Dietro il pericolo di essere intrappolati nella vertigine di grandi nomi si cela invece un modo squisito per immergersi nel meticoloso lavoro di grandissimi fotografi. La sua qualità è la chiave d’accesso a un regesto impressionante continuamente ricomposto attorno a una lista precisa di aree geografiche: Africa, America Cina. Un viaggio fatto di destinazioni concettuali suggestive che si rivelano essere efficaci tanto quanto i nomi e i meccanismi processuali degli artisti inclusi.
Che si tratti di opere storicizzate come quelle di Ed Ruscha o più recenti come quelle di Ai Weiwei la totalità della collezione è in movimento continuo. In questa efficace e nuova versione in mostra a Parigi, un altro elemento si sovrappone ed è la preziosa capacità di affabulazione del suo curatore Simon Njami.