icona Design alle Tornerie Tortona

Courtesy Icona Design

Salone e fuorisalone hanno aperto di domenica con gli accessi del primo giorno riservati alla stampa e con orari poco generosi (chiusure alle 18 o 19) ed è terminato di venerdì, con poche eccezioni. Inoltre i cittadini che di solito sono partecipanti attivi ed entusiasti del Salone, questa volta erano a malapena a conoscenza dell’evento: in città l’unico banner che lo tradiva era un criptico cartellone “Milano is Design is Milano”. E dire che questa doveva essere un’edizione “consumer” in cui poter acquistare i prodotti esposti, anche in fiera.

Missed your call - Design Academy “Missed your call” è la mostra organizzata da Design Academy Eindhoven per promuovere il lavoro dei suoi studenti dei corsi Bachelor. Il Graduation Show dell’accademia olandese è una delle mostre più visitate e attenzionate della Dutch Design Week, a cui molti curatori e galleristi guardano per scoprire giovani talenti. Saltata l’edizione 2020 (per ovvi motivi) i giovani designer hanno l’opportunità di mostrare l’approccio aperto e avanguardistico che contraddistingue la scuola. Via Vincenzo Monti, 59, M1 Pagano/Tram 19 (Salvatore Peluso)

Foto DSL studio Alessandro Saletta e Melania Dalle Grave

Missed your call - Design Academy

Foto DSL studio Alessandro Saletta e Melania Dalle Grave

Missed your call - Design Academy

Foto DSL studio Alessandro Saletta e Melania Dalle Grave

Kengo Kuma per OPPO - Statale Un po’ defilata rispetto alle rotte più battute della Statale, in uno dei suoi chiostri più nascosti, l’installazione Bamboo (竹) Ring :||| Weaving a Symphony of Lightness and Form di Kengo Kuma per OPPO appare come una visione. L’architetto esplora il rapporto armonioso tra uomo e natura realizzando una scultura leggera ed “esatta” di bambù e fibra di carbonio che suona e vibra nel cortile della Statale incoraggiando i visitatori a camminarci intorno. La curatrice Clare Farrow, che portò la scultura per la prima volta al V&A di Londra durante il London Design Festival nel 2019, ne parla come di “un vecchio amico che al tempo parlava, ma ora canta”.

L'installazione si trova nel cortile dei Bagni dell’Università Statale di Milano, via Festa del Perdono 7. Visitabile fino al 19 settembre. 

Foto Marco Menghi

Kengo Kuma per OPPO - Statale In questa iterazione dell’installazione nomade che “si appoggia con leggerezza al suolo” della corte del Filarete, è il suono del violino della musicista giapponese Midori Komachi ad integrarsi a quello dell'applicazione digitale di benessere di OPPO che offre suoni confortanti della natura e della città presi da luoghi di tutto il mondo, tra cui Reykjavik, Pechino e Tokyo. Una tecnologia sonora incorporata nella struttura intrecciata dell'installazione permette al suono di muoversi attraverso lo spazio, vibrando e trasformando la struttura in un vero e proprio strumento musicale. A fine Design Week, Bamboo Ring approderà tra le montagne della val di Sella in Trentino, donata da Oppo al museo di Land Art, Arte Sella. “Il saper combinare la tecnologia e la natura” afferma l’architetto giapponese “è ciò che vorrei tramandare alle future generazioni”: una visione in continuità con quella dell’azienda, che interpreta la tecnologia come una forma d’arte. (Giulia Ricci e Bianca Pichler)

Foto courtesy OPPO

Kengo Kuma per OPPO - Statale

Foto courtesy OPPO

Masterly, The Dutch in Milano - 5VIE Alla sua quinta edizione, il “padiglione olandese” del Fuorisalone, curato da Nicole Uniquole, continua a unire e promuovere giovani designer, progetti di ricerca, produzione e artigianato nella cornice del neorinascimentale Palazzo Turati (via Meravigli 7). Tra gli oltre 80 partecipanti suddivisi tra il cortile (quest’anno sommerso da un tappeto di orchidee) e i due piani dell’edificio, si segnalano: “Elements of Time”, pouf-scultura in silicone dell’artista Nynke Koster realizzati da calchi che riproducono dettagli architettonici; i progetti in chiave green del giovane studio House of Thol (ben riuscito soprattutto il portafrutta e verdura di terracotta per mantenere i vegetali freschi). Da non perdere la collezione The Stone House di Stefan Scholten, arredi realizzati con gli scarti del travertino sapientemente accostati in modo da creare un effetto Terrazzo. Palazzo Francesco Turati, Via Meravigli, 9, M1 Cordusio (Elena Sommariva)

Foto Nicole Marnati

Masterly, The Dutch in Milano - 5 VIE

Foto Nicole Marnati

Masterly, The Dutch in Milano - 5 VIE

Foto Nicole Marnati

Materica Marble - Brera A sorpresa, avrete un giorno in più per visitare Materica Marble edition 2021, che coinvolge tre nomi consolidati (Bruther, Johannes Norlander e Francisco Aires Mateus) e sei talenti under 40 selezionati attraverso una call (calabrò.cossement, Francesco Rosati + Davide Bacchio, Gabriele Trove, Galli | Cavalcabò, Claudia Carlotta Sabbà + Pierfrancesco Acciani e Scattered Disc Objects) in una sfida con il marmo. I pezzi, raccolti in un ambiente scuro anticipato da una corte storica milanese, fanno risaltare le diverse interpretazioni della materia. Talvolta il marmo è lavorato per portarne all’estremo la trasparenza, come il morbido paravento-tenda di Bruther; altre volte il materiale diventa monumentale e ironico, come la colonna-lampada di Galli | Cavalcabò, o ancora trasformarsi in oggetto solido e assertivo come nel caso del grande vaso concepito da Gabriele Trove.
 Una sperimentazione interessante sul pezzo unico e monomaterico, per chi vuole vedere l’architettura mettersi alla prova con l’oggetto domestico. Corso di Porta Nuova 32, M3 Turati (Giulia Ricci)

Foto courtesy Materica

Materica Marble - Brera

Foto courtesy Materica

Materica Marble - Brera

Foto courtesy Materica

Le ingegnose sinergie di Miyake Nel suo raffinato e minimale negozio disegnato da Tokujin Yoshioka all’interno di Palazzo Reina, in via Bagutta 12, Issey Miyake celebra la creatività con un progetto nato dalla collaborazione con designer e artisti e prosegue la propria indagine sul potenziale degli abiti. Il processo viene prima del prodotto. Ecco, quindi, che con “In the making” pone l’accento sul suo “fare” e su come i processi creativi delle ultime proposte di IM MEN e A-POC Able Issey Miyake siano equiparabili a quelli del design di prodotto. Oltre alle collezioni nate dalla collaborazione con gli artisti Tadanori Yokoo e Fabio Bellotti, nello showroom si trova il lavoro realizzato con Triporous™, un nuovo materiale ottenuto dalla scorza del riso e sviluppato dalla Sony Group Corporation che si è concretizzato con TYPE-I (one), una serie che presenta uno speciale tono di nero che non può essere ottenuto con le tecniche di tintura convenzionali e che, nel tempo, perde meno vividezza rispetto ai neri tradizionali, risultando più longevo. Via Bagutta, 12, M1 San Babila (Loredana Mascheroni)

Foto Valentina Sommariva

Le ingegnose sinergie di Miyake

Foto Valentina Sommariva

Le ingegnose sinergie di Miyake

Foto Valentina Sommariva

Una scelta probabilmente dettata dal controllo dei flussi per limitare gli assembramenti e i contagi Covid, per cui non escludiamo che si possa ripetere con le stesse modalità anche l’anno prossimo. Tra le novità di quest’anno meritano un grazie le nuove piste ciclabili realizzate dal Comune di Milano durante la quarantena. Ne aspettiamo molte di più, che completino quelle esistenti perchè è ancora troppo pericoloso affidarsi a percorsi che poi ti abbandonano sui tragitti più trafficati. Quando non piove la bicicletta è il mezzo migliore per visitare il fuorisalone, si arriva veloci agli appuntamenti, si osserva la città in fermento, si incontrano eventi a sopresa lungo il tragitto e si può arrivare anche in Fiera. Aspettiamo di pari passo anche i portabiciclette, quelli davvero scarseggiano. Nel frattempo ringraziamo tutti: designer, artisti, fotografi, curatori, pensatori, organizzatori, allestitori, giornalisti, studenti, Tenoha e i ristoranti.

Mostra “Cheerfully Optimistic About the Future”, di Michael Anastassiades a cura di Alberto Salvadori alla Fondazione ICA Alla Fondazione ICA Milano il designer cipriota espone una sua collezione personale di pietre e una nuova serie di lampade autoprodotte. 

Fondazione ICA si trova in via Orobia, 26 a Milano. La mostra è aperto fino al 6 gennaio 2022

“Be Water”, il gigantesco murales di TOILETPAPER alla piscina Cozzi In linea con il progetto editoriale TOILETPAPER di Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari, l’installazione site-specific Be Water è una tappa fondamentale della Design Week. 

La Piscina Cozzi si trova in viale Tunisia, 35. Orari 10 a.m - 6 p.m

Assab One In via Assab 1, Elena Quarestani propone tre mostre nella ex azienda grafica che da poco è diventata anche la sede milanese dello studio Formafantasma. La collettiva “1+1+1” curata da Federica Sala propone anche quest’anno il dialogo a cui ci ha abituati tra tre artisti provenienti da mondi differenti: gli architetti belgi Jan Ve Vylder e Inge Vinck che sfidano i visitatori a guardare con occhi nuovi la realtà che li circonda; l’artista piacentina Claudia Losi che esprime il suo lavoro storico di ricamo e gli artisti botanisti Caretto/Spagna con un’installazione che raccoglie e mette in circolo l’acqua piovana. Oltre alla mostra “1+1+1”, sono allestite ad Assab One fino al 16 ottobre la suggestiva opera site-specific “Cartogramma Bianco” di Daniele Papuli e l’istallazione fotografica “360° Horizon” di Marco Palmieri.

La fermata più vicina ad Assab One della metropolitana è Cimiano. Aperto fino a sabato 11 settembre. Orari 3 p.m - 7 p.m. (Giulia Guzzini)

Foto Giovanni Hänninen

Gucci Cartoleria Il temporary store più elegante del Fuorisalone è senz’altro quello di Gucci che, in via Manzoni 19, presenta la prima collezione Gucci Lifestyle. Nelle vetrine e nel piccolo raffinato locale di una storica gioielleria, tutto è curato in modo maniacale, a cominciare dall’insegna che sembra quella di una tradizionale cartoleria italiana d’inizio Novecento. Se l’esterno è sobrio, l’interno è invece studiato per sorprendere: in una piccola Wunderkammer, o studiolo rinascimentale, troviamo ventagli di legno e raso di seta, quaderni (rivestiti con tessuto GG Supreme o nel nuovo materiale sostenibile di Gucci, Demetra), astucci con matite colorate e un set di dadi in bioresina. Tra gli effetti “speciali”, che contribuiscono a immergere i visitatori (uno per volta e, per questo, preventivate un po’ di coda) in un’atmosfera da fiaba a metà strada tra Harry Potter e Alice, ci sono la casa del topolino scavata dentro la parete, il trenino elettrico appeso al soffitto e gli scacchi che si muovono da soli. 

Il temporary store Gucci si trova in via Manzoni 19.  Si può visitare fino al 17 settembre, orari 10 a.m - 7 p.m
(Elena Sommariva)

Foto Courtesy Gucci

Il design sperimentale di Alcova nell’ex Ospedale Militare di Baggio Dal centro e da Milano nord i riflettori si spostano verso ovest, zona Inganni. All’interno dell’enorme complesso dell’Ospedale Militare di Baggio, tra via Forze armate e via Simone Saint Bon, si trova la nuova sede di Alcova, il progetto curatoriale di Space Caviar e Studio Vedèt, che ormai da qualche anno è meta imperdibile del fuorisalone. All’interno dei suoi 3.500 mq di spazio espositivo, fatto di giardini, percorsi all’aperto e le palazzine in rovina ricoperte di vegetazione, un tempo abitate da suore e infermiere, questa settimana hanno trovato casa i lavori di 50 espositori tra designer indipendenti, gallerie, scuole e brand innovativi.

Alcova si trova in via Saint Bon 1, M1 Inganni. Aperto fino a domenica 12 settembre, orari 11 a.m - 7 p.m (Marianna Guernieri)

Foto Marco Menghi

Fluid Crust Surgery da Marsell Paradise “Qual è il tuo preferito?”. Raquel Quevedo si abbassa e afferra una scultura multiforme, ispida, una montagnola biancastra che diventa blu lungo le creste, di una dimensione perfetta per starle nel palmo della mano. Dice di apprezzarne la complessità, i rimandi tra organico e inorganico, e come ogni volta ci trovi qualcosa di nuovo. È una delle 200 sculture che l’artista di Barcellona presenta da Marsell Paradise come possibili fossili del futuro, niente di mai visto prima dunque, tuttavia pienamente nel flusso hip di giorni come i nostri, in cui all’aperitivo si parla di post- antropocene con la scioltezza con cui si indossava un tailleur negli anni 80. L’esposizione è completata da una proiezione, opere di graphic design, e un bel libro hardcover, che combina testi narrativi e saggistici, e in cui si troverà un font creato appositamente da Quevedo, che campeggia anche sul poster della mostra. Uno sguardo corale che abbraccia il pianeta. Marsell Paradise si trova in Via Privata Rezia, 2, M3 Lodi. La mostra è aperta fino a sabato 11 settembre, orari di visita dalle 3 p.m alle 7 p.m (Alessandro Scarano)

Foto courtesy Marsell Paradise

Kengo Kuma per OPPO - Statale Un po’ defilata rispetto alle rotte più battute della Statale, in uno dei suoi chiostri più nascosti, l’installazione Bamboo (竹) Ring :||| Weaving a Symphony of Lightness and Form di Kengo Kuma per OPPO appare come una visione. L’architetto esplora il rapporto armonioso tra uomo e natura realizzando una scultura leggera ed “esatta” di bambù e fibra di carbonio che suona e vibra nel cortile della Statale incoraggiando i visitatori a camminarci intorno. La curatrice Clare Farrow, che portò la scultura per la prima volta al V&A di Londra durante il London Design Festival nel 2019, ne parla come di “un vecchio amico che al tempo parlava, ma ora canta”.

L'installazione si trova nel cortile dei Bagni dell’Università Statale di Milano, via Festa del Perdono 7. Visitabile fino al 19 settembre. 

Foto Marco Menghi

Sperimentale e collettiva: la piattaforma espositiva di Base Con il tema (ampio) di We Will Design, Base Milano raccoglie un bel gruppo di progetti indipendenti e di ricerca, che interpretano il design come qualcosa di più della produzione di oggetti funzionali.

BASE si tova in via Bergognone 34, Milano. Apertura: Dal 5 al 12 settembre 10am – 8pm

Nilufar Gallery A Nilufar Gallery si celebrano i 10 anni di incontro tra la designer Bethan Laura Wood e la gallerista Nina Yashar. Con la mostra “Ornate” l’eclettica e coloratissima designer inglese ci invita a “viaggiare con l’occhio e con la mente”. Con citazioni e reinterpretazioni di mondi diversissimi – dal British Aesthetic Movement ai tradizionali Meisen Kimono giapponesi – Wood disegna una collezione che racconta i suoi viaggi intorno al globo. Particolarmente apprezzati sono i cabinet e la scrivania Meisen, rivestiti in legno Alpi, il cui pattern rimanda ai motivi luccicanti, quasi vibranti, della trama e dell’ordito nella tessitura Ikat, utilizzata per produrre il tessuto Meisen.

Nilufar Gallery si trova in via della Spiga 32, la mostra è visitabile fino a sabato 11 settembre dalle 10 a.m alle 7 p.m.

Foto Mattia Iotti

Sturm&Drang all’Osservatorio Prada Un piccolo labirinto in cartoncino che potrebbe essere il modello schematico di un ambiente di Call of Duty, con una schiera di obbiettivi di GoPro che si affacciano dai fori nelle pareti: è *First Personal Shooter*, il primo dei quattro spazi con cui “Sturm&Drang”, che nasce dalla collaborazione tra Fondazione Prada e l’ETH di Zurigo, racconta della CGI non tanto i risultati, che sono oggi onnipresenti e spesso impossibili da distinguere da quella che chiamiamo forse con troppo pressappochismo “realtà”, ma i processi di costruzione che ne sono a monte, e poi come venga impiegata e con quale impatto abbia sulla nostra percezione. Seguono eco gibsoniane, tutorial decostruiti, schermatone di Blender per ragionare sul rapporto tra architettura e spazio virtuale. Questa esposizione è parte di un progetto annuale più ampio, e in qualche modo una continuazione di una mostra già presentata da Prada a Tokyo.

Osservatorio Fondazione Prada è in Galleria Vittorio Emanuele, con accesso a lato dello store Prada, MM1 Duomo. Aperta fino a domenica 12 settembre, orari 11 a.m -8 p.m (Alessandro Scarano)

Foto Courtesy Prada

Camp Design Gallery – Navigli “Camp se acaba, orgía en mi casa” così finisce la felice storia di una delle gallerie milanesi di design più all’avanguardia, un’isola felice fondata da Beatrice Bianco nel 2015, che è diventata casa e luogo di scambio dei migliori designer emergenti degli ultimi anni. Con queste parole viene intitolata l’ultima mostra, una fontana nel centro della galleria firmata La Cube, una piazza in cui dirsi addio. Per l’occasione è stato realizzato uno zine in tiratura limitata che è un piccolo capolavoro intitolato “Fine” con i contributi di designer, artisti, architetti, curatori e scrittori che hanno contribuito alla vitalità della galleria negli ultimi sei anni e mezzo.

Camp si trova in via Giovanni Segantini 71, a due passi da NABA. E' aperta fino a domenica 12 settembre dalle 2 p.m alle 7 p.m (Marianna Guernieri)

Heineken a Palazzo Serbelloni Per questo Fuorisalone di settembre Heineken mette le tende, stavolta verdi anche metaforicamente, nel cortile del prestigiosissimo Palazzo Serbelloni, con un bar “riutilizzabile” che risparmia, si legge nel comunicato, “6.539 kg di rifiuti, 5.335 kilowattora di energia, 21.128 kg di emissioni di CO2e e 25.108 litri di acqua”. Il Greener bar è costruito con legna caduta nei pressi della birreria Heineken di Amsterdam, non ha pavimentazione (difficile da riciclare, spiegano), usa cuscini ricavati dalle divise dismesse, energia sostenibile, e così via. Il tutto è corredato da talk e incontri sulla sostenibilità e tanta Formula 1 – che non è proprio uno sport simbolo dell’ecologia, ma ce ne faremo una ragione. E poi dj set tutte le sere. C’è anche un tubo d’acqua con una manovella per raffreddare la tua bottiglia di birra. Il divario tra le forme del bar e l’eleganza di una delle location preferite dalla moda meneghina spingerà forse a ripensarne l’estetica. Il prossimo passo per farci piacere di più la sostenibilità è lì, altrimenti si finisce nella tristezza color cartoncino del Supersalone.

Palazzo Serbelloni è in Corso Venezia, 16 Milano. Aperto fino a domenica 12 settembre dalle 12 p.m alle 10.30 p.m (Alessandro Scarano)

Foto Simona Bruno

“Carlo Mollino. Allusioni Iperformali” in Triennale Milano Triennale Milano presenta la mostra “Carlo Mollino. Allusioni Iperformali”, a cura di Marco Sammicheli: un percorso espositivo che presenta in anteprima il nucleo di arredi progettati da Carlo Mollino (Torino, 1905-1973) per Casa Albonico a Torino Triennale è in via Alemagna 6, Milano. La mostra è visitabile dal 4 settembre al 7 novembre 2021. Orari 11a.m - 8 p.m

Nanda Vigo a Fondazione Sozzani La mostra “Nanda Vigo, incontri ravvicinati. Arte, Architettura, Design” racconta le diverse facce dell’artista milanese, “maestra della luce”, designer effervescente e curiosa. Il progetto espositivo è a cura di Marco Meneguzzo e Allegra Ravizza, Archivio Nanda Vigo, e in collaborazione con Luca Preti.

La Fondazione Sozzani si trova in corso Como 10. Aperta dal 5 settembre all' 1 novembre 2021, dalle 10.30 a.m - 8 p.m

Guiltless Plastic al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Ormai un classico del Fuorisalone. La gallerista Rossana Orlandi presenta la terza edizione di RO Plastic Prize, un concorso che sfida i progettisti a trovare soluzioni all'inquinamento causato dalla plastica. L’esposizione dei progetti finalisti del Ro Plastic Prize si terrà al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci

Il Museo è in via San Vittore 21, Milano. La mostra si può visitare fino al 12 settembre, dalle 10 a.m alle 7 p.m

Fake/Authentic alla Galleria Antonia Jannone Stefania Agostini e Luca Mostarda, fondatori dello studio AMArchitectrue, invitano giovani architetti, designer e creativi provenienti da ben 13 nazionalità̀ differenti ad esporre le loro opere nella più nota galleria milanese di disegni di architettura. Il progetto collettivo Fake/Authentic, giunto alla sua quarta edizione, questa volta indaga il tema Iconic Ironic.

La Galleria Antonia Jannone si trova in corso Giuseppe Garibaldi 125, Milano. La mostra è aperta fino al 28 settembre dalle 10 a.m alle 6 p.m

Milano Design Week, il mood in città Foto Marco Menghi

Brera District

Milano Design Week, il mood in città Foto Marco Menghi

Brera District

Milano Design Week, il mood in città Foto Marco Menghi

Brera District  

Milano Design Week, il mood in città Foto Marco Menghi

Brera District

Milano Design Week, il mood in città Foto Marco Menghi

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Milano Design Week, il mood in città Foto Marco Menghi

Statale di Milano

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