Lavorando con una vasta gamma di oggetti e materiali, Mike Nelson è noto per le sue complesse costruzioni site-specific che sconvolgono i luoghi e invadono le architetture, costruendo percorsi ricchi di riferimenti sub-culturali, simbolici e politici.

In quest'occasione si confronta con Il Palazzo dell’Agricoltore di Parma, un monumentale edificio modernista di 9.000 metri quadrati e 7 piani, costruito negli Anni ’40 per ospitare la corporazione che costituiva l’organo di direzione delle attività agricole sotto il governo del regime fascista.

Curata da Didi Bozzini, la mostra “The House of the Farmer” affonda le sue radici nella storia dell’edificio riflettendo sul ruolo politico, economico e sociale ricoperto in 82 anni dalla sua costruzione.

Materiali naturali presi da un terreno bonificato situato alle porte della città  di dimensioni proporzionate al palazzo sono stati trasportati all'interno dell'edificio per diventare parte integrante della sua architettura e tracciare un percorso nella memoria del palazzo.

Rami contorti, rocce, tronchi e radici — quei materiali che rendono più difficile la pratica dell’agricoltura — ridisegnano in questo modo l’immagine dell'edificio come una scultura in sé.

Le forme organiche della natura si insinuano così tra le linee severe e brutali dell'architettura razionalIsita e il legno e la pietra grezza si affiancano ai portoni d'epoca, alle impiallacciature e ai ricchi pavimenti di marmo.

“C'è qualcosa di molto viscerale nello sgombero di uno spazio — dichiara Mike Nelson — gli oggetti assumono una particolare urgenza o importanza che fino a quel momento era rimasta sopita. Lo strappo e il prelievo dalla campagna possono essere visti, o sentiti, come un gesto violento in qualche modo in linea con il rapporto dell'edificio con un passato totalitario e un promemoria della disumanizzazione dell'agricoltura da parte della meccanizzazione nel XX secolo e dei mali ambientali che ne sono derivati.”, racconta Nelson.

Riportando la Natura all’interno del Palazzo dell’Agricoltore si apre dunque una nuova stagione per il Palazzo, proiettata verso l’accoglienza, l’empatia, la cultura, che, grazie ad un lavoro di restyling, lo porterà nel 2023 alla sua trasformazione in “Hotel Rigenerativo”, vero e proprio volano per la città e il territorio.