11 ottobre 2018, le ragioni di una data da ricordare

La prima edizione di domusforum - the future of cities ha riunito istituzioni pubbliche e private ed esperti del calibro di Saskia Sassen ed Evgeny Morozov per riaffermare il ruolo di Domus quale protagonista della scena culturale internazionale.

L’11 ottobre 2018 è stata una data importante nella storia di Domus e, ci piace pensare, non soltanto. La prima edizione di domusforum – the future of cities è stata un passo decisivo nella riappropriazione di un ruolo che la rivista aveva occupato per decenni all’interno del panorama culturale italiano, quello di catalizzatore di idee e di visioni e della loro declinazione lungo i canoni delle scienze del progetto.

Non che la rivista avesse mai abdicato a quel ruolo, ma la complessità dell’oggi richiede un approccio sempre più trasversale, un confronto aperto a interlocutori nuovi e strumenti attuali. Domusforum è stato questo, una piattaforma di dialogo non solo tra le discipline ma anche tra le culture, senza pregiudizi ma con il rigore scientifico che da sempre contraddistingue la rivista fondata da Gio Ponti 91 anni fa.

Non è un caso che dopo i saluti istituzionali il congresso si sia aperto con la presentazione dei risultati dell’imponente ricerca demoscopica che Nielsen ha svolto per Domus intervistando i cittadini di sei città globali e coinvolgendo altrettanti esperti internazionali delle scienze sociali.

Anche sulla base di quelle evidenze il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha poi pronunciato un discorso lungo e appassionato ripercorrendo la trasformazione, e provando a immaginare il futuro, di Milano, città ex industriale e oggi caso studio di global city capace di abbracciare il paradigma della competitività senza snaturare le proprie vocazioni. E senza perdere la proverbiale capacità di non lasciare nessuno indietro.
Dopo il primo cittadino è stato il turno dei relatori avvicendarsi sul palco portando ciascuno spunti di riflessione plurali, mai banali, a volte spiazzanti. Saskia Sassen ha messo l’audience in guardia contro il fenomeno non ancora del tutto compreso della finanziarizzazione delle città mentre

il diplomatico egiziano Fatih Saleh ha raccontato come la millenaria Cairo sia sempre più smart; il geografo del politecnico federale di Losanna Jacques Lévy ci ha poi posto difronte al più profondo dei dilemmi in tema di urbanità: come possiamo abitare un luogo senza renderlo inabitabile per gli altri?    

Quindi è stato il turno della tavola rotonda nella quale il presidente di Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti, il vicepresidente di Assolombarda Antonio Calabrò e Michele De Lucchi, all’epoca direttore di Domus, hanno discusso del tema cruciale delle periferie e del loro disagio.

Dopo l’intervento dell’ordinario di Filosofia di Oxford Luciano Floridi, esperto di un tema attuale come l’etica digitale, la giornata si è conclusa con gli applauditissimi speech dell’attivista ghanese Samia Nkrumah che ha emozionato il pubblico con i suoi racconti di resilienza e solidarietà e del sociologo Evgeny Morozov che ha concluso i lavori con un avvertimento: siamo sicuri di essere in buone mani quando consegniamo di fatto le nostre città ai giganti del tech?

Ecco un’altra delle cifre di Domus: prendere posizione, ma esercitare il dubbio.

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