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Anton Alvarez cattura nel bronzo le forme della cera fusa

Alvarez built a wax extruding machine that shakes up the bronze casting process, and presents 12 resulting forms in the serene setting of Church San Bernardino alle Monache in Milan. 

Il designer svedese-cileno Anton Alvarez ha creato le opere nel corso di uno stage residenziale alla Fonderia Artistica Battaglia di Milano. È il primo a fruire del nuovo programma di residenza istituito da Nicolas Bellavance-Lecompte, direttore del dipartimento di design della fonderia, per innovare la tradizionale tecnica a cera persa usata nella fusione in bronzo.

Bellavance-Lecompte era interessato alle macchine autocostruite che Alvarez usa da un paio d’anni per realizzare le sue opere.

“La mia idea è introdurre l’innovazione in una fonderia storica del bronzo grazie a dei creativi in grado di pensare fuori dagli schemi in termini di processo creativo, lavorando per la prima volta con il bronzo”, dichiara a Domus.

“Avevo questo sogno di lavorare con il bronzo e magari con la cera, e mi è sembrato il momento perfetto: stavo davvero cercando qualcuno che me lo chiedesse”, aggiunge Alvarez.

Alvarez per questo progetto ha realizzato una macchina battezzata Extruder, un contenitore cilindrico che viene riempito di cera fusa, poi spinta attraverso una trafila simile a quelle usate per dar forma alla pasta.

“Funziona un po’ come una macchina per la pasta”, spiega Bellavance-Lecompte. “La cera fuoriesce e galleggia nell’acqua mentre lui crea le forme che vuole: in pratica è come un parto in acqua.”

Normalmente artisti e designer modellano la loro opera in gesso o nel legno, prima di farne una fusione in cera destinata alla fusione in bronzo. Lavorando direttamente con la cera Alvarez elimina una fase del procedimento tradizionale. La mostra, alludendo al processo, si intitola L'ultima cera.

Le forme che ne risultano hanno un grado di precisione determinato dalla macchina e dal caso. Quando la cera fusa fuoriesce dalla macchina in una vasca d’acqua di raffreddamento Alvarez ha solo pochi istanti per esercitare un qualunque controllo sulla forma.

“Mi piace l’aspetto della forma casuale delle mie opere”, confessa Alvarez. “I pezzi escono e qualche volta sono buoni, altre volte cattivi.”

“Realizzando la macchina assumo il ruolo di progettista e ingegnere, ho obiettivi differenti da raggiungere: gli aspetti tecnici della cosa”, prosegue. “Ma una volta che la macchina è pronta posso realizzare delle sculture, posso creare oggetti, complementi d’arredo, vasi, contenitori; e questi sono degli esempi. Di norma hanno una funzione.”

Tenendo presente che queste opere sarebbero state esposte in una chiesa Alvarez ha preparato dodici forme che si rifanno all’Ultima cena. Ciascuna è una variante della forma delle altre, certe sono state lasciate grezze mentre altre sono state ossidate con gli acidi per conferire loro una patina verde-azzurra oppure nera.

Incenso, luce attenuata e una colonna sonora creata dal fratello di Alvarez aggiungono un tono teatrale allo scenario.

La mostra si è chiusa il 13 aprile – un giorno prima di altre esposizioni del Salone – per consentire di sgomberare lo spazio in tempo per la messa domenicale.

Monstra:
L'ultima cera
Curatore:
Nicolas Bellavance-Lecompte
Designer:
Anton Alvarez
Luogo:
Church San Bernardino alle Monache via Lanzone, 13, Milan
Date di apertura:
7-13 aprile 2019

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