È mezzogiorno e un quarto del 15 giugno e Wieki Somers, progettista annunciata dal programma, non si trova. Amelie Znidaric, curatrice della mostra, assicura ai visitatori che la performance inizierà a minuti e poi scompare alla ricerca di Somers. Sulla parete della galleria, un orologio a doppio pendolo – un pendolo appeso a un altro – ricorda ai visitatori che, per quanto la Svizzera tedesca sia celebre per la puntualità, Confrontations è un elogio della sperimentazione e del relativo caos. Catalogtree, lo studio olandese che ha curato l'allestimento, ha scelto il doppio pendolo come emblema della mostra perché il suo movimento intrinsecamente imprevedibile incarna l'essenza stessa della sperimentazione.
È il potenziale del museo: integrarci tutti quanti nel processo di produzione – del senso e dell'oggetto – e sfidarci a riprendere in esame ciò che abbiamo fatto