Nel 1998, per facilitare l’incontro e il rapporto fra le imprese e i giovani progettisti che dopo aver terminato il loro percorso formativo si preparano ad affrontare la professione e il mercato, la curatrice e organizzatrice di mostre Marva Griffin ha creato uno spin-off del Salone del Mobile, il Salone Satellite, riservato ai designer under 35. Il nome è un’invenzione di Massimo e Lella Vignelli, che allora si occupavano della grafica e dell’immagine del Salone. Anno dopo anno, il Salone Satellite ha scoperto e lanciato alcuni dei designer più importanti della nuova generazione, come – tra gli altri – Sebastian Wrong, Matali Crasset, Oki Sato/Nendo, Cristina Celestino, Patrick Jouin e Lorenzo Damiani.
Ogni anno, il Salone Satellite propone un tema su cui confrontarsi (un anno è stato il design dell’Africa e dell’America Latina, un altro il rapporto fra il design e il cibo, quest’anno coinvolge le scuole e le università di design per chiedere agli allievi di rispondere alla domanda “Design, dove vai?”). In tutti questi anni sono oltre 12.000 i giovani designer provenienti da più di 48 paesi transitati nei padiglioni del Salone Satellite. Dal 2018 i loro lavori sono raccolti nella Collezione permanente del Salone Satellite, che ha trovato casa a Lentate sul Seveso, all’interno del nuovo Polo Formativo del Legno Arredo.

Immagine di apertura: Il Salone Satellite 2022. Courtesy Salone del Mobile.Milano

Per una nuova ecologia dell’abitare
L’eredità di Ada Bursi si trasforma in un progetto d’esame del biennio specialistico in Interior Design allo IED di Torino, in un racconto sull’abitare contemporaneo, tra ecologia, flessibilità spaziale e sensibilità sociale.