Il Kona Village riapre alle Hawaii in una nuova dimensione sostenibile

Il rifugio hawaiano immerso nelle terre sacre di Kaʻūpūlehu riapre dopo più di dieci anni di inattività. Guidato dallo studio Walker Warner Architects il nuovo progetto è orientato verso un’architettura sostenibile e in contatto con il territorio.

Il Kona Village ha aperto ufficialmente agli ospiti in questi giorni. Ripensato da Greg Warner di Walker Warner Architects e dallo studio di design Nicolehollis, il rifugio hawaiano è immerso nelle terre sacre di Kaʻūpūlehu sulla Big Island delle Hawaii e sorge dai resti di un amato rifugio del 1965 dopo oltre dieci anni di immobilità. Questo secondo capitolo dell’area di progetto trae ispirazione dal Rosewood Resort originale, che ha ceduto al devastante tsunami che ha colpito l'area nel 2011.

Con l’obiettivo principale di intervenire il meno possibile sul territorio, sono state apportate all’architettura originale modifiche ponderate ad alcuni elementi precedenti che non erano più in linea con i più recenti standard di sostenibilità.

Gli edifici sono posizionati tenendo conto degli alisei. Inoltre, sono costruiti e arredati con materiali naturali e di provenienza responsabile che non impoveriscono le risorse dellisola. Da notare che i tetti di paglia intorno al resort sono realizzati con materiali riciclati anziché con le tradizionali foglie autoctone utilizzate dagli isolani.

I progettisti hanno inoltre collaborato con l’associazione no-profit Re-Use Hawai'i durante le opere di demolizione, permettendo il recupero dell’oltre 80% dei materiali, che sono stati riutilizzati e riportati sull’isola come materiali da costruzione a prezzi accessibili.

Walker Warner Architects e NICOLEHOLLIS, Kona Village, Kahuwai Bay, Hawaii, 2023. Foto Douglas Friedman

VITA Planning & Landscape Architecture ha invece curato il disegno del progetto paesaggistico, Vita ha lavorato a stretto contatto con Walker Warner per creare un ambiente che trae ispirazione dalla crudezza dell'ambiente circostante, enfatizzando la bellezza spoglia e primordiale del tratto di costa, nonché l’impronta culturale che la flora e la fauna autoctone hanno avuto sulla vita locale.

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