Le boutique della Swinging London fotografate da Ettore Sottsass Jr.

Quando Ettore Sottsass Jr. documentò in un reportage fotografico per Domus le boutique della capitale inglese all’apice del fenomeno della Swinging London.

Nell’autunno del 1966 Londra si è appena ripresa dalla sbornia di eccitazione che è stata la vittoria del mondiale giocatosi in estate, autoindulgente, giocosa e addirittura più soleggiata come mai da quando la Luftwaffe ne aveva cicatrizzato il volto vittoriano più di vent’anni prima. Il 1966 è l’anno di grazia della capitale inglese, città in cui lo spirito del tempo sembra incarnarsi, nuovo perno della controcultura giovanile che fino a pochi anni prima si rispecchiava nella bohème esistenzialista parigina. 

È in questa Londra, in cui si muovono Antonioni alle prese con la regia del suo “Blowup” ma anche Tinto Brass, che si trova il giovane Ettore Sottsass Jr. Attento come sempre all’evoluzione della cultura pop, Sottsass sente la necessità di documentare, macchina fotografica alla mano, il mito della boutique che permea l'immaginario underground del tempo.

Il 1966 cattura la transizione dai mods e dagli angry young men descritti da Osborne – i beatnik antinuclearisti che, scavati dalla fame e frustrati dallo status quo post-bellico, erano nati troppo presto per beneficiare appieno di quel boom che si respirava tanto in America quanto nel vecchio continente – ai dandy in velluto, apripista della psichedelia e del mito del Marrakech Express che entro pochi mesi sposterà il nuovo asse (contro)culturale verso l’India e il Medio Oriente.

La serie fotografica "Memoires di Panna Montata. Londra 28-10-66" uscì su Domus n.446 del gennaio 1967. Foto: Archivio Domus
La serie fotografica “Memoires di Panna Montata” fu pubblicata su Domus n.446 del gennaio 1967. Foto: “Memoires di Panna Montata. Londra 28-10-66”, archivio Domus.

A fare da ponte sono l’arte Pop che sotto l’influenza statunitense arriva dai college londinesi, la stampa alternativa, la musica e la moda: quattro fenomeni interconnessi che trovano casa nelle boutique indipendenti di Carnaby Street e King’s Road. I capi d’abbigliamento dialogano con il design per interni e la grafica, trasformando i vestiti ora in tele per trame Op-Art, ora in giocosi esperimenti con la plastica. 

In anticipo di un mese sull’uscita statunitense del capolavoro di Antonioni (arriverà nelle sale italiane solo nella primavera del ‘67), nell’Ottobre del 1966, Sottsass immortala per Domus n.446 (Gennaio 1967) interni ed esterni dei negozi di Carnaby Street nella serie fotografica “Memoires di Panna Montata. Londra 28-10-66”. Il titolo sembra suggerire, nel suo uso del francese e nell’evocazione di candide e nostalgiche memorie color panna, l'attenzione che il design e la grafica inglese avranno nei confronti dell’estetica Art Nouveau a partire dal 1967.

Il testo che accompagna il reportage, ad opera dello stesso Sottsass, mette in luce – una stranezza agli occhi di un italiano del tempo – gli orari nuovi delle boutique e le loro routine legate alla vita notturna, che con il tempo sarebbero diventate quelle delle catene diffuse anche in Italia e nel resto del mondo.

“Per vedere questi negozi di Londra e queste cose di Londra che sembrano di un altro mondo, di una specie di mondo dove è finita di colpo con il vestitino nero e il giro di perle coltivate, e dove è finita anche con la cultura svizzero-olandese, anche con quella surrealistica-Marienbad e così via, non occorre neanche alzarsi troppo presto, basta verso le nove e mezza,” scrive Sottsass sulle pagine di Domus.

“L’importante è che non ci sia tanta nebbia, come oggi che gli aerei non partono e le navi sul Tamigi suonano le loro sirene e la gente suona campanelli: l’importante è che sia un bel giorno di ottobre con un po’ di sole sbiadito. Se siete per strada verso le dieci potrete vedere i garzoni che lavano le vetrine, le belle gambe delle ragazze con la minigonna, che arrivano di corsa a fare le commesse, ad aprire le saracinesche, a spegnere lampadine notturne e accendere lampadine di giorno: potrete vedere camions che arrivano con la roba, qualche americano con la macchina fotografica e qualche altra pallida ragazza che ha ballato lo shake fino alle tre e alle dieci è già pronta a comprarsi nuovi mitouffles.”

Nelle fotografie di Sottsass emerge l'interesse verso i dettagli più psichedelici dlle boutique, come i riflessi degli specchi e i colori dei capi esposti. Foto: Archivio Domus.
Nelle fotografie della serie di Sottsass scattata a Londra emerge l'interesse verso i dettagli più psichedelici delle boutique, come i riflessi di specchi e vetrine, e i colori dei capi esposti. Foto: “Memoires di Panna Montata. Londra 28-10-66” , archivio Domus.

Concentrandosi su dettagli quali le insegne, specchi, manichini e appendiabiti, il designer italiano mette in luce il suo interesse verso la boutique come ambiente fertile per l’incontro tra design e controcultura più che come solo contenitore di abiti innovativi, quasi come se essi fossero un prodotto stesso degli spazi che li ospitano. Un documento che, in mesi in cui la moda ha incoronato l’e-commerce come futuro del settore, mette in luce l’importanza dei luoghi fisici e del design d’interni per elevare la moda a fenomeno capace di influenza generazionale. 

Non stupisce, infatti, se entro pochi mesi anche a Roma, il Piper Club – che pensato dal proprietario Giancarlo Bornigia sul modello dei club londinesi – inaugura la propria boutique; seguito dalla caduca avventura imprenditoriale dell’Equipe 84 che con il loro bazaar provano a ricalcare le orme della Apple Boutique aperta – con altrettanta scarsa fortuna – a Londra dai Beatles, con decorazioni murali e design dei tessuti a cura del collettivo di arte psichedelica The Fool

Sottsass è caparbio nel catturare, attraverso le riflessioni distorte degli specchi delle boutique, la cultura psichedelica alle porte, analogamente a quanto fatto negli stessi mesi da Tinto Brass con il suo “Col Cuore in Gola” (1967).

L'attenzione del fotografo e designer italiano si concentra anche sulle creature che popolano le boutique londinesi, elemento fondamentale di questi ambienti. Foto: Archivio Domus.
L'attenzione del fotografo e designer italiano si concentra anche sulle creature che popolano le boutique londinesi, elemento fondamentale di questi ambienti. Foto: "Memoires di Panna Montata. Londra 28-10-66", archivio Domus.

Il film, girato a Londra e il cui storyboard fu realizzato – a colori – dall’illustratore e fumettista Guido Crepax, risente, per l’appunto, dello stesso voyeurismo Pop e proto-psichedelico per tutto ciò che è Swinging riscontrabile nelle foto di Sottsass.

Non a caso il film ha il suo climax in una lunga scena acida girata al 14 Hour Technicolour Dream dell’Aprile 1967, uno dei primi festival di musica e cultura psichedelica promosso dal giornale underground londinese International Times e di cui il film di Brass è uno dei pochissimi documenti visivi esistenti.

La serie “Memoires di Panna Montata” – al pari delle opere dei cineasti Antonioni e Brass – ci ricorda di anni in cui l’industria creativa italiana era ricettiva e attenta agli stimoli che arrivavano dall’estero, sapendoli catturare e interpretare in presa diretta, per altro senza risultare vittima dell’omologazione – condizione al contrario associabile all’assenza di barriere geografiche e temporali della cultura pop ai tempi dei social media. 

Immagine di apertura: boutique della Swinging London tratta dalla serie “Memoires di Panna Montata. Londra 28-10-66” , Domus n.446, Gennaio 1967. Foto: Ettore Sottsass Jr.

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